
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che Teheran sta considerando tutte le opzioni per rispondere agli attacchi statunitensi contro i propri impianti nucleari, compresa la chiusura dello Stretto di Hormuz, una delle rotte marittime più strategiche al mondo per il trasporto di petrolio.
«Tutte le opzioni sono sul tavolo. Questo è tutto ciò che dirò», ha affermato Araghchi durante una conferenza stampa a Istanbul, trasmessa da TRT World.
Le dichiarazioni arrivano in un momento di massima tensione, in seguito all’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che nella notte tra il 22 e il 25 giugno ha comunicato il successo di un attacco contro tre siti nucleari iraniani: Isfahan, Natanz e Fordow.
Washington ha giustificato l’operazione come una misura preventiva per bloccare lo sviluppo del programma nucleare iraniano, chiedendo a Teheran di cessare ogni forma di escalation. Tuttavia, la leadership iraniana ha risposto con fermezza, aprendo anche alla possibilità di bloccare lo Stretto di Hormuz, dal quale transita circa il 20% del petrolio mondiale.
Il contesto è reso ancora più delicato dagli attacchi quotidiani condotti da Israele dal 13 giugno, con l’obiettivo dichiarato di smantellare le capacità nucleari e missilistiche dell’Iran. La possibilità che la Repubblica Islamica possa reagire con una misura drastica come la chiusura dello Stretto di Hormuz rappresenta un rischio enorme per l’equilibrio economico e politico globale.