
(AGENPARL) – Thu 26 June 2025 Pollenzo, 26/06/2025
*FOOD INDUSTRY MONITOR 2025 – XI EDIZIONE*
*“Modelli di governance e strategie di crescita”*
Pollenzo, 26/06/2025
L’osservatorio sulle performance e sui modelli di business delle aziende
italiane del food realizzato dall’*Università* *di Scienze Gastronomiche* *di
Pollenzo* e da *Ceresio Investors*
– *Crescita solida del settore food*: +5,9% nel 2024, con proiezioni
positive anche per il 2025 (+4,6%) e il 2026 (+4,4%), trainate da consumi
interni e investimenti industriali.
– *Export in forte espansione*: nel 2025 previsto un +7,3%, trainato da
comparti chiave come vino (oltre 8 miliardi € di export), con l’incognita
delle politiche doganali USA
– *Imprese familiari protagoniste*: rappresentano il 67% del settore e
registrano performance superiori grazie a modelli di governance evoluti e
leadership strategica condivisa.
*Il progetto di ricerca*
Il Food Industry Monitor analizza le performance di un campione di oltre
860 aziende, con un fatturato aggregato di circa *87 miliardi di Euro*,
attive in *15 comparti del settore food*. L’osservatorio analizza le
performance storiche delle aziende del food *dal 2009 al 2024*
focalizzandosi sulle seguenti dimensioni: crescita, export, redditività,
produttività e struttura finanziaria. Per ogni comparto vengono
elaborate *previsioni
biennali (2025-2026)* sulla crescita del fatturato e dell’export e
sull’andamento della redditività.
*PERFORMANCE 2024, PROIEZIONI 2025 E PREVISIONI PER IL 2026 *
Nel *2024, i ricavi del settore sono cresciuti del 5,9%* confermando
performance superiori rispetto all’economia italiana, con un *PIL nazionale
*fermo sullo *0,7%*. Il settore mostra buoni livelli di *redditività
commerciale* con un *ROS al 5,7%* un *ROIC al 6,9%*, valori positivi, anche
se in lieve calo rispetto agli anni precedenti. La solidità finanziaria
resta elevata con un indice di indebitamento pari ad 1,19 (mezzi di terzi
su mezzi propri).
Per il *2025*, il settore food dovrebbe confermare, con un *4,6%* il trend
positivo, seppure con tassi leggermente inferiori rispetto all’anno
precedente. Per il *2026* si prevede una crescita dei ricavi del *+4,4%*.
Il mercato interno dovrebbe tenere grazie alla positiva dinamica
dell’occupazione, che dovrebbe stimolare i consumi e quindi la domanda di
prodotti del settore food. La crescita dei salari resta una variabile
fondamentale per un salto di qualità dei consumi interni. La positiva
evoluzione degli investimenti industriali conferma come l’industria
italiana, in particolare quella del food, stia rispondendo alla sfida della
produttività. A livello di comparto, *nel 2025* *cresceranno
significativamente* *farine (+9,9%), caffè (+6,9%), olio (+6,3%) *e*
surgelati (+5,6%). *
*EVOLUZIONE DELL’EXPORT *
L’export (in valore a prezzi correnti) del settore food, per i comparti
analizzati dal FIM (con i relativi codici ATECO), registrerà una *crescita
del 7,3% nel 2025*, leggermente *inferiore rispetto al +8,2% del 2024*. Le
previsioni restano positive anche per il *2026*, con un incremento stimato
del *7%.*
*L’export* relativo ai comparti mappati dal Food Industry Monitor ha
raggiunto i *47 miliardi di euro*, di cui *circa il 13% destinato agli
Stati Uniti*. Il *vino*, da solo, genera esportazioni per oltre *8 miliardi
di euro*, con circa il *30% del totale diretto verso gli USA.*
Le esportazioni del comparto food (incluso il vino) sono *cresciute del
5,5% nel 2024*, in netta ripresa rispetto al -1,6% registrato nel 2023.
Tuttavia, è evidente che le politiche dell’amministrazione americana in
materia di importazioni potrebbero avere effetti significativi sulle
vendite negli USA.
*FOCUS SU AZIENDE FAMILIARI, GOVERNANCE E PERFORMANCE*
Per la XI edizione del Food Industry Monitor, è stato sviluppato un focus
specifico sugli assetti istituzionali e sui modelli di governance adottati
dalle imprese. Il settore food si conferma fortemente caratterizzato da una
presenza di imprese familiari, che rappresentano il 67% del campione
analizzato (870 aziende). Le analisi sono state condotte anche a livello di
comparto. I comparti delle farine (95%), distillati (83%), olio (82%) e
caffè (81%) superano l’80% di aziende a proprietà familiare. Anche in
comparti caratterizzati dalla presenza di grandi players internazionali,
come surgelati, birra e vino, le aziende familiari rimangono prevalenti,
seppur con un’incidenza di poco superiore al 50%
La governance delle imprese varia in base alla natura proprietaria: nelle
aziende familiari, il *75,8% è gestito tramite Consiglio di Amministrazione*,
mentre il *24,2% è guidato da un Amministratore Unico*. Nelle aziende non
familiari la struttura è più formalizzata, con una netta prevalenza del CdA
(93,6%) e una marginale presenza dell’Amministratore Unico (6,4%). Dal
punto di vista della composizione di genere dei CdA si evidenzia come l*e
aziende familiari presentino una quota di donne nei CdA del 24,7%,
sensibilmente più alta rispetto al 10,1% rilevato nelle aziende non
familiari. *
Il settore del food evidenzia una buona longevità delle imprese,
infatti il *53,3%
delle aziende familiari *del campione è guidata da *esponenti della terza
generazione*, mentre un ulteriore *36,8% ha superato la terza*, solo il
9,9% delle aziende è guidata dalle prime due generazioni. I comparti con la
prevalenza di aziende di prima e seconda generazione sono: farina, pasta
distillati e dolci. I comparti con le aziende più longeve, arrivate oltre
la terza generazione, sono: birra, olio, farine e acqua.
Dal punto di vista delle performance economiche, le aziende familiari si
distinguono per risultati mediamente superiori alle non familiari. *Il
ritorno sul capitale investito (ROI) e il Return on Equity (ROE) sono
sensibilmente superiori per le aziende familiari.*
In generale, per tutte le aziende,* i modelli di governance evoluti
determinano performance superiori.* In particolare la presenza di una
*leadership
collegiale*, cioè una distribuzione delle deleghe tra più figure, migliora
significativamente le performance, con effetti positivi sui principali
indici di redditività. Ancora più rilevante è l’effetto positivo della
*presenza
di amministratori che siano anche parte della compagine proprietaria*: la
presenza nei CdA di consiglieri-azionisti, infatti, porta a un
miglioramento significativo del ROA. Nelle imprese familiari, la presenza
di un *presidente familiare*, che esercita il ruolo di collegamento
strategico tra famiglia e impresa, ha un’*influenza rilevante sulle
performance reddituali.*
*DICHIARAZIONI*
*“Il 2024 è stato un anno interlocutorio per settore del food, che è
cresciuto a ritmi inferiori rispetto alle previsioni formulate ad inizio
anno, allineandosi a quanto è stato riscontrato per il PIL. Le prospettive
per il 2025 sono positive, ma andranno sicuramente riviste al ribasso in
caso di attivazione dei dazi doganali e qualora l’evoluzione della guerra
in Medio Oriente comportasse una contrazione significativa della produzione
di petrolio e dei flussi turistici. Per questo l’evoluzione sui mercati
internazionali va valutata con grande attenzione. In particolare,
l’introduzione di dazi potrebbe comportare una drastica riduzione delle
esportazioni. Occorre considerare che solo alcuni player italiani hanno
strutture produttive negli USA e potrebbero quindi preservare le proprie
quote di mercato, ma questa non è un’opzione alla portata di tutte le
aziende.”*
*Carmine Garzia*, Professore di Management e responsabile scientifico
dell’Osservatorio Food Industry Monitor dell’Università di Scienze
Gastronomiche di Pollenzo.
*“Quanto sta accadendo a livello internazionale deve farci riflettere
seriamente sull’opportunità per le imprese italiane di dare una forte
accelerazione alle strategie d’internazionalizzazione investendo
direttamente sui mercati in strutture produttive. Non dobbiamo vedere il
“made in Italy” solo come un modello basato sull’esportazione di prodotti
finiti, ma anche come l’esportazione di know-how di innovazione e
produzione, che può essere messo a sistema direttamente nei mercati di
destinazione. Le previsioni per il 2026 sono positive, ma potremmo essere
costretti a confrontarci con i dazi USA e le possibili contromisure che
potrebbero essere approvate in mercati strategici per il Made in Italy,
come quello cinese. La crescita esterna, per rafforzare la massa critica e
la presenza all’estero, resta una delle opzioni più efficaci per sostenere
le sfide dei mercati internazionali e non perdere i trend di crescita”.*
*Alessandro Santini*, Head of Corporate & Investment Banking di Ceresio
Investors
*ROUND TABLE – I RELATORI*
Il convegno è stato introdotto e moderato da *Silvia Sciorilli Borrelli*,