
La Polizia di Stato, ha portato a termine una vasta operazione contro i reati di furti e rapine di orologi di lusso, in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lucca, su richiesta della Procura della Repubblica di Lucca, nei confronti di 13 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro il patrimonio e, in particolare, di rapine e furti di orologi di lusso.
Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Lucca e dal Commissariato di Forte dei Marmi, coordinate dal Servizio Centrale Operativo, hanno consentito di ricostruire ed identificare i componenti di una banda di rapinatori in trasferta, di origine campana, costituita da circa 22 persone, specializzate in furti e rapine di orologi di valore che, nei mesi di giugno, luglio e fino a settembre 2024, hanno messo a segno una serie di colpi ai danni di turisti a Forte dei Marmi, ma anche in altre località, come Milano e Torino, per un valore complessivo di 374.000 €. Trattasi di una associazione a delinquere a carattere transnazionale, operante anche su territorio estero, in particolare in Spagna (Ibiza), Francia (Nizza-Cannes- Saint Tropez) e Germania (Monaco).
Lo sviluppo delle indagini, attraverso anche il contributo investigativo fornito dalla Polizia Spagnola e Francese a seguito di Ordine di indagine europeo emesso dall’A.G., ha consentito di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale, perfettamente strutturato, connotato anche dal carattere della transnazionalità, stabilmente dedito alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti e rapine (e relativa ricettazione) di orologi di lusso. È emersa con certezza la presenza di una rete di conoscenze e di fiancheggiatori che hanno aiutato i rapinatori a trovare case in affitto, auto, documenti e targhe.
Le attività di indagine hanno permesso di ricostruire il ruolo che ognuno di essi rivestiva nell’organizzazione. Nel corso delle indagini, gli investigatori sono riusciti a identificare alcuni componenti della banda anche grazie ad elementi singolari emersi dall’analisi delle immagini. In particolare, uno dei soggetti è stato riconosciuto, perché immortalato in tre diverse occasioni mentre indossava lo stesso paio di scarpe. Un altro, invece, è stato identificato grazie a una foto scattata da un operatore durante un servizio di osservazione: sebbene ritratto di spalle su un motociclo, il suo volto era chiaramente visibile nello specchietto retrovisore del mezzo su cui viaggiava.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Lucca hanno documentato l’esistenza di uno schema ben collaudato e usato per ogni colpo dai rapinatori: unitamente a dei complici, che li seguivano a bordo di autovetture, percorrevano in motocicletta le strade più trafficate della località turistica a caccia della loro vittima; appena individuata, attendevano il momento giusto (ad es. che scendesse dall’autovettura o uscisse dal locale in cui era stata notata), e, dopo averla aggredita, le strappavano l’orologio. Trattasi di una banda che con estrema violenza verso le vittime, alcune delle quali persone anziane (uno di loro è stato colpito da pugni al volto ed al torace).
Ognuno dei componenti aveva un ruolo ben preciso: si va dagli esecutori materiali delle rapine a chi si occupava di movimentare gli scooter utilizzati per compiere il crimine, allo scopo di eludere eventuali controlli delle Forze dell’ordine, provvedendo a condurli anche all’estero, in località turistiche come Ibiza, Saint Tropez, luoghi in cui hanno compiuto analoghi colpi con lo stesso modus operandi e la medesima violenza di esecuzione. In particolare, due degli indagati, al vertice dell’associazione a delinquere, con funzione di promotori ed organizzatori dell’associazione, sebbene detenuti ad Ibiza, ove sono stati tratti in arresto per rapine di Rolex, continuavano ad avere contatti con i sodali in Italia, fornendo indicazioni operative e assumendo, quindi, il ruolo di leader del gruppo criminale, in quanto sceglievano e approvavano i componenti della banda, nonché le località ove colpire, provvedendo a reperire i mezzi di trasporto e a finanziare il costo dei viaggi. Tra i componenti della banda c’era anche chi, per ogni rapina, si occupava di trovare una “base logistica”, dove soggiornare per le “trasferte del crimine”.
Nel corso dell’attività investigativa è emersa la particolare scaltrezza della c.d. componente operativa connotata da una struttura particolarmente dinamica che ha consentito di cambiare ed individuare, anche in ultima battuta, le località ove si prevedono grandi affluenze di potenziali vittime e le conseguenti occasioni per delinquere (per es. partite di calcio di grande richiamo internazionale); inoltre, la perfetta organizzazione ha permesso ai sodali, nel giro di pochi minuti dalla commissione del reato, di far sparire (letteralmente) gli scooter utilizzati che venivano caricati su furgoni all’uopo destinati, condotti da correi con funzione di autisti, in apposite aree di sosta, al fine di evitare controlli da parte delle forze dell’ordine.
Nello sviluppo delle indagini ha avuto altresì un ruolo rilevante l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, Eurojust, attraverso il membro nazionale ad interim per l’Italia Dott. Aldo INGANGI, che ha consentito di svolgere indagini ed attività tecniche anche in Spagna e Francia, dove alcuni degli indagati erano detenuti per rapine della stessa specie, tramite la Polizia Spagnola e Francese.
A seguito dell’esecuzione delle misure cautelari, nove degli indagati sono stati messi agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, quattro, invece, sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria; il resto della banda, per le posizioni marginali, sono stati denunciati a piede libero.
Le attività esecutive hanno visto il contributo operativo anche della Squadra Mobile di Napoli e altresì il supporto delle Squadre Mobili di Caserta, Foggia, Avellino e Salerno oltre che del Reparto prevenzione Crimine Campania con cui gli investigatori della Squadra Mobile di Lucca hanno lavorato con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo.