
(AGENPARL) – Mon 09 June 2025 **Mense scolastiche, qualità e filiera corta. Saccardi: “Un esempio di
cultura alimentare”**
Fornitori locali, prodotti biologici, prodotti provenienti dalla filiera
del commercio e solidale. Alla vigilia della chiusura dell’anno scolastico
la società Siaf, Servizi Integrati Area Fiorentina, ha presentato oggi nel
corso di una conferenza stampa presso la sede della Giunta regionale
toscana il bilancio del suo servizio di refezione scolastica per mense
delle scuole dei Comuni di Bagno a Ripoli, Val di Sieve e Mugello assieme
alla vice presidente ed assessore all’Agricoltura della Regione Stefania
Saccardi e, fra gli altri a Francesco Pignotti, sindaco del Comune di Bagno
a Ripoli e Federico Ignesti, primo cittadino di Scarperia e San Piero.
Si sta per concludere un anno nel quale il servizio di refezione scolastica
– nelle parole della vicepresidente Stefania Saccardi – ha svolto un ruolo
importante nel valorizzare quello che la Regione Toscana cerca sempre di
promuovere e sostenere: la filiera corta, i prodotti del territorio,
l’agricoltura biologica, il coinvolgimento delle aziende agricole del
luogo. La Toscana, in questo senso, ha dimostrato di saper esprimere in
termini di qualità qualcosa in più, in termini di servizi offerti,
rispetto alle altre regioni”.
“L’ educazione alla qualità nell’alimentazione – continua Stefania
Saccardi – è fondamentale per la salute di tutti, perché il concetto di
salute passa in buona parte anche attraverso quello che noi mangiamo e
coinvolge sotto ogni profilo l’ambiente nel quale viviamo. Per questo non
trascuriamo l’aspetto sociale di questo servizio. Quando si è scelto di
usare prodotti che non provengono direttamente dal territorio della regione
l’attenzione si è rivolta alle realtà che riguardano beni e terreni
sottratti alla criminalità e privilegia ciò che lì viene coltivato. La
Regione Toscana cura l’azienda agricola di Suvignano, la più grande
sottratta alla mafia in Italia ed il cibo che portiamo nelle mense dei
bambini fa parte di un coerente impegno che riguarda anche la la salute, la
genuinità e la sostenibilità etica di quel che mangiamo”.
Fra i fornitori selezionati da Siaf figurano panifici artigianali, aziende
agricole e pastifici locali, cooperative, aziende aziende produttrici di
carni e latticini e oleifici che lavorano in prossimità, direttamente nel
territorio dove i loro prodotti vengono distribuiti e consumati.
L’intento di questa filiera che coinvolge decine di realtà produttive
toscane – molte delle quali a carattere artigianale o cooperativo – è
quello di promuovere un circolo virtuoso che unisce salute, educazione
alimentare, sviluppo locale e attenzione rivolta non solo alla qualità di
ciò che arriva sulle tavole dei bambini ma anche a “come” i cibi
vengono prodotti.
I menù scolastici – ha spiegato Stefano Innocenti, amministratore Delegato
di Siaf – sono stati integrati, ad esempio, anche da prodotti coltivati con
pratiche agricole etiche e socialmente responsabili, come gli agrumi e i
biscotti della Cooperativa Libera Terra del Mediterraneo di Corleone, in
provincia di Palermo, con l’obiettivo di privilegiare le aziende che
adottano sistemi di produzione responsabili anche sotto il profilo della
tutela del lavoro degli operatori.
“I risultati di quest’anno – ha continuato Innocenti – testimoniano come
sia possibile coniugare efficienza del servizio, attenzione alla qualità e
valorizzazione delle eccellenze locali”, dichiara Stefano Innocenti,
Amministratore Delegato di Siaf. “Abbiamo lavorato ogni giorno con
l’obiettivo di servire non solo pasti, ma cultura alimentare e senso di
comunità. Le famiglie, le scuole e i nostri fornitori sono parte
integrante di questo progetto: un modello che funziona e che intendiamo
rafforzare nei prossimi anni.”
“Nel servizio delle mense scolastiche – ha dichiarato Francesco Pignotti
– c’è l’impegno delle amministrazioni comunali alla diffusione fra i
bambini dell’educazione alimentare e alla cultura del cibo: da dove
proviene, come lo si fa, chi lo produce. È una catena che rende partecipi
bambini, famiglie, insegnanti, azienda fornitrice e la stessa
amministrazione. Alla fine questo impegno comune viene compreso anche dai
più piccoli”.
“ Ciò che viene servito nelle mense delle nostre scuole – ha spiegato
ancora Federico Ignesti – fa parte di un piano formativo, al pari delle
lezioni di italiano, educazione di fisica o di matematica. È un momento
d’apprendimento dove c’è un investimento pubblico volto a premiare la
professionalità di chi opera nel settore e soprattutto una cucina attenta
anche sotto il profilo estetico e nella preparazione del piatto, che il
bambino può gradire o meno, ma impara a valutare nel suo valore di
pietanza”.