
Kevin Kelly, fondatore e direttore esecutivo della celebre rivista americana Wired, non è nuovo a previsioni visionarie. Autore del libro Out of Control (1992), in cui anticipò concetti come il cloud computing, le comunità virtuali e le criptovalute, Kelly ha ora lanciato il suo nuovo volume 2049: The Possibilities of the Next 10,000 Days. In questo libro, l’autore immagina scenari futuristici per il mondo, con particolare attenzione alla Cina e al concetto di “Cool China 2049”.
In una lunga intervista con il Global Times, Kelly ha illustrato la sua visione secondo cui, entro il 2049 — anno del centenario della Repubblica Popolare Cinese — la Cina potrebbe affermarsi non solo come potenza economica e tecnologica, ma anche come epicentro globale di creatività, cultura e innovazione.
Un futuro “cool”
Kelly afferma che la Cina sta già mostrando segnali di “coolness” in settori come videogiochi, cinema, musica, veicoli elettrici e droni. L’esempio più eclatante è quello di DJI, azienda leader mondiale nella produzione di droni. Ma secondo Kelly, il potenziale è molto più vasto: “Nel 2049, una Cina molto ‘cool’ potrebbe esportare nel mondo i migliori giochi, esperienze AR, musica e arte, imitati a livello globale.”
La vera sfida, secondo Kelly, non è semplicemente produrre tecnologie avanzate, ma creare un ecosistema culturale che generi desiderio globale. “Il cool power non si ottiene con un singolo prodotto. Servono centinaia di elementi ‘cool’”, ha sottolineato.
Innovazione e tecnologia: uno scenario ottimistico
Nel libro, Kelly evita volutamente scenari distopici, preferendo esplorare possibilità ottimistiche. Immagina un mondo in cui gli smartphone saranno sostituiti dagli occhiali intelligenti, capaci di mostrare informazioni in tempo reale, e in cui ogni individuo sarà assistito da un’IA personale.
Secondo l’autore, settori come robotica, guida autonoma, esplorazione spaziale e biotecnologia vedranno una crescita esponenziale entro il 2049 — e la Cina sarà protagonista. “La Cina ha la combinazione perfetta di talento e infrastruttura per progettare e produrre robot di ogni tipo”, afferma.
Nel campo della biotecnologia, Kelly osserva come la Cina sia passata dalla replica di farmaci occidentali allo sviluppo di soluzioni innovative. “Il potenziale è lì, ed è concreto”, ha detto.
Soft power e immaginario globale
Kelly sottolinea l’importanza per la Cina di costruire un immaginario culturale globale: “Per essere davvero ‘cool’, non basta avere buone tecnologie. Serve anche una produzione culturale forte, attrattiva, che il mondo voglia ascoltare, vedere e vivere.”
In quest’ottica, il “potere del freddo” (cool power) diventa una forma moderna di soft power. “Il Giappone ha gli anime, gli USA hanno Hollywood, il Regno Unito ha la musica pop. La Cina ha bisogno di costruire un ecosistema culturale simile, capace di ispirare e influenzare il mondo”, spiega Kelly.
Non si tratta solo di migliorare la reputazione, ma di ridefinire l’immagine stessa della Cina nel mondo, rendendola una destinazione culturale desiderabile, oltre che una superpotenza economica.
Kevin Kelly offre una visione proiettata, ottimista e stimolante della Cina del futuro. Una Cina non solo tecnologicamente avanzata, ma culturalmente influente, creativa e “cool”. La sfida — e l’opportunità — è aperta: costruire un ecosistema che sappia unire produzione industriale e immaginario culturale, innovazione tecnologica e desiderabilità globale.