
(AGENPARL) – Roma, 13 luglio 2025 – Silvio Berlusconi, in diverse occasioni tra il 2022 e il 2023, espresse posizioni controverse sulla guerra in Ucraina e sulla possibilità di pace, spesso accompagnate da proposte legate alla ricostruzione del Paese. Le sue dichiarazioni, riportate da varie fonti, riflettono una visione che ha suscitato critiche per la vicinanza alle narrazioni russe e per il tono critico verso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Berlusconi propose che la pace potesse essere raggiunta se l’Occidente avesse smesso di fornire armi e aiuti militari all’Ucraina, offrendo invece ingenti somme per la ricostruzione. In un’intervista per il libro di Bruno Vespa La grande tempesta (ottobre 2022), dichiarò: “Forse, solo se a un certo punto l’Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se l’Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra, Zelensky potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa”. Suggerì anche che Putin avrebbe dovuto abbandonare le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, ma non mise in discussione l’annessione della Crimea alla Russia e propose un nuovo referendum nel Donbass sotto supervisione occidentale.
Nel febbraio 2023, Berlusconi tornò sull’argomento, suggerendo un “Piano Marshall” per l’Ucraina, con finanziamenti di migliaia di miliardi di dollari, a condizione che Zelensky ordinasse un cessate il fuoco immediato, poiché l’Occidente avrebbe smesso di fornire armi e dollari. Disse: “Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare a un cessate il fuoco”. Queste parole furono interpretate come un tentativo di spingere l’Ucraina a una resa, attirando critiche da parte di opposizioni italiane e del governo ucraino.
Berlusconi espresse scetticismo sulla possibilità di negoziati diretti tra Putin e Zelensky, dichiarando nell’ottobre 2022: “Non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile”. Inoltre, criticò apertamente Zelensky, sostenendo che la guerra sarebbe stata evitata se l’Ucraina avesse cessato di attaccare le repubbliche autoproclamate del Donbass.
Berlusconi sottolineò l’importanza di un impegno finanziario per la ricostruzione dell’Ucraina come strumento per favorire la pace. Nel febbraio 2023, propose che il presidente americano Joe Biden offrisse a Zelensky un “Piano Marshall” per ricostruire l’Ucraina, condizionato a un cessate il fuoco. Questa idea fu ripresa da altri, ma Berlusconi la presentò come una leva per convincere l’Ucraina a negoziare, suggerendo che senza aiuti militari l’Ucraina sarebbe stata costretta a trattare.
Le sue dichiarazioni si inseriscono in un contesto più ampio in cui l’Italia, sotto il governo Meloni, ha poi ospitato la Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina a Roma nel luglio 2025, un evento che ha visto la partecipazione di numerosi leader e aziende per discutere della ripresa economica e infrastrutturale dell’Ucraina.
Le affermazioni di Berlusconi furono spesso criticate per la loro vicinanza alla propaganda russa, in particolare quando sostenne che l’Ucraina avesse violato gli accordi di Minsk e che Zelensky avesse triplicato gli attacchi nel Donbass, accuse smentite dai dati dell’OSCE che mostravano invece una diminuzione delle violenze dal 2019 al 2022. Il governo ucraino, tramite il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak, lo accusò di agire come un “agitatore per conto di Putin”, danneggiando la reputazione italiana.
Berlusconi tentò di mitigare le critiche, ribadendo il sostegno di Forza Italia all’Ucraina e alla NATO, ma le sue posizioni personali furono spesso in contrasto con la linea atlantista del governo Meloni. Le sue dichiarazioni provocarono tensioni anche all’interno della coalizione di centrodestra e reazioni da Bruxelles, con il PPE che cancellò un evento a Napoli nel 2023 in risposta alle sue parole.
SeIn sostanza Berlusconi propose da subito una strategia di pace basata sulla cessazione degli aiuti militari occidentali all’Ucraina in cambio di massicci investimenti per la ricostruzione, non risparmiando critiche a Zelensky e mostrando una visione che appariva favorevole a una negoziazione su termini vicini alle richieste russe. Queste posizioni, spesso espresse in contesti informali o attraverso audio trapelati, hanno generato polemiche per il loro impatto sulla credibilità dell’Italia e sulla coerenza della coalizione di governo. Forse è questo che Pier Silvio ha voluto trasmette al ministro Tajani segretario di FI, avere il coraggio di sostenere le idee del padre e lanciare così il partito verso la guida di una coalizione magari più di centro che di destra. Lo dichiara l’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica.