
(AGENPARL) – Wed 25 June 2025 *PIANO MATTEI, COSTA: “NON C’È PACE DURATURA NÈ SVILUPPO EQUO SENZA
GIUSTIZIA CLIMATICA”*
Roma, 25 giugno 2025 – «In un contesto geopolitico segnato da
frammentazione, competizione tra potenze e un grave indebolimento del
multilateralismo, sappiamo quanto sia invece importante investire in
cooperazione, dialogo e visione di lungo periodo. Ogni progetto, per essere
davvero innovativo, deve partire dalla consapevolezza che non c’è pace
duratura né sviluppo equo senza la giustizia climatica». Sono le parole con
le quali il vicepresidente della Camera ha aperto i lavori del convegno “Un
piano Mattei verde per lo sviluppo, la pace e la sicurezza”, in corso
presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati organizzato dal
think tank Ecco.
«Ci troviamo oggi in un momento cruciale per riflettere sul cammino
intrapreso con il piano Mattei – ha sottolineato Costa – e per essere
all’altezza della posta in gioco non deve puntare solo a investire ma a
costruire un nuovo modello di cooperazione internazionale, fondato
sull’accesso equo e sostenibile all’energia, sulla transizione ecologica
condivisa, sull’inclusione dei partner africani nei processi decisionali e
industriali».
«Possiamo dire, senza forzature, che oggi Enrico Mattei avrebbe investito
nelle energie rinnovabili, come strumento di co-sviluppo, per garantire un
accesso diffuso e non centralizzato all’energia, capace di generare
sviluppo e stabilità. Avrebbe compreso che la transizione verde non è solo
una priorità ambientale ma una leva strategica per ricostruire le
relazioni tra Nord e Sud del mondo».
«La questione climatica – conclude – è il filo rosso che attraversa tutte
le sfide di oggi. È la chiave per costruire un futuro di pace, sicurezza e
prosperità condivisa. A giorni il Parlamento riceverà la relazione del
Governo sullo stato di attuazione del Piano. Sarà un momento di trasparenza
e di confronto, ma anche un’opportunità per valutare con lucidità i
risultati raggiunti, le criticità emerse e le potenzialità ancora
inespresse», conclude.
*Roberto Malfatti*
*Comunicatore politico e sociale*