
(AGENPARL) – Sun 27 July 2025 COMUNICATO STAMPA
“Commemorare i defunti anche col Saluto Romano è un Diritto: invece a Predappio sono stati identificati cittadini per un gesto di pietà”.
Predappio, 27 luglio 2025
Mi è stato riferito che oggi a Predappio, tre partecipanti alla commemorazione del defunto Benito Mussolini sarebbero stati identificati dalla Polizia di Stato per aver compiuto il saluto romano durante la celebrazione del Rito del Presente.
Da Avvocato che ha difeso decine di militanti e cittadini ingiustamente accusati per aver compiuto il Saluto Romano e che sono tutti sempre stati assolti, non posso rimanere in silenzio. Pur essendo doveroso premettere che l’identificazione da parte delle forze dell’ordine rappresenta, in linea generale, un’attività formalmente legittima, non posso non rilevare come, nel contesto odierno, tale intervento appaia quantomeno imprudente. Tra le centinaia di presenti l’atto di polizia è stato diretto nei riguardi di alcuni cittadini che non hanno violato alcuna norma di legge, essendosi limitati ad esercitare il loro diritto costituzionale di compiere un gesto spirituale e rituale di commemorazione dei defunti, ancorato alla dimensione del ricordo e del cordoglio.
Il Rito ed il Saluto sono un diritto. Non si tratta di atti di propaganda o di valenza politica, ma di una forma fortemente spirituale di omaggio ai Caduti, ai Martiri ed ai Defunto, del tutto analoga, nella sua sostanza, ad altri gesti rituali della memoria. Lo ha riconosciuto la più autorevole e ormai costante giurisprudenza, da ultimo la sentenza del Tribunale di Forlì del 2024, nel procedimento penale che mi ha visto impegnato come difensore, in relazione alla identica commemorazione del centenario della Marcia su Roma (2022). La giurisprudenza anche di legittimità ed a Sezioni Unite ha ormai affermato la piena liceità del saluto romano, escludendone la rilevanza penale e riconoscendone la valenza espressiva, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione.
È pertanto grave e allarmante che, a dispetto di tali precedenti, si assista ancora oggi all’attivazione di strumenti di controllo verso manifestazioni di pensiero e di pietà, poste in essere pacificamente, senza alcuna incitazione alla violenza o all’odio.
Sul punto avevo già scritto al Questore di Forlì nell’ottobre del 2025 affinché si scongiurassero situazioni di palese imbarazzo istituzionale come quella avvenuta oggi. Auspico che le Autorità competenti vogliano valutare l’accaduto con rigore e senso del diritto. Credo che in questa materia tanto controversa ci voglia tantissima prudenza ed anzi si debba maturare la consapevolezza che anche solo la mera apparenza di abuso degli strumenti di prevenzione si possa tradurre in una altrettanto apparente minaccia per le libertà costituzionali, e in una lesione della dignità di coloro che commemorano i defunti secondo le proprie convinzioni storiche e spirituali. Uno scenario che tutti dobbiamo contribuire a scongiurare.
Avv. Francesco Minutillo
STUDIO LEGALE
MINUTILLO & ASSOCIATI
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