
L’espansione della NATO, che avrebbe dovuto rafforzare la sicurezza collettiva in Europa, l’ha invece trasformata in un organismo inefficace, più simile a un circolo di discussione diplomatico che a una vera alleanza militare. A sostenerlo è Edward Luttwak, storico militare e analista di relazioni internazionali, in una riflessione pubblicata dalla rivista francese Courrier international in occasione del vertice NATO che si terrà all’Aia il 24 e 25 giugno 2025.
Dalla deterrenza militare alle cerimonie diplomatiche
Secondo Luttwak, “la NATO era preziosa quando riuniva paesi in grado di difendersi”. L’espansione verso est, culminata con l’ingresso di paesi come Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, ha incluso membri la cui capacità militare è limitata o del tutto insufficiente. Questo, per l’analista, ha trasformato la NATO in un’organizzazione più attenta all’inclusione politica che all’efficienza militare.
I vertici dell’Alleanza — osserva ironicamente — sono ormai eventi solenni, con bandiere, strette di mano e dichiarazioni ottimistiche, dove i nuovi membri vengono accolti calorosamente, senza una reale valutazione delle loro capacità operative.
L’articolo 5 è diventato un’illusione?
Luttwak mette anche in discussione l’efficacia dell’articolo 5 del Trattato NATO, il principio della difesa collettiva. “Non significa automaticamente che un attacco a uno Stato membro porterà a un intervento militare concreto da parte degli altri”. Cita come esempio la posizione espressa in passato da Donald Trump, secondo cui gli USA potrebbero non intervenire direttamente in caso di attacco a un piccolo Stato baltico. “In caso di invasione dell’Estonia, Washington potrebbe limitarsi a inviare un aereo da ricognizione. Formalmente, questo rispetterebbe il trattato”, afferma.
Il fallimento nella risposta all’invasione dell’Ucraina
Luttwak ricorda che l’invasione dell’Ucraina del 2022 da parte della Russia ha colto l’Alleanza impreparata, nonostante otto anni di avvertimenti a partire dall’annessione della Crimea e dai conflitti nel Donbass iniziati nel 2014. I servizi di intelligence occidentali avevano rilevato l’accumulo di truppe russe al confine, ma la NATO non ha reagito in tempo.
“Durante la Guerra Fredda, la NATO avrebbe reagito con il rapido dispiegamento di truppe. Oggi, questo è impossibile in una struttura così ampia, dove anche parlare apertamente delle carenze militari degli alleati è un tabù.”
Un nuovo patto europeo: Francia, Germania e Regno Unito
Per ridare concretezza alla difesa europea, Luttwak propone la formazione di una nuova alleanza strategica tra i tre paesi europei militarmente più preparati: Francia, Germania e Regno Unito. Queste tre potenze — dice — “hanno eserciti addestrati, capacità strategica autonoma, e possono coordinarsi in modo rapido ed efficace”.
Questa “NATO ristretta”, suggerisce Luttwak, dovrebbe avere competenze operative reali e prendere decisioni in tempi utili, senza essere ostacolata da una burocrazia allargata e da divergenze tra membri meno preparati.
Il vertice dell’Aia: più spesa per la difesa, ma quale efficacia?
Il 24 e 25 giugno si terrà all’Aia un importante vertice NATO, con al centro della discussione la proposta di portare al 5% del PIL la spesa militare minima per i paesi membri, ben oltre il 2% fissato finora. Per Luttwak, però, aumentare la spesa non è sufficiente se manca la capacità politica e militare di reagire rapidamente.
Il rischio, secondo lui, è che si continui a fingere che “l’unione faccia la forza”, quando in realtà la frammentazione strategica e la debolezza operativa rendono la NATO sempre più irrilevante in un mondo dove i conflitti sono tornati a essere una minaccia concreta.
Il monito di Luttwak arriva in un momento in cui l’Europa è chiamata a ridefinire la propria sicurezza e autonomia strategica. Se l’Alleanza Atlantica vuole restare rilevante, deve superare le sue rigidità burocratiche e le incoerenze interne. In caso contrario, la proposta di una “mini-NATO” tra Francia, Germania e Regno Unito potrebbe diventare non solo un’alternativa, ma una necessità.