
TURNBERRY – In un incontro ufficiale tenutosi nel resort scozzese di Donald Trump a Turnberry, il presidente degli Stati Uniti ha lanciato un chiaro avvertimento al Primo Ministro britannico Sir Keir Starmer: “Censurare la verità sui social sarebbe un grave errore”. Al centro del confronto l’Online Safety Act, la nuova legge britannica approvata sotto i Conservatori e ora attuata dal governo laburista, che impone dure restrizioni ai contenuti online, anche su piattaforme estere come Truth Social, fondata da Trump.
Durante una conferenza stampa altrimenti amichevole, Trump ha risposto con tono fermo a una domanda sull’impatto dell’OSA sulla sua piattaforma:
“Dico solo cose positive su di lui e sul suo Paese, quindi se mi censuri, commetti un errore”.
Il premier Starmer ha cercato di smorzare la tensione affermando che l’intento dell’OSA è la protezione dei minori da contenuti pericolosi, ma ha negato che si tratti di censura. Tuttavia, i fatti raccontano una realtà diversa: da quando la legge è entrata in vigore venerdì scorso, numerosi contenuti ritenuti “scomodi” sono stati limitati o oscurati, tra cui video di proteste anti-immigrazione e discorsi politici sensibili.
La deputata conservatrice Katie Lam ha denunciato che un suo intervento alla Camera, sul tema delle bande di adescamento minorile, è stato etichettato come “contenuto limitato” su X (ex Twitter).
“Lo Stato non protegge i bambini dagli stupri di gruppo, ma protegge gli adulti dal sentirselo dire”, ha commentato duramente Lam.
L’Online Safety Act, gestito dall’ente regolatore britannico Ofcom, prevede sanzioni pesanti: fino al 10% del fatturato globale di una piattaforma o 18 milioni di sterline, a seconda di quale sia l’importo maggiore. Trump ha lasciato intendere che eventuali sanzioni o restrizioni a Truth Social potrebbero rappresentare un casus belli digitale tra Londra e Washington.
Le preoccupazioni statunitensi non si limitano all’OSA: già in passato, l’amministrazione Trump ha criticato le restrizioni britanniche alla preghiera silenziosa fuori dalle cliniche per aborti, interpretandole come violazioni delle libertà civili. Il vicepresidente J.D. Vance ha dichiarato che il Regno Unito sta abbandonando “i principi fondanti delle sue libertà storiche”.
L’episodio evidenzia come la questione della libertà d’espressione online sia destinata a diventare un terreno di confronto sempre più acceso tra Washington e Londra, specialmente se leggi come l’OSA inizieranno a colpire direttamente le big tech americane.