
A due anni dalla pubblicazione del primo documento, il progetto e-Valuate, promosso dalla SIRM per l’analisi dei costi delle prestazioni radiologiche in Italia, torna oggi al centro dell’attenzione con un aggiornamento significativo. Nato come evoluzione del celebre studio del 1994, “Il controllo di gestione nelle Unità Operative di Radiologia Diagnostica”, questo lavoro si è affermato come un punto di riferimento imprescindibile per la valutazione economica delle attività radiologiche nel nostro Paese. Grazie a una base dati innovativa, raccolta su un campione rappresentativo di 12 sedi pubbliche e private distribuite su tutto il territorio nazionale, il progetto offre una fotografia precisa e aggiornata dei costi – diretti e indiretti – associati alle singole prestazioni.
L’approccio metodologico scelto, l’Activity Based Costing, consente di analizzare con grande dettaglio i processi reali di ciascuna struttura, tracciando un quadro completo e puntuale del sistema radiologico italiano alle soglie di importanti trasformazioni, tra digitalizzazione e nuove normative tariffarie introdotte dal Decreto Ministeriale del 2024.
Quali sono state le ragioni che hanno reso necessario questo aggiornamento? Come si sono evoluti i costi delle prestazioni radiologiche? Qual è il reale impatto dell’adeguamento tariffario su TAC e RM? Persistono ancora disparità significative tra pubblico e privato? E quali scenari si prospettano per il futuro della radiologia in un Servizio Sanitario Nazionale sempre più sotto pressione?
A rispondere a queste domande, con la sua autorevolezza e competenza, è il Dottor Bruno Accarino, una delle figure più influenti e apprezzate della radiologia italiana contemporanea. Con una carriera brillante e un impegno costante nella modernizzazione della disciplina, Accarino si distingue per la sua capacità di coniugare l’eccellenza clinica con una visione innovativa e pragmatica della gestione economica e organizzativa delle strutture radiologiche.
Alla guida del progetto e-Valuate, il Dott. Accarino ha contribuito a sviluppare un modello di controllo di gestione basato su dati precisi e trasparenti, strumenti indispensabili per garantire un sistema sanitario sostenibile, efficiente e attento alle reali esigenze della popolazione.
In questa intervista esclusiva per AgenParl, il Dott. Accarino ci guida in un dialogo illuminante, esplorando le sfide attuali e le prospettive future della radiologia italiana, dal tema delle tariffe alle potenzialità offerte dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale. Un contributo fondamentale per comprendere come costruire un Servizio Sanitario Nazionale più equo, efficace e innovativo.
Domanda. Dottor Accarino, a due anni dal primo documento, cosa rende necessario questo aggiornamento del progetto e-Valuate e quali sono le principali novità introdotte?
Accarino: Il progetto nasce come rivisitazione e riedizione del documento “Il controllo di gestione nelle Unità Operative di Radiologia Diagnostica” del 1994 elaborato dalla SIRM in collaborazione con lo studio Pasdera e Zorzet, che all’epoca era riferito però ad una sola sede, mentre oggi il campione è di 12 differenti sedi ubiquitariamente distribuite sul territorio nazionale con l’obiettivo di avere una solida base di dati, il più possibile rappresentativi della variegata realtà italiana, rispetto ai costi delle procedure radiologiche: il metodo di elaborazione applicato è quello dell’Activity Based Costing (come nella precedente rilevazione del 1994), applicato ai processi reali di ciascuna struttura: infatti la metodologia A.B.C. consente di attribuire i costi con grande precisione (compreso quelli indiretti) e di discriminare i diversi processi da analizzare fino alla singola procedura (discriminando anche fra procedure di routine e di urgenza). L’indagine nazionale è stata avviata in epoca immediatamente post-COVID; il criterio di selezione delle sedi coinvolte è quello dettato dalle normative in vigore e che lo stesso ministero ritiene vadano applicati ossia un campione rappresentativo di strutture di piccole, medie e grandi dimensioni equamente distribuite sul territorio nazionale tra nord-est, nord-ovest, centro, sud ed isole, 6 a gestione pubblica diretta e 6 a gestione privata convenzionata con il SSN con l’obiettivo di avere una solida base di dati il più possibile rappresentativi della variegata realtà italiana.
Per ogni struttura selezionata sono stati rilevati tutti i dettagli che concorrono a definirne la specificità, registrando le informazioni relative al contesto in cui essa opera, alla tipologia di strumentazione, alla tipologia delle prestazioni e ogni altro dettaglio utile in fase di analisi.
In questo modo è stata ottenuta un’ampia base di informazioni relativa ai costi e all’organizzazione delle strutture rappresentativa delle diverse realtà a livello nazionale aggiornata al 2019, ultimo anno utile per la rilevazione prima della pandemia, ottenendo un database esplorabile a tutti i livelli di dettaglio richiesti, dall’insieme della struttura fino alla singola prestazione.
I dati ottenuti sono il risultato bruto e non oggetto di alcun commento dei costi rilevati sui dati forniti dal campione analizzato, suddivisi in fasce di redditività: in perdita; significativamente insufficiente; presumibilmente insufficiente; sicuramente sufficiente.
Il documento, ormai pronto alla fine del 2022, è stato ulteriormente oggetto di approfondimento per la fluttuazione dei costi energetici intervenuta a seguito della crisi bellica ancora in corso e che ha pesantemente condizionato le valutazioni, data la dipendenza energetica della nostra disciplina specie con le grandi macchine e per questo motivo è stato infatti aggiunto uno specifico capitolo in merito.
I risultati una volta approvati dal Consiglio Direttivo della SIRM, sono stati pubblicati a luglio del 2023 e come punto di riferimento veniva utilizzato il DM dell’agosto 2023, mai entrato in vigore.
A novembre del 2024 vi è stato un aggiornamento del decreto del 23, con il quale alcune tariffe sono state modificate: questo ha reso necessario adeguare quanto pubblicato nel 2023 rielaborando i dati sulla scorta del nuovo decreto.
Domanda. L’aumento medio del 15% per le prestazioni TC e RM introdotto dal nuovo DM rappresenta un adeguamento atteso o un cambio di rotta? Come inciderà sui bilanci delle strutture sanitarie italiane?
Accarino: L’adeguamento tariffario di alcune prestazioni, in particolare di Tomografia Computerizzata e di Risonanza Magnetica, era sicuramente auspicabile, ma non è un cambio di rotta: infatti non è dato sapere quali siano stati i dati posti alla base dell’adeguamento stesso, non avendo mai avuto alcun confronto in merito con le istituzioni deputate, nonostante questo confronto sia stato più volte richiesto e sollecitato. Restano comunque sottovalutate alcune prestazioni che richiedono un impegno professionale ed esclusivo diretto dello specialista, come l’ecografia.
Sicuramente influiranno sui bilanci: ma è necessario avere un’ottica differente. Fare una quantità di esami inutili non risolve i problemi di salute della popolazione, che sono poi i motivi per cui esiste un SSN.
Vanno spesi i soldi necessari, cioè eseguendo solo gli esami necessari ed utili. La sanità non è una fabbrica dove va valutato il numero dei “pezzi” prodotti, ma bensì i risultati ottenuti in termini di salute. Purtroppo e troppo spesso le attuali amministrazioni trovano più semplice amministrare la sanità pubblica come una “fabbrica”, che non come un servizio alla popolazione. Troppo spesso viene chiesto alle strutture radiologiche di incrementare la “produzione” senza badare ai risultati di salute conseguiti. Cioè manca un organismo di controllo esterno ed imparziale (chi controlla il controllore?).
Domanda. Avete riscontrato discrepanze significative tra pubblico e privato nella rilevazione dei costi? E il sistema tariffario attuale è davvero in grado di garantire una copertura equa?
Accarino: Il pubblico di per sé ha una organizzazione iperburocratica (la definirei come una malattia: Ipertrofia burocratica) che determina una moltiplicazione dei costi e che potrebbe essere recuperata, a differenza delle attività gestite dal privato che puntano sulla maggiore efficienza che riduce in maniera drastica lo spreco di denaro.
Inoltre una delle maggiori difficoltà è stata omogeneizzare i dati rilevati delle strutture a gestione pubblica che hanno incredibilmente sistemi di contabilità dei più disparati, talvolta anche fantasiosi, ma certamente non omogenei come invece avviene nella maggioranza di quelle a gestione privata.
La copertura economica non è certamente equa, perché le risorse nel nostro Paese non sono distribuite in maniera equa, e non mi riferisco solo alle risorse economiche, ma anche di personale. I dati pubblicati dalle varie Istituzioni – AGENAS, CENSIS, CORTE DEI CONTI ed altre – lo documentano da anni. Ma il problema maggiore risiede certamente nella modifica del titolo V della costituzione del 2001, che ha regionalizzato la sanità, creando disparità tra le varie regioni e quindi dei cittadini, che ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Domanda. Nel contesto di un Servizio Sanitario sempre più sotto pressione, quanto è urgente, secondo lei, un aggiornamento complessivo dei LEA e delle prestazioni riconosciute?
Accarino: Il SSN è sotto pressione principalmente perché non si ha il coraggio di cambiare un meccanismo ormai obsoleto – ed è sotto gli occhi di tutti – Il mondo dal 1978 ad oggi è profondamente cambiato, come i bisogni di salute della popolazione, mentre il SSN è rimasto al palo con una burocrazia ipertrofica, probabilmente inutile, ma certamente costosa. Il sistema va rivisto, perché non è più possibile far finta di dare tutto a tutti, soprattutto quello che non serve. Bisogna avere il coraggio di dire qualche no.
L’aggiornamento dei LEA è indispensabile per le stesse motivazioni per cui il SSN non va più: negli altri paesi i LEA sono rivisti con cadenza annuale. Nel nostro Paese dopo quelli del 1996 i LEA sono stati aggiornati nel 2017, ma sono diventati applicabili in tutto il Paese solo dal 2025. Credo che la cosa si commenti da sola.
Perché è doveroso precisare che un’altra delle storture derivante dalla regionalizzazione della sanità dal lontano 2001 è la differente applicazione di LEA e tariffe in base alla disponibilità economica che ha ogni singola regione per la differente attribuzione economica dei fondi del SSN da parte dello stato centrale. La cosa si riallaccia a quanto prima indicato.
Domanda. Guardando al futuro, la SIRM intende ampliare il raggio di questa analisi anche ad altre branche della radiologia o a tematiche come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale?
Accarino: Va chiarito subito e con fermezza un punto essenziale: l’intelligenza artificiale è solo uno strumento, al pari delle altre macchine utile, ma non sostituisce nella maniera più assoluta la professione del medico radiologo.
Mi sia permesso di rilevare che, anche nella determinazione delle tariffe, alla componente professionale viene purtroppo data sempre poca rilevanza, privilegiando di contro la componente strumentale: le macchine per quanto complesse e costose sono solo lo strumento nelle mani dello specialista radiologo che formula la diagnosi, che è poi il vero atto medico.
Sia ben chiaro che la diagnosi la fa il medico e non la macchina.
D’altro canto lei oggi preferirebbe subire un intervento chirurgico dal miglior chirurgo che c’è su piazza? O essere operato da una macchina?
Da ultimo il campionato di Formula 1 si vince certamente con la macchina migliore. Ma senza il miglior pilota la sola macchina non vince nulla. I fatti lo dimostrano al di là di tutti i proclami.