
(AGENPARL) – Wed 11 June 2025 Oggetto: Importanti passi avanti per contrastare la narcolessia di tipo 1 da uno studio co-coordinato da Unimore
COMUNICATO STAMPA
Un recente studio pubblicato dal New England Journal of Medicine, che vede come co-principal investigator il Prof. Giuseppe Plazzi di Unimore, ha aperto nuove strade per la cura della narcolessia di tipo 1, una rara e grave condizione neurologica cronica.
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati di uno studio di fase 2, condotto su persone con narcolessia di tipo 1, che ha come co-principal investigator il Prof. Giuseppe Plazzi, neurologo, coordinatore del Centro per la Narcolessia e dei Disturbi del Sonno, dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e Docente di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza di Unimore.
La narcolessia di tipo 1 (NT1) è una rara e grave condizione neurologica cronica causata dalla perdita significativa di neuroni produttori di orexina, neuropeptide chiave nel controllo del ciclo sonno-veglia e dell’appetito, con conseguenti bassi livelli di orexina che portano a EDS, cataplessia (perdita improvvisa del tono muscolare), sintomi cognitivi, sonno notturno disturbato, allucinazioni che si verificano quando ci si addormenta o ci si sveglia, e paralisi nel sonno. Questi sintomi debilitanti possono ridurre notevolmente la qualità della vita e influire gravemente sulle prestazioni lavorative, sull’adempimento accademico e sulle relazioni personali. L’attuale trattamento standard include politerapia per gestire i diversi sintomi, ma nessuno di questi farmaci affronta la carenza di orexina sottostante che causa la NT1.
Lo studio, che ha arruolato a livello globale 112 adulti di età compresa tra 18 e 70 anni con NT1, esamina in particolare gli effetti di un agonista dell’orexina sulla sonnolenza diurna, sul mantenimento della veglia durante il giorno e sulla frequenza degli attacchi di cataplessia.
Oveporexton è un agonista selettivo orale del recettore 2 per l’orexina (OX2R), progettato per affrontare la carenza di orexina che causa la NT1 e in grado di ripristinare il segnale dell’orexina. I risultati hanno mostrato miglioramenti significativi nelle misure oggettive e soggettive della eccessiva sonnolenza diurna (EDS), riduzioni degli episodi di cataplessia e miglioramenti clinicamente rilevanti nella gravità della malattia e nella qualità della vita in tutti i dosaggi testati rispetto al placebo durante otto settimane di trattamento.