
(AGENPARL) – Wed 16 July 2025 *Comunicato Stampa*
*RSA Maria Bambina di Padova: i dipendenti verso lo stato di agitazione*
*FP CGIL e FISASCAT CISL denunciano il rischio di un peggioramento
dell’assistenza con il passaggio al contratto ANASTE dopo che, dal 1°
settembre, ci sarà il trasferimento del ramo d’azienda*
Fp Cgil Padova e Fisascat Cisl Padova e Rovigo esprimono forte
preoccupazione in merito al trasferimento del ramo d’azienda della RSA
Maria Bambina di Padova, situata in via San Massimo, previsto per il 1°
settembre 2025. Da quella data, infatti, la gestione della struttura
passerà dalla Provincia Italiana della Congregazione delle suore di Carità
delle sante B. Capitanio e V. Gerosa a Maria Bambina srl, una nuova società
creata dalla Fondazione Mantovani.
“La cessione del ramo d’azienda – dicono Angela Marigo della Fp Cgil Padova
e Giovanni Gallo della Fisascat Cisl Padova e Rovigo – è stata motivata
dalla contrazione del personale religioso, ma riguarda i 47 dipendenti
attualmente assunti con contratto AGIDAE (Associazione Gestori Istituti
Dipendenti Autorità Ecclesiastica), i quali gestiscono 67 posti letto per
altrettante persone fragili. Ad oggi, il personale della RSA Maria Bambina,
ci ha sempre riferito di ottime condizioni di lavoro, di un clima di lavoro
decisamente positivo dove sussistono buone relazioni con la parte datoriale
e un elevato livello assistenziale offerto agli utenti. La novità è che
purtroppo le cose, dal 1° settembre, sono destinate a cambiare e, secondo
noi, in senso negativo”.
“Accade che il nuovo datore di lavoro – rivelano i due sindacalisti – abbia
manifestato l’intenzione di applicare ai dipendenti della struttura il
contratto ANASTE (Associazione Nazionale Strutture Territoriali). Questa
decisione desta grande allarme tra le organizzazioni sindacali di categoria
(Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs) che hanno già
proclamato lo stato di agitazione nazionale per tutto il personale
impiegato nelle strutture aderenti ad ANASTE o che ne applicano il CCNL.
Per noi è una proposta inaccettabile e le ragioni della protesta risiedono
che l’offerta di rinnovo contrattuale avanzata da ANASTE è del tutto
inadeguata e insufficiente. Si tratta di un rinnovo che prevede un misero
incremento retributivo di soli 55 euro sul tabellare per il livello 4 full
time (da riparametrare sugli altri livelli), un contributo di 5 euro per
l’assistenza sanitaria integrativa, una *una tantum* di 200 euro sotto
forma di welfare aziendale e il pagamento al 75% del terzo e quarto evento
di malattia. Un’ offerta che risulta ancor più inaccettabile se confrontata
con i recenti rinnovi contrattuali sottoscritti nel settore sociosanitario
(Uneba, Cooperative Sociali, Valdesi, Anffas e Agidae)”.
“Il rischio – concludono Marigo e Gallo – è che da qui a poco assisteremo
ad un esodo del personale dalla struttura e al peggioramento della qualità
assistenziale erogata agli utenti. E tutto ciò sarà la diretta conseguenza
della scelta del nuovo datore di lavoro di applicare un contratto
peggiorativo per operatori, infermieri e tutto il personale. Si tratta di
una decisione che non può che generare forte preoccupazione tra i
dipendenti e, come organizzazioni sindacali, non possiamo che confermare
che l’attuale stato del confronto giustifica tali preoccupazioni. A questo
si aggiunga la notevole difficoltà nel reperire nuove figure professionali
in un mercato già in crisi. Purtroppo, è facile prevedere che le
conseguenze di tale scenario avranno un pesante impatto sulla qualità
dell’assistenza erogata agli utenti, in gran parte soggetti fragili e non
autosufficienti. Una responsabilità che cadrà tutte sulle spalle
dell’azienda e delle sue scelte”.