
(AGENPARL) – Tue 17 June 2025 YoungaDays 2025: dalla ricerca spaziale al genome editing, l’agricoltura del futuro si confronta a Scicli
Il festival pop dell’agricoltura affronta le sfide del settore: dalle tecnologie TEA all’integrazione della manodopera straniera
La speranza non è una strategia: con questa premessa YoungaDays 2025 ha riportato a Scicli il dibattito sul futuro dell’agricoltura, affrontando le sfide concrete che il settore deve affrontare oggi. Dal 13 al 15 giugno, la seconda edizione del festival organizzato da Anga – Giovani di Confagricoltura Ragusa e promosso da Confagricoltura Ragusa ha proposto tre giornate di confronto tra agricoltori, agronomi, imprenditori, istituzioni, ricercatori e manager sui temi chiave per la trasformazione del comparto.
Produrre cibo per non sprecare cibo: l’insicurezza alimentare di cui si parla poco
Produrre di più e produrre meglio è solo una parte del processo. La consapevolezza da costruire è quella anche relativa ai processi di consumo, di cui ha parlato Claudia Penzavecchia, dietista che su Instagram parla sui temi della nutrizione a una vasta platea. Dietro l’immagine dell’Italia come patria dell’eccellenza gastronomica si nasconde infatti una realtà poco visibile: 3,4 milioni di italiani vivono in condizioni di insicurezza alimentare. Il paradosso è geografico ed economico: al Sud l’insicurezza alimentare colpisce il 15-16% delle famiglie contro il 6-7% del Nord, nelle stesse aree dove si spreca più cibo. In Sicilia, Calabria e Campania i tassi raggiungono il 18-20%. 200.000 bambini sotto i 5 anni vivono in povertà alimentare, con oltre la metà al Sud. Nonostante la ricchezza agricola del Meridione, le eccellenze vengono esportate mentre localmente manca l’accesso a cibo sano e nutriente. I dati forniti dalla ricerca sono piuttosto allarmanti: l’indice FIES, sviluppato dalla FAO per misurare in maniera comparabile l’insicurezza alimentare nei vari paesi, è aumentato del 13,95% nel 2025. Il 60% degli studenti italiani non può utilizzare la mensa scolastica. Il Sud riceve solo 37% dei fondi PNRR per mense, nonostante ospiti 50,88% dei progetti. Lo spreco alimentare è importante: 713,8 grammi pro capite a settimana al Sud vs 526,4 al Nord.
Genome editing e ricerca: oltre i pregiudizi
Tra i protagonisti dell’edizione 2025, Lorenzo Mineri, ricercatore dell’Università Statale di Milano, ha presentato il progetto di sperimentazione sul riso TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita). Una varietà ottenuta tramite genome editing, tecnica di precisione che modifica il DNA delle piante senza introdurre materiale genetico esterno, puntando a coltivazioni più resistenti agli stress ambientali e con minore impatto nell’uso di pesticidi.
«Non è stato solo un danno alla ricerca- ha dichiarato Mineri riferendosi alla distruzione del campo sperimentale avvenuta nel giugno 2024. – È stato un gesto che colpisce anche il diritto delle persone a farsi un’opinione informata. Il nostro compito è continuare a raccontare i dati, le scelte, i metodi, in modo trasparente».
Agricoltura spaziale: dalle piante su Marte alle soluzioni terrestri
L’orizzonte della ricerca agricola si estende oltre il pianeta Terra. Stefania Pascale, professoressa presso la Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e autrice del libro “Coltiveremo patate su Marte?”, ha illustrato come dal 2015 gli astronauti coltivino e consumino ortaggi sulla Stazione Spaziale Internazionale. I micro-ortaggi rappresentano una soluzione particolarmente promettente: da soli 100 grammi di prodotto è possibile ricavare una dose giornaliera di vitamina C, aprendo nuove prospettive per sistemi biorigenerativi autosufficienti.
Lavoro agricolo e integrazione: una sfida strutturale
Un focus importante è stato dedicato al tema del lavoro nella fascia trasformata del ragusano, dove il contributo della manodopera straniera è ormai strutturale. Antonino Pirrè, presidente di Confagricoltura Ragusa, ha evidenziato come oltre il 54% dei lavoratori impiegati nel settore non sia italiano, con una presenza sempre più diversificata per provenienza geografica. «Non si può pensare che un sistema agricolo così avanzato regga senza affrontare in modo sistematico il tema del lavoro e dell’inclusione» ha sottolineato Pirrè, aggiungendo che le imprese riconoscono il valore di questa forza lavoro e ritengono prioritario intervenire in modo continuativo e cooperativo.
L’agricoltura come laboratorio, un modello per il futuro