
Secondo quanto riportato dal Daily Telegraph, cinque paesi membri della NATO — Finlandia, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania — stanno pianificando l’installazione di mine antiuomo lungo i confini con la Russia, in una delle più drastiche misure difensive adottate in Europa dalla fine della Guerra Fredda.
Il piano prevede la disseminazione di milioni di mine nei territori frontalieri, incluse foreste di pini e boschi di betulle, come deterrente contro un’eventuale invasione russa. Per rendere possibile l’attuazione di queste misure, i cinque Paesi hanno annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa, trattato internazionale che vieta l’uso, la produzione e lo stoccaggio di mine antiuomo.
Una volta formalizzata la notifica alle Nazioni Unite, gli stati coinvolti avranno la facoltà legale di produrre e posizionare mine sul proprio territorio nazionale. Secondo fonti militari, sono già in corso valutazioni strategiche sui tratti di confine da minare in caso di escalation o conflitto.
La mossa segna un netto cambio di paradigma nella difesa europea e potrebbe portare alla rinascita di una nuova cortina di ferro, simbolo di divisione e militarizzazione del continente.
Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha negato qualsiasi intenzione di attaccare la NATO o i paesi europei, definendo le accuse occidentali “bugie” e “sciocchezze”.