
(AGENPARL) – Wed 23 July 2025 Pac: Cia Potenza-Matera, con nuovi tagli a rischio da noi un allevamento su
Non solo gli agricoltori ma anche gli allevatori subiranno danni diretti
dai tagli lineari compresi fra il 20% e il 30% relativi ai premi della
nuova Pac, Politica agricola comune, 2028-2034, con il rischio di chiusura
per due allevamenti su dieci. E’ l’allarme lanciato da Cia-Agricoltori
Potenza-Matera sottolineando che il comparto zootecnico dà reddito e valore
aggiunto specie per le aziende delle aree interne e di montagna. La
prospettiva di ulteriori riduzioni delle risorse da parte dell’Ue mette in
serio pericolo la sopravvivenza stessa della zootecnia. Nel frattempo, sono
aumentati i costi gestionali quali mangimi, energia, carburante e farmaci;
oltre a quelli derivanti dai nuovi obblighi ambientali (fra i quali il
benessere animale e la riduzione della somministrazione di antibiotici). Al
riguardo, da più di un mese Cia ha lanciato una mobilitazione generale e
permanente: “Con l’avvio della fase dei negoziati a Bruxelles, che durerà
due anni, siamo subito scesi in campo a salvaguardia del settore agricolo e
zootecnico –sottolineano Cia Potenza-Matera. Un terzo del bilancio Ue è
storicamente dedicato al primario, il che significa che l’agricoltura è uno
dei pilastri fondanti l’Europa stessa. Non possiamo e non dobbiamo tradire
tali valori. Peraltro la Pac non è uno strumento a uso esclusivo degli
imprenditori agricoli, piuttosto di tutte le comunità. L’agricoltura, ed in
particolare la zootecnia, infatti, sono anche e soprattutto custodia delle
nostre terre”. Oggi Bruxelles è tenuta ad affrontare crisi geopolitiche e
climatiche, senza contare i rischi di una guerra commerciale con gli Usa:
Serve una Pac forte, autonoma e adeguatamente finanziata, che tuteli il
mercato unico dalle frammentazioni e gli Stati membri dalle disuguaglianze.
Anche perché, se confermati -conclude la nota- i dazi provocherebbero una
perdita netta di alcuni milioni di euro per l’export di vini e formaggi
made in Basilicata”.
Secondo gli ultimi dati, il totale di capi ovi-caprini in Basilicata
ammonta a 220mila capi, con una riduzione nell’ultimo quinquennio di 60mila
capi; gli ovini sono circa 180mila e i caprini poco più di 41milla; le
aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini sono 2475 di cui 1175 con
più di 50 capi, 500 con più di 100 capi e 800 con più di 70 capi. Inoltre,
con 139mila ettari di coltivazioni biologiche (il 27,6% del totale) e 3280
operatori bio, la Basilicata ha una forte caratterizzazione di agricoltura
e zootecnia biologiche e conferma la quarta posizione tra le regioni
italiane per incidenza delle superfici biologiche. Nel materano, i comuni
di Matera, Tricarico e Ferrandina ospitano la maggior parte degli
allevamenti in cui prevalgono gli ovini, mentre in provincia di Potenza la
diffusione dei capi è più capillare, differenziandosi per altimetria. La
maggiore concentrazione è localizzata nell’area a nord, in particolare nel
Vulture-Melfese, dove gli allevamenti più numerosi sono dislocati nelle
zone montane e collinari (Filiano, Forenza, San Fele), oltre quelli
collocati nella Valle di Vitalba (Atella); nei comuni del Parco Gallipoli
Cognato si alleva l’agnello delle Dolomiti.