
(AGENPARL) – Wed 16 July 2025 Palazzo Madama
Sala Koch
16 luglio 2025 – ore 11
AUTORITÀ PER LE
GARANZIE NELLE
AGCOM C O M U N I C A Z I O N I
AUTORITÀ PER LE
GARANZIE NELLE
AGCOM C O M U N I C A Z I O N I
PRESIDENTE
GIACOMO LASORELLA
PRESIDENTE
AUTORITÀ PER LE
GARANZIE NELLE
AGCOM C O M U N I C A Z I O N I
Presidente
GIACOMO LASORELLA
Componenti
LAURA ARIA
MASSIMILIANO CAPITANIO
ANTONELLO GIACOMELLI
ELISA GIOMI
Segretario generale
GIOVANNI
GIULIETTASANTELLA
GAMBA
Capo di gabinetto del Presidente
GIORGIO GIOVANNETTI
Indice
1. PREMESSA
2. LE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE
3. I SERVIZI POSTALI
4. I MEDIA
5. I SERVIZI DIGITALI E LA TUTELA DEL COPYRIGHT
6. LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
7. CONCLUSIONI
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1. Premessa
Ringrazio sinceramente il Presidente del Senato, sen. Ignazio La Russa,
innanzitutto per l’ospitalità in Senato, ma anche, soprattutto, per aver voluto inaugurare
i nostri lavori e per le parole che ha voluto riservare all’attività dell’Autorità.
Sono qui oggi insieme ai colleghi Laura Aria, Antonello Giacomelli, Elisa
Giomi e Massimiliano Capitanio, che insieme a me compongono il Consiglio
dell’Autorità, e al Segretario generale Giovanni Santella, per illustrare l’attività svolta
nel corso degli ultimi dodici mesi e, come prevede la legge, i “programmi di lavoro” per
il futuro.
L’occasione impone, ad un tempo, uno sforzo di completezza e di sintesi.
Da un lato, è necessario isolare i temi che caratterizzano il periodo oggetto della
relazione, dall’altro, occorre contestualizzarli nell’ambito di una cornice più ampia.
Bisogna, in sostanza, parafrasando un noto proverbio anglosassone, cercare di
vedere nello stesso tempo gli alberi e la foresta, non tralasciando né gli uni né l’altra.
Lo scenario – noto – è quello di processi di innovazione tecnologica, che
stanno rivoluzionando il contesto sociale ed economico, modificando l’immaginario, le
consuetudini, i consumi culturali e finanche gli orientamenti e le opinioni.
Se volessimo identificare un unico elemento, capace di rappresentare la
portata del cambiamento in atto, forse il dato più significativo è che, almeno stando ai
freddi numeri, la televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli
italiani.
Lo strumento che ha accompagnato dal 1954 la crescita di un Paese, modellandone
i gusti, uniformandone i linguaggi, creando identità nazionale e senso comune, pur
rimanendo centrale nella dieta mediatica della Nazione, non è più lo strumento con il
quale i cittadini si informano in via prioritaria.
Soltanto il 46,5% della popolazione adulta – dicono i dati dell’Osservatorio AGCOM
sul sistema dell’informazione, pubblicati nel marzo 2025 – si informa con la televisione,
laddove appena sei anni fa, nel 2019, questa percentuale era del 67,4%.
Un italiano su due (il 52,4%), invece, utilizza la Rete per informarsi, con motori
di ricerca, social media e siti web/app di quotidiani e periodici che sono diventate le
principali porte di accesso all’informazione.
Per altro verso – a conferma del fatto che un singolo dato non restituisce
adeguatamente la complessità del quadro – televisione, radio e carta stampata
rimangono fonti informative ritenute più affidabili rispetto a social network e
piattaforme; questo impone una riflessione sulla necessità di tutelare e salvaguardare
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1. PREMESSA
l’informazione professionale, anche in applicazione dei principi del regolamento
europeo per la libertà dei media, a tutela del pluralismo.
L’analisi della composizione dei ricavi nel settore dei media conferma i cambiamenti
in corso. I ricavi pubblicitari delle piattaforme sono aumentati in 7 anni di circa il 250%,
passando da quasi 2 miliardi nel 2016 a circa 7 miliardi di euro nel 2023.
Ciò sta determinando una modifica degli assetti del mercato, con una crescita,
nel Sistema integrato delle comunicazioni (SIC), del peso di attori come Alphabet/
Google, Meta/Facebook, Amazon e Netflix, accanto agli attori tradizionali quali RAI,
Comcast Sky, Fininvest, Discovery e Cairo Communication.
Non solo. Questi dati, relativi alle diverse fonti di informazione, costituiscono
un importante elemento di riflessione in relazione alla configurazione stessa del nostro
dibattito pubblico, e, in definitiva, in relazione alla tenuta della nostra democrazia.
Insomma, il dettaglio ci avverte che è in corso un cambio di paradigma, mentre
il contesto di insieme ci invita a leggere con attenzione e cautela ogni singolo elemento.
In questo scenario, qual è il compito di AGCOM?
A mio avviso, il suo compito è duplice:
accompagnare la trasformazione dei settori tradizionali alla luce della
rivoluzione digitale, garantendo una transizione ordinata, rispettosa delle
regole, e, soprattutto, che faccia salvi i diritti dei cittadini-utenti;
contribuire a regolare e, al tempo stesso, favorire lo sviluppo armonico
dei nuovi servizi digitali, sempre nel rispetto della persona e sempre nella
garanzia dei diritti.
La sfida, insomma, è quella di far sì che le profonde trasformazioni in
atto si realizzino nel rispetto dei principi alla base del nostro ordinamento: la tutela
del pluralismo, soprattutto informativo, la tutela della dignità della persona, la
promozione della concorrenza e della trasparenza dei mercati, la difesa dei
diritti degli utenti, a partire dai minori e dalle categorie più fragili.
Tutto questo in un contesto legislativo certamente nazionale, ma che non può
prescindere dalla dimensione europea.
A questo proposito, consentitemi di segnalare che siamo entrati in una fase
nuova, più matura, della regolazione del digitale sui settori tradizionali di competenza
dell’Autorità.
Nella precedente legislatura europea c’è stato un enorme sforzo normativo
che si è concretizzato con il Regolamento sui Servizi digitali (meglio noto come DSA)
e quello sui mercati digitali (DMA). Ci sono stati, poi, il Regolamento europeo sulla
libertà dei media (EMFA), il Regolamento sulla trasparenza e il targeting della pubblicità
politica (TTPA), quello sull’intelligenza artificiale (AI Act) e quello sull’accesso equo ai
dati e sul loro utilizzo (Data Act).
Ora si apre – in un contesto internazionale in trasformazione, caratterizzato da
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forti tensioni, – una fase di applicazione, consolidamento e razionalizzazione dei
vari plessi legislativi volti a regolare il digitale.
Tale fase coinvolge sia il livello europeo, sia il livello nazionale, e anzi, sotto
questo profilo è particolarmente importante testare la tenuta e l’efficacia della ripartizione
dei vari livelli di competenza.
Ciò, naturalmente, senza dimenticare che la tecnologia continua a correre,
ponendo la necessità di ulteriori interventi normativi europei: penso, ad esempio,
all’annunciato Regolamento europeo sulle reti digitali (Digital Networks Act),
destinato ad aggiornare significativamente il quadro esistente.
Date queste coordinate di fondo, vale la pena di soffermarsi sui singoli dati
di settore, nel tentativo di ricostruire lo sforzo complessivo compiuto dall’Autorità
nell’applicazione del quadro regolamentare ad essa affidato.
Prima di iniziare con l’analisi di dettaglio, però, consentitemi di ringraziare gli
onorevoli Parlamentari presenti, cui è essenzialmente rivolta questa relazione, i componenti
del Governo, i Presidenti delle Autorità consorelle, il Presidente e i componenti del
Consiglio nazionale degli utenti, i rappresentanti dei Co.re.com., i rappresentanti della
Guardia di Finanza, della Polizia postale e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale,
le altre autorità civili e militari presenti, gli esponenti delle aziende regolate e tutti voi
che siete qui, oltre a coloro che ci seguono da casa tramite RAI 1 e il TG1 e tramite i
siti del Senato e dell’Autorità.
La chiave per affrontare la sfida del digitale è certamente nella cooperazione e
nell’interazione di tutti i soggetti istituzionali ed in particolare di tutte le Autorità
competenti nei vari settori, coordinando gli sforzi in un’ottica di sistema.
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2. LE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE
2. Le comunicazioni elettroniche
Il settore delle comunicazioni elettroniche, come accennavo sopra, è al
centro di approfondite riflessioni in ambito europeo.
Il dibattito sulla riforma legislativa, avviato dalla Commissione europea nel
2023 con una consultazione esplorativa, è proseguito nel 2024 con la pubblicazione
del Libro Bianco “How to master Europe’s digital infrastructure needs?” che
propone una riflessione sulle trasformazioni dovute alla convergenza tecnologica tra reti
di comunicazioni elettroniche e servizi cloud, analizzando i nuovi strumenti per superare
le barriere che ostacolano il mercato interno.
La nuova regolamentazione dovrà rispondere, nelle intenzioni della Commissione
europea, all’esigenza di favorire un maggiore dinamismo dell’industria europea per
promuovere produttività, investimenti e competitività globale, anche in relazione agli
obiettivi fissati dai Rapporti Letta e Draghi, senza tralasciare lo sviluppo delle reti, la
concorrenza e la tutela dei consumatori.
Queste riflessioni, corroborate anche dagli esiti della Call for Evidence europea
conclusasi appena qualche giorno fa, dovrebbero tradursi in una proposta legislativa
della Commissione per un Digital Networks Act europeo, atteso per dicembre 2025.
L’Autorità sta seguendo da vicino il percorso di elaborazione delle prossime
proposte legislative, sia direttamente, sia nell’ambito del BEREC, l’organismo che
raccoglie i regolatori europei di settore, nel quale l’Autorità ricopre numerose posizioni
di coordinamento tecnico.
Mi preme a tal riguardo sottolineare come, in linea con le riflessioni in corso
in ambito europeo e, in qualche misura, anticipandole, AGCOM ha avviato lo scorso
mese di marzo, prima tra le varie autorità di settore, una specifica riflessione sul ruolo
delle Content Delivery Networks e sulla possibile applicazione ad esse del regime di
autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche.
Per quanto riguarda più direttamente il contesto nazionale, uno degli
eventi più significativi che hanno segnato il periodo di riferimento è stata la separazione
strutturale della rete fissa di TIM, con il trasferimento dell’infrastruttura a FiberCop.
Inoltre, proprio alla fine dello scorso anno è stata ufficializzata l’acquisizione di
Vodafone Italia da parte di Swisscom, già proprietaria di Fastweb.
Infine, all’inizio di quest’anno, Poste Italiane è divenuto il primo azionista di TIM
con il 24,81% delle azioni ordinarie e il 17,81% del capitale complessivo di Telecom
Italia.
L’insieme di queste operazioni, a partire, ovviamente, da quella della separazione
della rete, ha radicalmente mutato l’assetto del mercato, in particolare quello all’ingrosso,
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inducendo AGCOM ad avviare una nuova Analisi dei mercati di accesso alla rete
fissa.
Scopo dell’Analisi di mercato sarà quello di stabilire se FiberCop possa
essere qualificata come operatore wholesale only (aspetto sul quale l’Autorità ha già
raggiunto una conclusione, avallata dall’AGCM, che ha sottoposto alle autorità europee,
con le quali è in corso una interlocuzione) e di delineare il regime regolamentare
conseguente.
Ciò, fermo restando che fino a quel momento il settore rimarrà regolato in base
all’Analisi di mercato vigente.
Contestualmente, AGCOM ha adottato una misura cautelare per sospendere
l’obbligo di replicabilità delle offerte al dettaglio per TIM, in quanto non più titolare
della rete fissa.
Le dinamiche societarie ricordate sopra si inseriscono, peraltro, in un contesto di
persistente crescita dei consumi, in particolare del traffico dati, e di costante riduzione
dei prezzi dei terminali mobili.
Il peso dei ricavi del settore sul PIL si attesta all’1,3% nel 2024, stabile rispetto al
2023. La spesa complessiva della clientela (residenziale e affari) è cresciuta dell’1,9%.
Gli investimenti in infrastrutture di rete (trainati da quelli relativi alla rete
fissa) hanno mostrato un aumento dell’8,7% rispetto al 2023, raggiungendo 7,05
miliardi di euro.
La copertura FTTH, cioè la connessione alla rete tramite fibra ottica, calcolata
dall’Autorità per il DESI (lo strumento utilizzato dall’Unione europea per monitorare i
progressi degli Stati membri nel perseguimento del Digital Decade Policy Program),
ha raggiunto, al 31 dicembre 2024, il 70,7% delle famiglie, sebbene permangano
significative differenze tra alcune regioni.
Lo sviluppo FTTH ha interessato in modo uniforme aree bianche, grigie e nere,
anche se la realizzazione nelle aree grigie e nere procede più lentamente rispetto ai piani
dichiarati. Il 25,7% della copertura FTTH esistente è stata realizzata nel 2024.
A questo riguardo, è stato importante il ruolo giocato dall’Autorità – anche in
un’ottica di specifica attenzione al tema “aiuti di Stato” – nel processo di attuazione del
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare con l’approvazione dei
listini per i servizi di site sharing e accesso nelle aree interessate dai Piani “Italia a 1
Giga” e “Italia 5G”.
Sono proseguite le attività relative al Piano per il decommissioning della rete in
rame di TIM (delibere nn. 348/19/CONS e 114/24/CONS), che prevede la dismissione di
circa 6.000 centrali.
Per quanto concerne la tutela dei consumatori, oltre ad aver proseguito
nell’attività di vigilanza sugli strumenti per la tutela dei minori introdotti lo scorso anno,
la novità di quest’anno è certamente la rinnovata azione di contrasto alle cosiddette
attività di teleselling e telemarketing selvaggio.
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2. LE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE
In quest’ambito l’Autorità ha introdotto specifiche misure per arginare il
fenomeno del CLI (Calling Line Identification) spoofing, il camuffamento da
numeri italiani di numeri provenienti dall’estero.
Le nuove disposizioni, basate anche su altre esperienze internazionali, introducono,
a carico degli operatori, l’obbligo di bloccare le chiamate dall’estero verso l’Italia
che espongono illegittimamente un identificativo corrispondente a un numero
italiano, con implementazione graduale per numeri fissi e mobili, con l’obiettivo di
ridurre significativamente tale pratica, particolarmente fastidiosa per i cittadini.
È stato anche approvato – e sempre a tutela dei cittadini – un sistema di
classificazione per le offerte di servizi di comunicazione mobile su tecnologia
Le nuove norme prevedono l’utilizzo di bollini di colore diverso per segnalare le
caratteristiche del servizio offerto, e in particolare la presenza di eventuali limitazioni di
velocità.
Quanto poi alla tutela degli utenti con disabilità, con la delibera n. 281/24/CONS,
l’Autorità ha esteso anche agli utenti con gravi disabilità motorie le misure agevolate, già
previste a beneficio di non vedenti e non udenti, per l’accesso e la fruizione dei servizi
di comunicazione elettronica erogati da rete fissa e mobile.
Sono proseguiti, nel periodo di riferimento, tutti i progetti AGCOM finalizzati a
garantire la qualità della rete e la trasparenza delle sue prestazioni (MisuraInternet,
MisuraInternetMobile, software Ne.Me.Sys).
Ci tengo a sottolineare che il nostro sistema Misura Internet, che misura la
qualità del servizio in modo granulare fino al numero civico, ulteriormente aggiornato e
migliorato in quest’anno, è stato indicato dalla Commissione europea come modello di
riferimento per le altre Autorità nazionali.
Anche la piattaforma per la risoluzione digitale delle controversie,
ConciliaWeb, anche grazie al prezioso contributo dei Co.re.com., si è affermata come
modello di riferimento, utilizzato sia in altri settori di competenza di AGCOM, sia da altre
Autorità nazionali.
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3. I servizi postali
Nel settore dei servizi postali, nel 2024 ci sono stati circa 3,1 miliardi di invii,
con un calo complessivo rispetto al 2023 (-1,5%), determinato dalla riduzione degli invii
di corrispondenza, che segnano un -6,2% sul 2023 e un -18% rispetto al 2020.
Al contrario, la consegna di pacchi conferma una crescita significativa, raggiungendo
circa 1,17 miliardi di invii nel 2024, con un aumento del 7,3% rispetto al 2023 e un
notevole +34,6% rispetto al 2020.
I ricavi complessivi del mercato postale nel 2024 sono stati pari a 8,59 miliardi di
euro, con un incremento di quasi 163 milioni di euro (+1,9%) rispetto all’anno precedente,
riferibile soprattutto all’aumento dei ricavi dai servizi di pacchi.
L’incidenza dei servizi di corrispondenza rientranti nel Servizio Universale
diminuisce nel tempo, rappresentando nel 2024 il 30,4% in volume e il 53% in ricavi.
Nel 2024, i prezzi dei servizi postali sono aumentati del 4,3% rispetto al 2023; nel
quinquennio 2020-2024, l’incremento totale del 13,4% è rimasto al di sotto dell’inflazione
generale (+18%).
AGCOM ha adottato diverse iniziative regolatorie nel 2024.
In linea con altri Paesi europei, l’Autorità ha determinato le nuove tariffe massime
delle prestazioni incluse nel Servizio Universale, consentendo un incremento medio
– sia pure inferiore a quello inizialmente richiesto – del 6,5% (delibera n. 51/25/CONS).
Mi preme, inoltre, ricordare la recentissima segnalazione al Governo, in cui
l’Autorità manifesta l’esigenza, riscontrata anche a livello europeo, della revisione
della disciplina inerente al fondo di compensazione degli oneri del Servizio
Universale, di cui si propone l’abolizione, in considerazione delle tendenze attuali e
prospettiche del mercato.
Con la delibera n. 388/24/CONS, è stato definito il nuovo regolamento concernente
la revisione dei titoli abilitativi per l’offerta al pubblico di servizi postali, la cui
precedente versione risaliva al 2015, nel senso di una semplificazione e di una riduzione
degli oneri a carico degli operatori.
L’Autorità ha esteso la propria attività di vigilanza alle piattaforme digitali che
offrono singoli servizi postali (di norma, la semplice consegna), al fine di assicurare che
i consumatori siano adeguatamente informati sui costi e sui termini di servizio e ricevano
le medesime tutele degli altri utenti postali.
Inoltre, sempre nella prospettiva della tutela dei consumatori, nell’ottobre 2024
è stato infine lanciato il Portale delle segnalazioni, che facilita la presentazione di
reclami. Nello stesso anno, anche grazie a tale innovazione, gli indennizzi erogati agli
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3. I SERVIZI POSTALI
utenti dai principali operatori sono aumentati di circa il 15%.
Anche nel settore postale, l’Autorità partecipa attivamente ai lavori del gruppo
europeo dei regolatori di settore, l’ERGP, con funzioni di coordinamento tecnico di
diversi filoni regolamentari.
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4. I media
Passando al settore dei media, dal punto di vista normativo, il 2024 si
segnala in primo luogo per l’adozione dello European Media Freedom Act (EMFA),
un regolamento cardine per la libertà e il pluralismo dei media nell’Unione Europea, che
entrerà compiutamente in vigore l’8 agosto.
Il regolamento introduce un quadro normativo armonizzato per i servizi di media
all’interno dell’Unione europea, ivi compresi i servizi di media digitali e di contenuti
online, con finalità di salvaguardia della libertà e del pluralismo dei mezzi di informazione.
Le nuove norme, tra l’altro:
• stabiliscono il divieto di utilizzare software spia nei confronti dei giornalisti;
• dettano regole in materia di servizio pubblico radiotelevisivo;
• prevedono una disciplina ad hoc sulla moderazione dei contenuti di
informazione dei media da parte delle piattaforme online;
• prescrivono un regime di trasparenza sulla proprietà dei media;
• promuovono l’armonizzazione delle procedure di controllo sulle
concentrazioni;
• introducono un sistema trasparente di rilevazione dell’audience, esteso
ai media digitali.
Alcuni degli istituti più rilevanti del regolamento – penso alla disciplina delle
concentrazioni e degli indici di ascolto – risultano sostanzialmente già attuati in Italia e
richiedono soltanto alcuni aggiustamenti regolamentari e procedimentali.
Vi sono poi alcune disposizioni che, per espressa previsione dell’EMFA, necessitano
di ulteriori interventi a livello nazionale che coinvolgono in primo luogo la responsabilità
del Parlamento e del Governo.
L’Autorità è pronta a fare la sua parte, sia sul piano nazionale, sia sul piano europeo,
per assicurare un’applicazione efficace e tempestiva delle nuove norme europee.
A tal riguardo, l’Autorità ha già fornito un notevole contributo per assicurare una
efficace transizione dall’ERGA, il gruppo europeo dei regolatori dell’Audiovisivo
(European Regulators Group for Audiovisual Media Services), che ho presieduto per
oltre due anni, al nuovo European Board for Media Services (noto come Media Board),
istituito proprio dall’EMFA.
Il 10 aprile 2024, è altresì entrato in vigore il Regolamento europeo relativo
alla trasparenza e al targeting della pubblicità politica. Il provvedimento sarà
pienamente applicabile negli Stati membri a partire dal 10 ottobre 2025.
Anche in questo ambito, nel periodo di riferimento l’Autorità ha coordinato l’azione
di ERGA ed ha fornito, sui temi di competenza, il proprio contributo all’elaborazione
della posizione nazionale nel corso dei negoziati.
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4. I MEDIA
Per predisporre tempestivamente le condizioni per la piena attuazione del
Regolamento è auspicabile che l’Autorità sia espressamente indicata come soggetto di
riferimento, in coerenza con le disposizioni già esistenti in tema di par condicio.
Il quadro economico del settore dei Media, analizzando il contesto nazionale,
nonostante alcune persistenti debolezze, mostra nel 2024 segnali di ripresa.
Le entrate complessive sono aumentate del 3,2% rispetto al 2023, superando i 12
miliardi di euro.
Questo incremento si deve principalmente all’aumento dei ricavi da contenuti
a pagamento (+4,3%), soprattutto per la televisione online, che ha compensato il calo
nelle vendite di copie di quotidiani e periodici.