
(AGENPARL) – Wed 23 July 2025 UniCredit-BPM, la golden power del governo è stata una forzatura. Ora è
chiaro a tutti
“La decisione di UniCredit di ritirare l’offerta pubblica su Banco BPM è la
conseguenza diretta della forzatura compiuta dal governo attraverso il
ricorso strumentale alla golden power. Un intervento che ha creato
incertezza e ostacolato una normale operazione di mercato, salvo poi essere
smentito nei fatti prima dal TAR e, soprattutto, dalla Commissione europea.
Siamo di fronte all’ennesima conferma dell’approccio fortemente invasivo
del governo Meloni, che in questi mesi non ha esitato a ostacolare con un
uso strumentale e immotivato del golden power una operazione considerata
politicamente sgradita come quella promossa da UniCredit e al tempo stesso
a sostenere, alterando le regole del diritto societario e facendo leva
sulla propria partecipazione in MPS, le iniziative di soggetti ritenuti
‘amici’, come l’offerta pubblica su Mediobanca, funzionale ad assumere il
controllo di Generali.
Il tutto nella totale assenza di un confronto trasparente sul futuro del
sistema bancario italiano, più volte da noi sollecitato, nelle sedi
istituzionali, a partire dal Parlamento.
Invece di concentrarsi sul rilancio del credito alle imprese – che negli
ultimi tre anni è calato di oltre il 10%, e addirittura di quasi il 22% per
le piccole imprese – e su un vero progetto di politica industriale del
settore bancario in un quadro europeo, Palazzo Chigi e il MEF stanno
svolgendo un ruolo del tutto improprio di co-regia occulta nella
ridefinizione degli equilibri del sistema finanziario nazionale. Una regia
che risponde a logiche puramente di potere, non certo a una visione
industriale e strategica delle singole operazioni. Torneremo a sollecitare
alla premier e al ministro dell’economia e delle finanze un netto cambio di
rotta. Serve più trasparenza, più rispetto delle regole del mercato e più
attenzione alle persone vere priorità dell’economia italiana”.
Così in una nota Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria
nazionale del Pd.
Alla luce dei principi di cui al D.lgs. 196/03 e al Regolamento UE
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