
(AGENPARL) – Tue 29 July 2025 L’impegno “sostenere un maggior utilizzo dello strumento dei contratti di
fiume, in ragione della loro capacità di superare una logica meramente
amministrativa e settoriale, consentendo lo sviluppo di partenariati
pubblico privati stabili e costituiti, in grado di elaborare in modo più
efficace dei programmi d’azione partecipati, con concrete ricadute
territoriali che producono comparativamente effetti di maggiore efficacia”
è stato chiesto al governo dal deputato di Fratelli d’Italia, Aldo Mattia,
nel corso di una risoluzione a firma sua e di altri deputati, illustrata in
Commissione Ambiente. Mattia impegna l’esecutivo “a prevedere un ulteriore,
maggior coinvolgimento, nello sviluppo delle azioni di coordinamento
nazionale degli interventi a sostegno delle pratiche partenariali
partecipative, a promuovere, anche attraverso i contratti di fiume, in
collaborazione con le regioni e le autorità di distretto, interventi di
manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini
idrografici finalizzate al mantenimento delle caratteristiche naturali
dell’alveo, alla corretta manutenzione delle foci e della sezione fluviale,
anche al fine di ripristinare in tratti di particolare pericolosità per
abitati e infrastrutture, adeguate sezioni idrauliche per favorire il
deflusso delle acque”. La richiesta del deputato è poi quella di “
riconoscere ai contratti di fiume un ruolo analogo a quello già attribuito
dalla Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici in corso
di approvazione, contribuendo, attraverso il ricorso a forme di
consultazione e partecipazione pubblica, alla migliore definizione degli
scenari riferiti a determinato orizzonte temporale, riorientando la
pianificazione locale e migliorando i contenuti degli strumenti di
pianificazione, in conformità con gli obiettivi delle normative ambientali
in relazione alla mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche e
al contenimento dell’impatto degli eventi estremi”. Il parlamentare impegna
il Governo anche “ad attivarsi, per quanto di competenza, affinché le
regioni attingano ai contenuti dei programmi d’azione dei contratti di
fiume per la stesura delle strategie regionali per lo sviluppo sostenibile
, al fine di individuare i principali strumenti per contribuire al
raggiungimento degli obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo
sostenibile nonché ai contenuti dell’Agenda 2030 sullo sviluppo
sostenibile, adottata nel 2015 dall’Assemblea generale dell’Onu – aggiunge
Mattia – ad adottare iniziative per destinare una quota percentuale di
risorse europee e nazionali in materia di dissesto idrogeologico e
cambiamenti climatici a interventi individuati nei contratti di fiume.
Infine ad adottare idonee iniziative finalizzate al riconoscimento e
all’utilizzo dei contratti di fiume nei programmi di educazione ambientale
e civica nelle scuole“.