
(AGENPARL) – Fri 27 June 2025 Buon lavoro.
COMUNICATO STAMPA
Ho depositato quasi due mesi fa un’interrogazione urgente sul rifacimento del sedime stradale post lavori dei sottoservizi in centro storico: ancora non viene calendarizzata.
In diverse zone del centro storico si è proceduto al rifacimento delle strade con semplice asfalto provvisorio, con grave danno al decoro urbano, alla memoria storica dei luoghi e all’identità architettonica della città: nel mentre montagne di sampietrini, precedentemente divelti da quelle e altre zone del centro storico, giacciono inutilizzati in zona Pile. La scelta dell’asfalto provvisorio in ambiti dove non sono più presenti cantieri della ricostruzione, comporta solo un doppio onere economico al momento della scelta della tipologia di pavimentazione definitiva e un ulteriore disagio per i residenti che si vedranno risfasciare la strada di casa. Se è stata un’idea vincente utilizzare una piccola quantità di quei sampietrini per il restyling del Torrione, ben più apprezzata sarà quella di rimetterli nelle vie dalle quali provengono.
Ma c’è di più a spiegare l’estrema urgenza della mia interrogazione: se in alcuni vicoli del centro è stato apposto l’asfalto provvisorio, in altri, le imprese affidatarie dei sottoservizi hanno fermato i lavori al momento di riasfaltare, nell’attesa di sapere dall’amministrazione quale materiale utilizzare. Purtroppo i mesi stanno passando inutilmente e i residenti si ritrovano la strada di casa richiusa con semplice terra battuta: significa polvere con il vento e, con la pioggia, fango e acqua che penetrano nelle fondamenta e cantine e provocano umidità e muffa. Significa vivere dove nessuno lavora più ma dove comunque, come in tutte le aree cantieri, ci sono pericoli; dove si deve transitare per forza per tornare alla propria abitazione, ma dove non si può accedere con le auto neanche in presenza di garage privati.
Basterebbe che l’amministrazione prendesse una decisione, elaborasse una quantificazione del lavoro da fare in più e stilasse un addendum al contratto di servizio delle imprese. Non farlo significa condannare il centro storico a essere un cantiere abbandonato. Dicono che sia stata la Soprintendenza a costringere il Comune, in una strada della zona di San Pietro, a riapporre gli originali selci bianchi: nulla da obiettare, ma mi chiedo perché tre metri più in là si noti un’altra strada in selci bianchi deturpata da rappezzi d’asfalto.
Non si può ritenere accettabile che, nell’anno in cui L’Aquila è Capitale Italiana della Cultura, il suo centro storico si presenti con vie rappezzate in asfalto anziché restituite alla loro identità originaria, così come non si può continuare ad arrecare danni e disagi ai residenti del centro storico che – ci tengo a precisarlo – non è un enorme Disneyland, ma è composto da famiglie, lavoratori, anziani, disabili, bambini con il diritto di poter accedere alle loro abitazioni.
Paolo Romano – L’Aquila Nuova