
Un recente sondaggio condotto da Libya 24 News sui social media ha rivelato il netto rifiuto dell’opinione pubblica libica nei confronti della quarta opzione avanzata dal Comitato consultivo della Missione ONU (UNSMIL). Tale proposta, che prevede la dissoluzione delle attuali istituzioni e la formazione di un nuovo forum per nominare un’autorità esecutiva e redigere una costituzione provvisoria, è stata accolta con un silenzio eloquente: un rigetto implicito e pressoché unanime da parte dei cittadini.
L’analisi dei commenti e delle interazioni mostra una chiara sfiducia nella proposta percepita come un ritorno al punto di partenza, senza soluzioni concrete, simile a esperienze passate come il Forum di Dialogo Politico, che non ha prodotto stabilità ma ulteriori divisioni e conflitti di legittimità.
“Questa è una missione di gestione della crisi in Libia, perché risolvere la crisi significa la fine del lavoro della missione”, ha commentato un partecipante, riassumendo il clima di disillusione verso il ruolo internazionale.
La prima proposta è la più apprezzata, ma a condizioni chiare
La prima proposta, che prevede elezioni presidenziali e parlamentari simultanee seguite dall’adozione di una costituzione permanente, ha ottenuto un ampio sostegno, definita da molti come “prima scelta” o “priorità assoluta”. Tuttavia, questo appoggio non è incondizionato. Gli utenti chiedono esplicitamente lo scioglimento degli organi politici attuali e la fine dell’ingerenza delle missioni ONU, viste come complici del fallimento elettorale precedente.
La terza proposta: costituzione prima del voto, ma cresce la frustrazione
Alcuni commentatori sostengono la terza proposta, che prevede l’adozione di una costituzione permanente prima di qualsiasi elezione. Questo approccio è visto come garanzia di credibilità, ma è accompagnato da frustrazione crescente. Commenti sarcastici come “Inviateci la costituzione se esiste” mostrano scetticismo verso il continuo rinvio del voto in nome di una base costituzionale ancora assente.
La seconda proposta quasi ignorata
La seconda proposta, che ipotizza prima elezioni parlamentari, poi costituzione, infine presidenziali, non ha suscitato interesse significativo. È percepita come ulteriore frammentazione e incongrua rispetto alla necessità urgente di superare lo stallo politico e le divisioni istituzionali.
Conclusioni: la legittimità non si costruisce riciclando il passato
Il sondaggio ha messo in luce una posizione pubblica chiara: la popolazione vuole elezioni vere, fine della transizione e rinnovamento totale delle istituzioni. La quarta opzione, raccomandata paradossalmente dalla missione ONU come preferibile, non trova alcun riscontro tra i cittadini, che la vedono come una crisi riciclata, un tentativo fallito di rilanciare una formula già bocciata dalla realtà.


