
(AGENPARL) – Tue 29 July 2025 *Mangone omaggia Van Gogh al Papavero: “Arte e cucina si incontrano in un
evento unico a Eboli”*
*La Presidente Anna Coralluzzo: “L’artista Fernando Mangone dipinge dal
vivo un omaggio al suo Maestro, Vincent van Gogh, nel ristorante stellato
Il Papavero. Un evento che fonde pittura e alta cucina in un’esperienza
multisensoriale”. *
Due universi apparentemente distanti si sono incontrati in un solo luogo,
in un solo tempo, sotto un’unica luce creativa. L’arte pittorica di
Fernando Mangone, uno degli interpreti più intensi della scena
contemporanea italiana, si è fusa con la cucina dello chef Fabio Pesticcio,
con i dolci nati da miscele non di colori ma di ingredienti e spezie della
pastry chef Benedetta Somma e il lavoro di tutto lo staff del ristorante Il
Papavero, una stella Michelin. Il risultato è stato un evento unico nel suo
genere: una performance dal vivo in cui Mangone ha dipinto un quadro
ispirato al suo Maestro ideale, Vincent Willem van Gogh, proprio mentre in
cucina prendevano forma piatti pensati per dialogare con l’opera, con i
suoi colori e con la sua forza emotiva. Una tela e un piatto, due creazioni
che nascono dal gesto, dal fuoco, dal pensiero, ma soprattutto dalla
passione. E che hanno un comune obiettivo: toccare chi guarda e chi
assaggia.
“Van Gogh è stato sempre la mia ossessione luminosa”, racconta Fernando
Mangone. “Nel suo colore c’è tutto: la malinconia, la rabbia, la speranza,
l’amore per la vita. In questa serata ho voluto riportare quell’energia
sulla tela, lasciandomi attraversare dall’atmosfera del Papavero, dalla
musica delle padelle, dai profumi della cucina. Non è stata solo pittura, è
stato un gesto di connessione”. Il Papavero non è un ristorante come gli
altri. Aperto il 14 maggio 2003, grazie all’intuizione di Maurizio Somma, è
diventato negli anni un punto di riferimento per chi cerca una cucina
autentica e contemporanea, basata su ingredienti del territorio e un’etica
di lavoro che privilegia la sostenibilità e il rispetto per le materie
prime. Dal 2011 vanta una stella Michelin, riconoscimento che la casa
considera “un premio di squadra”, condiviso tra sala e cucina, tra chi crea
e chi racconta.
“Quello che cerchiamo di fare ogni giorno è dare valore a ciò che abbiamo
attorno”, spiega lo chef Fabio Pesticcio. “Usiamo solo ciò che conosciamo,
ma lo combiniamo in modi nuovi, mai banali. È una cucina di pensiero, ma
anche di pancia. Quella sera, con Mangone che dipingeva a pochi passi da
noi, tutto aveva un senso ancora più profondo: ogni gesto era un dialogo,
ogni piatto un’estensione di un pennello.”
Al Papavero, la bellezza non è solo visiva ed è fatta di profumi, di
materia viva, di texture, di sguardi tra cucina e sala, dove il servizio è
parte integrante della narrazione. Lo staff composto quindi da Fabio
Pesticcio, Omar Yalcouye, Valentino Matonti, Benedetta Somma, Francesco
Rando, Nicola Lasorsa, Andrew Vastola e Rosanna Salomone – lavora come
un’orchestra, guidata dalla visione condivisa di un luogo che è più casa
che ristorante, come si percepisce entrando nelle sue stanze eleganti e
raccolte, o nel giardino estivo lussureggiante. Il senso di questa serata?
Mettere in connessione arte visiva e arte gastronomica, rendere entrambe
esperienze vive e non solo oggetti di consumo o di osservazione.
La Fondazione Arte Mangone, presieduta da Anna Coralluzzo, ha promosso con
convinzione questo incontro, che rappresenta il primo passo di un progetto
più ampio fatto di eventi, residenze d’artista e contaminazioni creative.
“Vogliamo uscire dai confini delle gallerie”, dice la presidente
Coralluzzo. “Vogliamo che l’arte sia vissuta, sentita, assaggiata. Questa
serata non è stata solo un evento, è stata un’esperienza completa, dove lo
spettatore è diventato protagonista, attraversato da due linguaggi diversi
ma complementari e il risultato sono stati due capolavori: uno sulla tela,
l’altro nel piatto.”
“Questo è solo l’inizio di un percorso”, conclude Maurizio Somma, anima
imprenditoriale del Papavero. “Noi crediamo che la cucina non sia solo
nutrizione, ma cultura e la cultura si fa insieme. Quando un artista come
Mangone entra nel nostro spazio e crea qualcosa sotto i nostri occhi, anche
il nostro modo di cucinare cambia e cambia anche chi assaggia.”