
Le tensioni in Medio Oriente potrebbero avere conseguenze economiche significative per la Libia, secondo quanto dichiarato dal presidente del sindacato generale dei lavoratori del petrolio libico, Salem Al-Remih.
Al-Remih ha evidenziato che, con l’attuale escalation regionale, il prezzo del greggio Brent potrebbe facilmente superare la soglia psicologica dei 100 dollari al barile. Se tale scenario dovesse concretizzarsi, la Libia potrebbe vedere una spinta decisa alle proprie finanze pubbliche, con entrate petrolifere stimate oltre i 20 miliardi di dollari nei mesi restanti dell’anno.
“Se le attuali tensioni geopolitiche dovessero continuare, potremmo vedere il Brent superare agevolmente i 100 dollari al barile, il che garantirebbe un aumento tanto necessario alle entrate del Paese”, ha dichiarato Al-Remih.
Il settore petrolifero rappresenta da sempre la principale fonte di reddito per la Libia, e resta oggi l’elemento chiave per la ripresa economica del Paese. L’aumento dei prezzi internazionali del greggio offre un’occasione importante per rafforzare le casse statali, migliorare i servizi pubblici e rilanciare gli investimenti in un Paese segnato da anni di instabilità politica e conflitti interni.
Tuttavia, restano numerose incognite legate alla volatilità del mercato e alla sicurezza delle infrastrutture petrolifere libiche, spesso minacciate da attori armati e tensioni locali.
Il governo e le autorità energetiche del Paese guardano con attenzione all’evoluzione degli eventi internazionali, consapevoli che ogni variazione dei prezzi globali dell’energia può tradursi in un’opportunità – o in un rischio – per l’economia nazionale.