
Mercoledì gli Stati Uniti hanno avviato l’evacuazione parziale del personale diplomatico dalla loro ambasciata in Iraq, mentre è stata autorizzata la partenza volontaria delle famiglie dei diplomatici e dei militari da diverse località del Medio Oriente, in particolare dal Bahrein. Le misure arrivano in un momento di crescente tensione con l’Iran e di stallo nei negoziati sul nucleare.
Il Dipartimento di Stato ha confermato ufficialmente l’evacuazione di parte del proprio personale dalla sede diplomatica a Baghdad. Parallelamente, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha autorizzato la partenza volontaria dei familiari del personale militare presente nella regione, soprattutto nel Bahrein, dove è concentrata la maggior parte delle famiglie interessate.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, non sono previste evacuazioni dalla base aerea statunitense di Al Udeid in Qatar, considerata strategicamente cruciale per le operazioni nella regione.
Il contesto di queste decisioni è l’evidente deterioramento dei rapporti con l’Iran. Il presidente Donald Trump ha dichiarato di sentirsi “molto meno fiducioso” sulla possibilità di raggiungere un nuovo accordo sul nucleare con Teheran, nonostante settimane di apparente ottimismo nei confronti dei negoziati.
Trump, secondo diverse fonti, avrebbe scoraggiato Israele dal lanciare attacchi unilaterali contro i siti nucleari iraniani, anche dopo che l’Iran ha colpito Israele con una serie di attacchi missilistici lo scorso anno. Tuttavia, il presidente ha anche lasciato intendere che gli Stati Uniti sono pronti a guidare un’azione militare contro Teheran qualora i colloqui fallissero.
Non si esclude nemmeno la possibilità che Israele possa agire autonomamente con il tacito assenso, o addirittura con il supporto, degli Stati Uniti.