
(AGENPARL) – Mon 16 June 2025 https://www.aduc.it/articolo/canone+rai+entro+30+giugno+disdetta+ultimi+sei+mesi_39367.php
—————————
Canone Rai. Entro il 30 giugno la disdetta per gli ultimi sei mesi del 2025
Il cosiddetto canone Rai.. canone non è, ma un’imposta per il possesso di un tv collegato al digitale terrestre. Imposta per il pagamento del servizio di informazione pubblica, meglio noto come tv di Stato. Si può disdire anche entro il prossimo 30 giugno. Una disdetta che consentirà di non pagarlo per i prossimi sei mesi (luglio/dicembre), con un risparmio di 45 euro (90 è l’imposta annuale, addebitata sulla bolletta elettrica).
Poi, volendo continuare a non pagarlo va presentata ulteriore disdetta entro il 31 gennaio dell’anno prossimo (per ricordarlo meglio, è bene metterlo tra le scadenze di fine anno e, comunque, se si fa disdetta a partire dal 1 luglio, quest’ultima vale per l’anno successivo). Disdetta che, purtroppo, non ha valore assoluto, ma va ripetuta ogni anno.
Il televisore, quindi, non dovrà più essere collegato ad un’antenna del digitale terrestre ma, volendo, a quelle satellitari e ad Internet. In pratica, si potrà continuare a seguire informazioni, film e spettacoli, anche della Rai, che diffonde i propri servizi anche via Internet e satellitare.
A questo link le informazioni e i moduli dell’Agenzia delle Entrate (verificare con attenzione le modalità rispetto alla scelta di spedizione: applicazione web, cartacea, pec):
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/agevolazioni/canone-tv/dichiarazione-sostitutiva-canone-tv
Ricordiamo che, a nostro avviso, la disdetta, oltre a far risparmiare soldi, dà un segnale di dissenso a come viene gestito il servizio pubblico.
In concorrenza sleale e abuso di posizione dominante perché la Rai si finanzia con canone e pubblicità, contro le sue concorrenti che non hanno il canone e usano un mercato pubblicitario artefatto dalla presenza di un grosso competitor con privilegi che loro non hanno.
Si dice che la Rai sia la maggiore impresa culturale e d’informazione italiana… è probabilmente vero, ma a spese della concorrenza in essere e quella a venire. Una situazione che, secondo l’Autorità Antitrust, non sarebbe accettabile per nessuna azienda nel mercato italiano cosiddetto libero. Ma vige l’eccezione e il favoritismo verso la Rai, la cui gestione ufficialmente è del Parlamento, ma nei fatti della maggioranza dello stesso Parlamento.
Questo porta ad un’anomalia sgradevole e pericolosa.
Il Governo (espressione della maggioranza parlamentare) decide anche il servizio pubblico d’informazione, trasformandolo da servizio di Stato (cioè di tutti) a servizio di Governo (della maggioranza).
Governo che, tra l’altro, per le leggi elettorali e il fatto che abbia votato (nel 2022) solo il 64% degli aventi diritto, benché abbia il 44% dei voti ha poco più di 350 parlamentari su 600 (il 58%), ma rappresenta poco più del 32% di tutti gli elettori.
Alla fine ci si ritrova con questo 32% che decide cosa e come vedono e ascoltano tutti i 59 milioni di italiani e, visto che in un certo modo si vede in tutto il mondo, stabilisce l’immagine del nostro Paese nel Pianeta.
Questo meccanismo è complicato e noioso per i non addetti ai lavori, Ci si domanda perché, come anche avevano chiesto gli italiani con un referendum nel 1995, la gestione non sia affidata, come buona parte dei servizi pubblici, ad una gara d’appalto dove vinca il miglior privato che si candida, magari per un servizio che – già pagato dai contribuenti – non includa pubblicità e, di conseguenza, renda più libero il mercato, a vantaggio di qualità, economicità e posti di lavoro.
Qualcuno continua a pensare che, invece, sia bene com’è oggi, e la pensano così tutti i partiti – governo essenzialmente, ma anche l’opposizione che è contenta delle briciole – in Parlamento, che affidano ai loro affiliati buona parte della forza lavoro, soprattutto le responsabilità. Ma – a nostro avviso- si tratta di valutare se e cosa ci sta bene per una società, un’economia e un servizio d’informazione (anche pubblico) liberi.
Il primo passo potrebbe essere questa disdetta.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
============