
(AGENPARL) – Sat 05 July 2025 https://www.aduc.it/editoriale/libero+mercato+globalizzazione+si+cambia+quanto+ne_39475.php
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Libero mercato, globalizzazione. Si cambia! Quanto ne vale la pena e che fare
Dalla seconda guerra mondiale in poi abbiamo avuto gli Usa come Paese guida, anche per l’economia. Non solo l’Italia, ma essenzialmente tutto il mondo cosiddetto libero/occidentale.
Dall’inizio di quest’anno gli Usa, con il presidente Donald Trump, hanno deciso – più di quanto non fosse già prima – che questa guida debba essere più che altro una sottomissione alla loro volontà, dove per “loro” si intende arricchimento dei già ricchi (molti anche di entourage e famiglia dello stesso presidente) e – nell’ambito della loro visione sovranista – della economia interna di quel Paese. Quindi niente più uno spirito come quello del piano Marshall (ricostruzione post seconda guerra mondiale per l’Europa) o di altri piani per aiuti e sostegno alle economie più disastrate del mondo. A partire dallo scorso 3 aprile (con tanti rinvii), che è stato chiamato “Liberation day”. Oltre alla chiusura di piani, sono stati imposti i noti dazi per le merci che entrano nel territorio Usa, che “ballano” – in base agli umori del presidente – dal 10 al 300%.
Nel contempo, al momento principale vittima sembra essere l’Ucraina invasa dalla Russia, gli Usa hanno una apertura verso la Russia di Putin, considerata partner economico e politico nella visione di un mondo spartito tra le due potenze mondiali, Usa e Russia.
L’Europa e l’Ue sembra che al momenti stiano a guardare e subire gli umori Usa basandosi su una sorta di mantra del tipo “gli Usa sono nostri alleati, niente si può fare senza gli Usa”, oltre che cercare di fronteggiare le espansioni territoriali, economiche e politiche della Russia, con grande sacrificio dell’Ucraina e ampie e giustificate preoccupazioni dei paesi est-europei ex-impero sovietico.
Il mondo però non finisce con Usa e sue “estensioni”, e Russia e sue estensioni. C’è la mastodontica Cina. Che in questi ultimi decenni, più o meno accettata, ha espanso la sua economia in tutto il mondo (Usa, Russia e Europa incluse) con prodotti e servizi di cui i fruitori non ne possono ormai fare a meno. E quando questi fruitori dicono che questi prodotti sono “superflui”, come i veicoli elettrici in Ue e li gravano di dazi altissimi per privilegiare le loro produzioni, hanno come ricaduta crisi, perdite e disperazioni di queste loro produzioni, con ricadute negative in tutte le loro economie.
E mentre Trump fa i suoi accordi diretti con la Cina (definirli – al momento – è complicato), c’è anche l’Africa.
Il nostro continente – nonostante il piano Mattei del nostro governo, che al momento non è nulla se non bla bla – vive l’Africa come mero propulsore di migranti. La Cina, invece, considera questo continente come mercato di sbocco, oltre che di materie prime. Non solo ma, per molti Paesi africani (quelli che dovrebbero esportare in Usa con dazi anche oltre il 50%), la Cina ha deciso una politica di dazi zero (1). Decisione che presumibilmente condizionerà politiche e alleanze, conferendo alla Cina una funzione che potremmo considerare al pari di quella degli Usa pre-Trump sull’occidente. Mentre la Francia, un tempo importante riferimento per parte dell’Africa, se la passa sempre peggio. L’Ue – ammesso che abbia una politica esplicita in merito – ha una presenza impercettibile. Mentre gli altri “ex”colonialisti europei non esistono praticamente più. Gli Usa in Africa, invece, giocano, come spesso a far soldi dove capita, visto che stanno tagliando tutti gli altri tipi
di aiuti.
Che succede? Sembra che da un mercato globale si stia passando ad alleanze tra singole potenze e specifici mercati. Con un cambio radicale: la Cina sta prendendo il ruolo degli Usa come Paese propulsore di scambi e aiuti verso i cosiddetti Paesi emergenti. La cartina al tornasole sono i “dazi zero” e non solo.
L’aver aperto e favorito questa funzione dominante della Cina, sembra non essere preso nella dovuta considerazione. Qualcuno potrebbe anche essere d’accordo che è bene che sia così: si pensi ai piccoli Paesi sovranisti che, pur di contrastare qualunque tipo di alleanza in odore di federalismo e reciprocità, alberano muri e lanciano proclami per la cui realizzazione è indispensabile il ruolo guida della Cina nella globalizzazione, strizzando l’occhio alla Russia. In un turbinio di occhi strizzati in cui – per citare solo i più grandi – rientrano l’Argentina di Javier Milei, che fa il gioco con gli Usa saltellando tra Mosca e Pechino, e il Brasile di Lula da Silva che sembra saltellare solo tra Cina e Russia.
Noi viviamo nel cosiddetto mondo libero. E, non solo non abbiamo intenzione di uscirne, ma continuiamo a credere che sia possibile estenderlo. O, quantomeno, usare i suoi strumenti (libero mercato e libertà di espressione e comunicazione) per favorire ricchezza, libertà e autonomia dei consumatori e dei cittadini in qualunque parte del mondo. Soprattutto – siccome non aspiriamo a “distruggere”, glissare cinesi e russi – nello stabilire reciprocità e rispettivi vantaggi. Crediamo di farlo rafforzando l’Unione Europea che, oltre a poter uscire dalle proprie attuali dipendenze, possa diventare un riferimento, soprattutto ora con gli Usa a reggenza dispotica e concentrata su se stessa (soprattutto i propri ricchi). L’Ue stessa nasce come libero mercato, solidale e sociale, basato sulla reciprocità.
Abbandonare la libera globalizzazione, quindi, sarebbe un errore, perché la globalizzazione rimarrebbe sempre. Ma manipolata, piuttosto che gestita/favorita, da Cina, Russia e Usa, con questi ultimi che cercano di mortificare ed escludere l’Ue.
Insomma nella globalizzazione che c’è stata fino ad oggi ci sono stati problemi che hanno dato vita a molti capitali e scambi del malaffare. Passare alla supremazia cinese (checchè ne pensino Usa e Russia, è questo che accadrebbe) peggiorerebbe la situazione. L’Ue, non solo mercato ma anche politica e difesa (da cui la necessità di riforme “interne” molto radicali), potrebbe quantomeno ridurre e attenuare certi danni.
1 – https://www.italiaoggi.it/economia-e-politica/commenti/la-cina-ha-cancellato-i-dazi-doganali-per-i-paesi-africani-j6l3gwpp
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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