
– In pieno svolgimento del vertice NATO, il senatore repubblicano Mike Lee (Utah) ha scosso la scena politica americana presentando una serie di proposte di legge radicali che puntano al ritiro degli Stati Uniti dall’Alleanza Atlantica, a una maggiore trasparenza sui contributi alla difesa e alla denuncia degli alleati che non rispettano i propri impegni.
“Il ritiro dell’America dalla NATO è atteso da tempo”, ha affermato Lee. “Le minacce per cui è nata non sono più rilevanti. Se lo fossero, l’Europa pagherebbe la sua giusta quota invece di far pagare tutto ai contribuenti americani”.
Il Not A Trusted Organization (NATO) Act proposto da Lee obbligherebbe formalmente il presidente degli Stati Uniti a notificare l’intenzione di ritiro dalla NATO, in base all’articolo 13 del trattato. Inoltre, vieterebbe l’uso di fondi pubblici americani per finanziare i bilanci comuni dell’alleanza, sia civili che militari.
In parallelo, Lee ha depositato altre due proposte complementari:
- l’Allied Burden Sharing Report Act
- il NATO Burden Sharing Report Act
Queste leggi imporrebbero al Dipartimento della Difesa di redigere rapporti annuali che dettaglino le spese militari degli alleati, la prontezza delle truppe, le restrizioni operative, e la dipendenza militare dagli USA. Il secondo rapporto, specifico per la NATO, includerebbe anche dati sull’industria della difesa, contributi all’Ucraina e capacità autonome degli Stati membri.
“Anno dopo anno, i nostri cosiddetti alleati si sottraggono ai loro doveri, mentre noi combattiamo guerre nei loro cortili”, ha aggiunto Lee. “La mia legislazione identificherà questi inadempienti, promuovendo responsabilità e cambiamento”.
Anche Rand Paul (R-Kentucky) ha espresso pieno sostegno:
“Il presidente Trump aveva ragione: è tempo che i nostri alleati si assumano le proprie responsabilità. Basta assegni in bianco”.
Sulla stessa linea, la senatrice Marsha Blackburn (R-Tennessee) ha ribadito:
“La NATO è vitale solo se tutti fanno la loro parte. L’America non può continuare a essere il gendarme del mondo”.
Secondo dati forniti da Lee, un terzo dei membri NATO non raggiunge ancora il target del 2% del PIL in spesa militare, promesso per la prima volta nel 2014 e ribadito lo scorso anno a Washington.
Il dibattito innescato dalle proposte di Lee riaccende una frattura crescente nella politica estera americana, con un’ala repubblicana sempre più scettica nei confronti delle alleanze internazionali multilaterali, a favore di una politica di sicurezza più isolazionista e bilanciata sui costi.