
(AGENPARL) – Mon 16 June 2025 **Meno rischio in Toscana, concluso il percorso formativo per affrontare le
emergenze**
Webinar partecipati e il nuovo logo scelto dai ragazzi. Stamani la
presentazione
/Scritto da Lorenza Berengo, lunedì 16 giugno 2025 alle 14:57/
Formare per affrontare frane, alluvioni e emergenze. E’ quello che sta
facendo la Regione Toscana che oggi al Teatro della Compagnia di Firenze ha
presentato le conclusioni del percorso formativo “Meno rischio in Toscana
– Nuove soluzioni contro alluvioni e frane”, per rafforzare la
prevenzione e la gestione del rischio idraulico e idrogeologico nel
territorio regionale. Un’urgenza determinata dai cambiamenti climatici in
atto e che è stata recepita dai molti partecipanti: circa 900 persone a
giornata che hanno preso parte al ciclo degli otto webinar tematici che si
sono svolti fra marzo, quando è iniziato il percorso, e giugno.
Svelata anche la scuola vincitrice del concorso per la creazione del logo
ufficiale del progetto: l’ istituto statale F. Enriques di Castelfiorentino
. Al concorso hanno partecipato 14 scuole secondarie di primo e secondo
grado che si sono cimentate nella creazione dei loghi da cui è poi
scaturito quello vincitore. Premiate anche le scuole che sono arrivate
seconde e terze sia primarie che secondarie.
Stamani sono intervenuti il presidente Eugenio Giani, l’assessora
all’ambiente, difesa del suolo e Protezione civile, Monia Monni, il
presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, insieme ai
rappresentanti di ANCI Toscana, UPI Toscana, ANBI Toscana, del volontariato
di protezione civile e della rete delle professioni.
“I toscani – ha detto il presidente Giani in apertura dell’evento- si
sentono più partecipi e consapevoli del fatto che la prevenzione sia lo
strumento più efficace per contrastare gli effetti del cambiamento
climatico, che sempre più spesso si manifesta con frane, alluvioni e
fenomeni di dissesto idrogeologico. Ricordo che solo cinque o sei anni fa
le opere di difesa del suolo venivano considerate una priorità secondaria,
al settimo o ottavo posto nell’agenda delle opere pubbliche. Oggi, grazie
anche alla sensibilizzazione crescente, sono percepite dai cittadini come
la prima necessità. Oggi si chiude un percorso importante – ha aggiunto
Giani- che partito dal Teatro Politeama di Prato giunge oggi alla tappa
finale dopo aver coinvolto numero significativo di persone e suscitato un
grande interesse. Abbiamo contato oltre 900 partecipanti agli otto webinar
organizzati, persone che hanno seguito con attenzione e competenza i
contenuti tecnici proposti. Questo dimostra come dal basso, dalla
partecipazione attiva e collettiva, possa nascere una nuova cultura della
prevenzione. Per questo, a conclusione di questo percorso, ritengo
fondamentale andare avanti con la legge per l’istituzione dei Pacc – Piani
di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Ciascun Comune toscano dovrà
elaborare un Piano di adattamento ai cambianti climatici
Sarà essenziale- ha proseguito il presidente- sviluppare una piena
consapevolezza su come integrare gli interventi di Protezione Civile con
azioni concrete di adattamento territoriale. Dovremo farlo anche prevedendo
deroghe alle normative urbanistiche o a quelle più rigide della Protezione
Civile, per rispondere con efficacia a una realtà che ci ha portati, solo
nell’ultimo anno, a emanare ben sette ordinanze di emergenza regionale, poi
trasformate in emergenze nazionali. Questa è la strada per rendere la
Toscana più sicura, resiliente e pronta a fronteggiare le sfide che il
cambiamento climatico ci impone.”
“«Restituiamo oggi il frutto di mesi di lavoro intenso- ha detto
l’assessora Monia Monni- . Abbiamo organizzato 8 webinar, che hanno visto
una partecipazione media di circa 900 persone per ciascun incontro. Un
risultato straordinario che testimonia il grande interesse e l’urgenza dei
temi affrontati.
Hanno partecipato tecnici comunali, rappresentanti degli ordini
professionali, sindaci, giornalisti: è stato un percorso ricco, stimolante
e di vero confronto. Abbiamo messo a disposizione strumenti formativi che
riteniamo fondamentali per affrontare le sfide poste dai cambiamenti
climatici e dalle loro conseguenze, ma allo stesso tempo abbiamo ascoltato.
Un ascolto che porterà anche a proposte concrete di modifica normativa.
Proporremo infatti alcune integrazioni sia alla Legge 65 sul governo del
territorio che alla Legge 41 sul rischio idraulico. Vogliamo superare un
concetto ormai fuorviante: quello della “sicurezza idraulica”. Non
esiste un rischio zero. Il rischio va gestito, e l’acqua va governata anche
quando, inevitabilmente, esce dagli argini. Stiamo introducendo il concetto
innovativo di aree a rischio non mappabile, ovvero quelle zone in cui il
rischio non è facilmente prevedibile né cartografabile – non compare nei
piani di gestione del rischio o nelle mappe delle esondazioni – ma che
sappiamo comunque essere esposte a fenomeni come piene improvvise,
alluvioni lampo, colate detritiche.
In queste aree, anche dove siano previsti interventi di nuova edificazione
o ristrutturazione urbanistica, chiederemo accorgimenti specifici, misure
tecniche che garantiscano la sicurezza delle persone, siano esse nuovi
abitanti o residenti storici.È un cambiamento culturale prima ancora che
normativo- ha concluso Monni-, che vogliamo portare avanti con
responsabilità e condivisione
Il precorso ha visto più fasi, molto partecipate, per un cammino
cominciato il 12 marzo al Politeama di Prato e che si è sviluppato appunto
con webinar, incontri rivolti a tecnici, professionisti e associazioni di
categoria. I soggetti che hanno completato il percorso formativo hanno
ricevuto stamani un attestato di “ente formato” sui temi del rischio
idraulico e da frana.. Consegnati anche i riconoscimenti ai membri del
Comitato Scientifico, istituito dall’ordinanza n. 62/2024 del Commissario
delegato per gli eventi di novembre 2023.
Sono stati consegnati anche gli attestati di partecipazione a coloro che
hanno seguito con interesse i webinar che si sono svolti tra il 27 marzo e
il 29 maggio