
(AGENPARL) – Tue 10 June 2025 (ACON) Udine, 10 giu – Morire a 26 anni solo per degli articoli
di giornale, per aver scritto la verit? sulla camorra. Perch? le
mafie, come rivel? il pregiudicato Carmelo Vasta, avevano pi?
paura dei giornalisti che dei giudici.
? successo a Giancarlo Siani nel settembre del 1985, giusto
quarant’anni fa. Una tragedia che ha generato indignazione e
spinto tante persone a impegnarsi per dire no alla criminalit?
organizzata. Ed ? un’eredit? raccolta anche dall’Osservatorio
antimafia del Friuli Venezia Giulia (Ora), che assieme al
Dipartimento di scienze giuridiche dell’Universit? di Udine e
all’associazione Libera ha organizzato oggi a Udine una giornata
di confronto sulla figura di Siani, in collaborazione con Comune
di Udine, Ordine dei giornalisti del Fvg e Ordine degli avvocati
di Udine.
“Chi ha ordinato la morte di Siani – ha osservato Mauro Bordin,
presidente del Consiglio regionale Fvg – aveva l’obiettivo di
metterlo a tacere. E noi invece lo stiamo ricordando qui oggi, a
quarant’anni di distanza, e questo significa che quel tentativo ?
miseramente fallito. Perch? a volte proprio dalle tragedie si
traggono energie importanti che servono a combattere le
ingiustizie, giorno dopo giorno”.
“A distanza di tanto tempo da quei fatti che scossero l’Italia –
ha aggiunto il massimo rappresentante dell’Assemblea legislativa
– ricordiamo ancora l’impegno di quel giovane cronista in un
contesto e in tempi difficili, in cui sarebbe stato certamente
pi? comodo mettersi al riparo e stare zitti. La sua vita diventi
allora patrimonio collettivo per spingere ciascuno di noi, ognuno
nel proprio ruolo, a lavorare con libert?, rifiutando ogni tipo
di intimidazione che purtroppo anche oggi colpisce giornalisti ma
anche avvocati, magistrati, medici, insegnanti, forze
dell’ordine, politici e amministratori”.
Bordin ha poi insistito sull’importanza di “lavorare sulla
prevenzione”, sottolineando quanto sia “fondamentale il ruolo
educativo della scuola, per insegnare buoni princ?pi fin
dall’infanzia”. “Dobbiamo poi – ha concluso il presidente, che ha
lodato l’impegno dell’Ora su questo fronte – rafforzare la
credibilit? delle istituzioni, lavorando con equilibrio,
correttezza e onest? intellettuale. Se facciamo male il nostro
lavoro infatti finiamo per danneggiare l’istituzione che siamo
chiamati a rappresentare. In un’opinione pubblica sballottata da
notizie che escono in modo incontrollato e a volte infondato, ?
importante ricordare l’esempio di chi, come Giancarlo Siani, il
suo lavoro l’ha fatto in modo cos? onesto, trasparente e
corretto”.
Introdotti da Silvia Bolognini, direttrice del Dipartimento di
scienze giuridiche dell’Universit? di Udine, hanno portato i
saluti al convegno anche il prorettore vicario Andrea Cafarelli,
l’assessore a Cultura e Istruzione del Comune di Udine, Federico
Pirone, il presidente dell’Odg Fvg, Furio Baldassi, e Raffaella
Sartori, presidente dell’Ordine degli avvocati di Udine.
Nella prima sessione della discussione Barbara Clama, presidente
dell’Osservatorio antimafia, ha spiegato perch?, a dispetto delle
relazioni tutto sommato rassicuranti di Corte d’Appello e Dia,
parlare di camorra e criminalit? organizzata in Fvg non sia fuori
contesto.
“Io e i componenti dell’Osservatorio – ha detto Clama – non siamo
preoccupati di quello che vediamo ma di quello che non vediamo,
convinti che occorra continuare a fare prevenzione. La
criminalit? organizzata oggi vuole passare sotto traccia, non
destare allarme sociale, confondersi nell’economia reale, e
allora ? importantissima l’informazione e il ruolo dei
giornalisti nel denunciare le situazioni sospette. Non si tratta
insomma di una battaglia da relegare a una geografia lontana”.
La presidente dell’Ora ha poi voluto ringraziare il presidente
Bordin e il Consiglio regionale “per la convenzione che abbiamo
potuto firmare con il Dipartimento di scienze giuridiche in modo
da approfondire le tematiche del contrasto alla criminalit?
organizzata: ? il settimo appuntamento che organizziamo
quest’anno, nel segno della prevenzione”. Un compito condiviso
con l’associazione Libera, rappresentata al convegno dal
referente udinese Francesco Cautero.
All’assise ha partecipato, nell’ambito del dibattito moderato
dalla giornalista Luana De Francisco, anche l’ex procuratore
distrettuale antimafia di Trieste, Antonio De Nicolo, a cui sono
state affidate le conclusioni.
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