
(AGENPARL) – Mon 09 June 2025 *Morto a 14 anni per un tumore non diagnosticato: “La famiglia di Carmine
Puccinelli porta lo Stato Italiano davanti alla Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo”*
*Lo annuncia lo Studio Associati Maior: “Violati i diritti alla vita e a un
processo equo”*
È stato formalmente inviato oggi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
di Strasburgo, tramite Corriere Espresso, il ricorso presentato dalla
famiglia di Carmine Puccinelli, il ragazzo di 14 anni deceduto per un
tumore mai diagnosticato in tempo. Il ricorso, che supera le 4.000 pagine
tra atti e allegati, è stato redatto dallo Studio Associati Maior,
rappresentato dagli avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo
Catalan e Filippo Castaldo, con il supporto tecnico del medico legale Dott.
Marcello Lorello. I familiari citano in giudizio lo Stato Italiano per la
grave archiviazione delle indagini sui sanitari che ebbero in cura il
giovane, dei quali solo uno è stato ritenuto responsabile, nonostante le
evidenti omissioni diagnostiche e terapeutiche da parte di più
professionisti. La famiglia sostiene che vi sia stata una responsabilità
medica collettiva nell’omessa diagnosi tempestiva e nella mancata
asportazione del tumore. Il ricorso denuncia la violazione degli articoli
2, 6 e 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in relazione al
diritto alla vita, al diritto a un processo equo e al diritto a un ricorso
effettivo. Particolarmente grave la circostanza che il giudice che ha
disposto l’archiviazione non fosse territorialmente competente, in
violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge.
L’archiviazione, inoltre, si è basata su valutazioni non equilibrate,
privilegiando le perizie disposte dal Pubblico Ministero, senza possibilità
di ricorso in Cassazione, anche a fronte di reati gravissimi. Lo Studio
Maior ha quindi richiesto alla Corte di condannare lo Stato Italiano,
stabilendo un equo risarcimento per la mancata tutela giurisdizionale e
l’adozione di misure individuali e generali, inclusa la possibile
riapertura del procedimento penale. “La morte di Carmine non può restare
senza giustizia – dichiarano i legali –. Se in Italia non è stato possibile
ottenere un processo equo, sarà Strasburgo a doverlo garantire.”