
(AGENPARL) – Mon 23 June 2025 Gentile collega,
ti informiamo che sono disponibili il *comunicato stampa ufficiale in
italiano e alcune immagini in anteprima relative alle prime, spettacolari
osservazioni del Vera C. Rubin Observatory*, il nuovo telescopio di ultima
generazione situato sulle Ande cilene. Le altre immagini e i video
mozzafiato saranno svelati oggi al mondo nel corso di eventi
internazionali. L’Italia partecipa a questo storico momento con una conferenza
stampa in streaming che si
terrà oggi dalle ore 16:30, presso la Sala Piersanti Mattarella del Palazzo
dei Normanni a Palermo.
*ATTENZIONE!* Il rilascio completo del materiale (immagini in alta
risoluzione, video e contenuti multimediali) è ancora in corso e *verrà
finalizzato dopo le ore 18*, in contemporanea mondiale. *Sarà nostra cura
inviarti una seconda email per avvisare della disponibilità del press kit
aggiornato con tutti i materiali completi. *
*PRESS KIT IN AGGIORNAMENTO: *nel frattempo, puoi consultare il comunicato
stampa integrale, le schede e le immagini in anteprima tramite il seguente
link *https://tinyurl.com/RubinINAFpresskit
*
Siamo a disposizione per fornire ulteriori dettagli o per organizzare
un’intervista con ricercatrici e ricercatori INAF, qualora fossi
interessata/o.
Grazie dell’attenzione e della diffusione.
Cordiali saluti,
23 giugno 2025
LE PRIME IMMAGINI DEL VERA C. RUBIN OBSERVATORY
Dalle Ande cilene questo telescopio di nuova generazione è pronto a
scrutare tutto il cielo australe. Nuove viste mozzafiato delle nebulose
Laguna e Trifida, dell’ammasso di galassie della Vergine e molto altro
nelle prime quattro immagini rilasciate dal Rubin Observatory, che
rappresentano una piccola anteprima della missione scientifica finalizzata
a esplorare e comprendere alcuni dei più grandi misteri dell’universo.
Inizia ufficialmente il programma osservativo LSST (Legacy Survey of Space
and Time).
Il Vera C. Rubin Observatory, situato a oltre 2.600 metri di altitudine sul
Cerro Pachón, in Cile, è pronto a rivoluzionare l’astronomia moderna. A
dimostrarlo, le nuove immagini che verranno svelate oggi al mondo e che
mostrano le regioni di formazione stellare Laguna e Trifida,
rispettivamente a 4000 e 5000 anni luce da noi, nella costellazione del
Sagittario, le galassie dell’ammasso della Vergine, a circa 60 milioni di
anni luce e molto altro ancora. In meno di dieci ore di osservazioni, il
potente telescopio ha già catturato una moltitudine di galassie e stelle
nella nostra galassia, la Via Lattea, nonché moltissimi asteroidi nel
nostro “vicinato cosmico”, il Sistema solare. Queste immagini e video, che
verranno presentate in Italia durante il Watch Party
nella Sala Piersanti
Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo, sono solo un assaggio delle
straordinarie scoperte che questo osservatorio all’avanguardia potrà
realizzare.
Frutto di una vasta collaborazione scientifica internazionale, il Vera C.
Rubin Observatory è stato progettato per realizzare la più estesa mappatura
continua del cielo australe mai tentata grazie alla Legacy Survey of Space
and Time (LSST), una campagna osservativa che, ogni notte per i prossimi
dieci anni, raccoglierà una quantità di dati sull’universo senza precedenti
(nello specifico circa 20 terabyte a notte).
Dal 2017 l’Italia partecipa attivamente al progetto attraverso l’Istituto
Nazionale di Astrofisica (INAF), che rappresenta il nostro Paese nella
comunità scientifica internazionale del Vera C. Rubin Observatory e
coordina il contributo italiano all’analisi scientifica dei dati. L’INAF
svolge un ruolo fondamentale anche nella gestione e nell’analisi di questa
enorme mole di dati, garantendo alla comunità scientifica italiana
l’accesso a questa straordinaria risorsa, promuovendo il contributo
nazionale all’analisi e all’interpretazione dei dati, alla formazione di
giovani ricercatori e ricercatrici, al raggiungimento di importanti
risultati scientifici che apriranno nuove sfide, e allo sviluppo di
tecnologie avanzate.
“L’Osservatorio Vera C. Rubin ci consentirà di aggiungere profondità e
dinamismo all’osservazione dell’Universo”, afferma Roberto Ragazzoni,
presidente INAF. “Con questo telescopio di classe 8 metri in grado di
mappare continuamente il cielo australe ogni tre giorni, entriamo
nell’epoca dell’’astro-cinematografia’, esplorando una nuova dimensione:
quella del tempo, con la quale ci aspettiamo di studiare il cosmo con una
nuova prospettiva, che oggi è possibile grazie anche all’uso di nuove
tecnologie informatiche per trattare una mole di dati altrimenti
imperscrutabile. L’Istituto Nazionale di Astrofisica, con le sue
ricercatrici e ricercatori, anche in questa occasione coglie l’opportunità
di partecipare a questo nuovo importante progetto”.
Al centro del progetto c’è la fotocamera astronomica più grande mai
costruita: 3.200 megapixel, capace di riprendere ogni notte enormi porzioni
del cielo australe con sensibilità e risoluzione eccezionali. Ogni immagine
copre un’area del cielo grande come 45 volte la luna piena e per ammirarla
in tutta la sua risoluzione servirebbero 400 monitor televisivi da 4K.
Grazie a un design innovativo, il Rubin Observatory sarà in grado di
puntare una nuova porzione di cielo in meno di cinque secondi, osservando
l’intero cielo australe in circa 3-4 notti. Nel corso del prossimo
decennio, l’osservatorio sarà dunque in grado di riprendere ogni regione
del cielo circa 800 volte, creando così un vero e proprio “film” del cosmo
ad altissima risoluzione.
“Il Vera C. Rubin Observatory e il suo primo progetto LSST sono
un’opportunità unica per la nuova generazione”, commenta Sara (Rosaria)
Bonito, la quale rappresenta l’INAF nel Board of Directors della LSST
Discovery Alliance del Vera C. Rubin Observatory ed è co-chair della
Transients and Variable Stars Science Collaboration (TVSSC). “È una grande
eredità per chiunque voglia avvicinarsi alle discipline scientifiche,
offrendo uno strumento rivoluzionario per l’astrofisica e le nuove
tecnologie per l’interpretazione dei dati. L’astrofisica che si potrà fare
con Rubin è estremamente diversificata: una singola campagna osservativa ci
permetterà di rispondere a temi scientifici molto vasti, che riguardano la
nostra Galassia ma anche la materia oscura, il nostro Sistema solare e
anche i fenomeni più imprevedibili che si verificano nel cielo. Differenti
gruppi di ricerca da tutto il mondo con differenti competenze hanno
contribuito all’ottimizzazione della strategia osservativa e allo sviluppo
di metodologie di analisi dati interdisciplinari. Il progetto coinvolge
modelli teorici, big data e data science per indagare ambiti che vanno
dalle esplosioni di supernove ai nuclei galattici attivi, fino alle stelle
in formazione”, aggiunge.
La survey LSST, che avrà inizio nei prossimi mesi, permetterà di rilevare
oggetti estremamente deboli fino a oggi difficili da osservare, ma
fondamentali per affrontare questioni chiave della cosmologia e
dell’astrofisica moderna: la natura della materia e dell’energia oscura, la
struttura a grande scala del cosmo, l’evoluzione delle galassie,
l’archeologia galattica, la formazione stellare, i fenomeni transienti e la
sorveglianza di oggetti potenzialmente pericolosi. L’osservatorio porta il
nome di Vera C. Rubin, astrofisica statunitense i cui studi sulla rotazione
delle galassie rappresentano una delle prime prove a favore dell’esistenza
della misteriosa materia oscura.
Uno degli ambiti di ricerca che beneficerà maggiormente di questa impresa è
lo studio delle stelle variabili, oggetti che cambiano luminosità nel
tempo. L’osservatorio sarà in grado di osservare oltre 100 milioni di
stelle variabili permettendo studi senza precedenti sui meccanismi che
regolano queste variazioni. Questi fenomeni possono derivare da processi
interni alle stelle stesse – come pulsazioni dovute a instabilità termiche
– oppure da fattori esterni, come eclissi da parte di stelle o pianeti