
Presso il Centro di Cultura per l’ Educazione Permanente ( C.C.E.P ) “ Raffaele Carnevale “, in via Antonio Serra 93/b , Roma, è conservata gran parte della memoria documentaria delll’UNLA, un ricchissimo valore, un prezioso giacimento di storia culturale italiana. l’ Archivio dell’ UNLA, unificato nelle sue realtà regionali, è stato dichiarato dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio Archivio di interesse storico particolarmente importante con provvedimento prot. 0000 4 21 29/27 2016. Arco cronologico: dal 1945 al 1990 circa.
L’ Archivio custodisce la testimonianza di una ricerca e progettualità pedagogica, educativa, culturale, che non ha precedenti nella nostra storia , conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per lo straordinario contributo al dibattito sulla crisi dell’Educazione e alle varie fasi attraverso le quali è maturato il concetto di Educazione Permanente in una società in continuo mutamento;L’UNLA, un’associazione con finalità principalmente educative nasce nel dicembre 1947 grazie all’iniziativa e all’appassionato lavoro di grandi “Maestri”, come li ha definiti Maria Montessori ( basti ricordare Saverio Nitti, Salvatore Valitutti, Arangio Ruiz, l’illustre studiosa e pedagogista Anna Lorenzetto ) convinti che solo liberando, attraverso l’Educazione, l’Humanitas presente in ognuno di noi, sarà possibile sperare in una società più libera, più giusta, più in pace, una pace non fondata su accordi politici ed economici, ma, in via prioritaria, sulla cultura e l’Educazione.
Nel 1948 l’Assemblea generale dell’ONU ha formalmente adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che proclama Diritto fondamentale l’Istruzione , considerata la presenza di quasi un miliardo di analfabeti, oltre la metà dell’allora popolazione mondiale, un’umanità muta, senza difesa, incapace di prendere coscienza della realtà che la circonda, una facile preda. L’analfabetismo ha una portata morale quale situazione in contrasto con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, al pari della fame e della povertà, l’alfabetizzazione ha altresì una portata culturale quale fattore necessario alla trasformazione della società, allo sviluppo economico e alla comprensione tra i popoli. La lotta contro l’analfabetismo si presentava tanto più urgente perché, da problema circoscritto a pochi paesi, con l’avvento all’indipendenza dei paesi dell’Asia e dell’Africa, era diventato il problema principe di tutti i paesi in via di sviluppo. Sappiamo che l’istruzione svolge una duplice funzione: la continuità e il rinnovamento, assicura la trasmissione del patrimonio di conoscenze, esperienze e valori di ciascuna società e nello stesso tempo fornisce le competenze collettive necessarie al progresso della società, nel rispetto dei caratteri propri di ciascuno dei gruppi che la compongono. Le grandi Conferenze internazionali dell’UNESCO ( Elsinor, Montreal,Teheran, Tokyo ) hanno segnato le fasi attraverso le quali è emerso il concetto di educazione permanente, quale necessaria globalità e continuità degli interventi in ordine ad un disegno di sintesi educativa, in una società in mutamento che richiedeva il rinnovamento di tutta l’educazione. Nella campagna di alfabetizzazione mondiale, decisa dall’ONU e affidata all’ UNESCO, l’Italia ha avuto un ruolo di grande rilievo e ha dato un contributo importante alla realizzazione del progetto elaborato dall’Unesco. Il lavoro dell’UNLA è stato apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, tanto da essere l’Associazione più studiata e visitata in Europa, portata avanti nei vari congressi nazionali e internazionali , nei quali la partecipazione dell’Italia è stata contrassegnata da prestigio politico e morale anche per il contributo decisivo e il grande rilievo dato alla speranza di riscatto che l’attività dei centri dell’UNLA ha rappresentato per le popolazioni del Mezzogiorno e per il ruolo che l’Italia assunse nei confronti dei paesi del Terzo Mondo. Il progetto educativo dell’UNLA dimostrava come l’analfabetismo fosse “l’espressione di una società ancora arretrata misera, afflitta per secoli dal latifondo, dalla malaria, dalle usurpazioni demaniali, dai soprusi baronali, dalla mancanze di strade, dalla scarsezza di industrie” e come queste condizioni di arretratezza giovassero al mantenimento del potere dei notabilati locali. E’ evidente riconoscere la stretta continuità tra il desiderio di emancipazione che anima la lotta contro l’analfabetismo e quello delle battaglie per la ridistribuzione della terra soffocate con violenza dalle forze dell’ordine Con il passare degli anni l’UNLA vede crescere la propria fama, .Il metodo adottato sollecita grande interesse tra gli studiosi stranieri, in particolare tra i sociologi e gli antropologi, sia in Italia che all’estero La su peculiarità è quella di considerare l’aspetto educativo come parte integrante di un orizzonte di sviluppo sociale più ampio. Per l’UNLA, infatti, i Centri di cultura popolare andavano intesi come motori di uno sviluppo locale a tutto campo, progettato a misura delle necessità specifiche di quei luoghi e di quelle persone. Nel Congresso Mondiale di Teheran( 1965 ) la relazione italiana sull’Educazione degli Adulti presentata dalla prof.ssa Anna Lorenzetto e definita ufficialmente la “Tesi italiana “, suscitò un grande interesse in molti Paesi tanto che venne tradotta in varie lingue tra le quali l’ arabo e il vietnamita. L’UNLA è stata premiata dall’Accademia dei Lincei con il premio “Antonio Feltrinelli”, per un’impresa di alto valore morale e umanitario; l’UNESCO le ha conferito il premio internazionale “Nadejda Kroupskaia” per la complessa attività pratica e per il contributo concettuale internazionale e il premio “Reza Pahlavi” per il lavoro meritevole nel campo dell’alfabetizzazione. Nel 1977 l’Associazione è stata insignita della Medaglia d’oro ai Benemeriti della scuola, della cultura, dell’arte. Ampiamente documentata risulta essere la molteplice attività della prof.ssa Anna Lorenzetto nella sua veste, oltre che di Presidente dell’UNLA, anche di consulente di vari Organismi Internazionali, numerosi sono i suoi “Rapporti” sulle missioni effettuate per conto dell’UNESCO, ivi compresa la missione a Cuba. Molti documenti riguardano seminari, convegni, rapporti con il Consiglio D’Europa, Beni Culturali, Corte dei Conti, Ministero dell’Istruzione, Ministero Esteri Regione, Provincia e moltissimi altri. Il 24 settembre 1962, presso il Palazzo della Civiltà del Lavoro si sono aperti i lavori del Convegno “Alfabeto e Società”, alla presenza delle più alte cariche dello Stato e del Governo, le rappresentanze dell’UNESCO e diplomatiche. In questa circostanza sono raccolti una serie di dati e di notizie che saranno utilizzate per la realizzazione del Repertorio dell’analfabetismo e dell’alfabetizzazione nel mondo che non solo fu di grande utilità al Convegno, ma ancora oggi rappresenta un importante documento, per la ricchezza delle notizie sulla situazione dell’analfabetismo in quel tempo. Il Convegno Mondiale ha avuto un’eco notevolissima sulla stampa italiana e sui maggiori organi di informazione: 63 quotidiani di tutte le tendenze politiche e di ogni regione d’Italia hanno dato notizia del Convegno. Alcuni quotidiani hanno colto l’occasione per pubblicare una serie di articoli sull’analfabetismo in Italia e nel mondo e sulle esperienze fatte in Italia e all’estero. La scelta della Capitale come sede dei lavori del Convegno, decisa dall’UNESCO, ha avuto un valore morale perché ha riconosciuto al nostro Paese il merito di avere adottato metodi nuovi che non si limitavano solamente a sanare la piaga dell’analfabetismo, ma si preoccupavano anche di inserire nel ciclo della vita associata gli ex analfabeti adulti, assicurando nuove forze sociali. Dopo opportuni adattamenti, i centri sociali dell’UNLA sono stai prescelti come istituti-pilota per molte regioni dell’Africa e dell’Asia L’Italia ha assunto grande rilievo nei confronti dei popoli del Terzo Mondo, in virtù della sua posizione di ponte sul Mediterraneo tra I paesi del Nord Europa e i paesi Africani e della sua politica culturale non colonialistica. I risultati sono stati ritenuti notevoli.
Due preziosi Film documentario realizzati da Michele Gandin “ Cristo non si è fermato a Eboli “e “ Non basta solo l’alfabeto” hanno conseguito il Gran Premio della specifica categoria, rispettivamente nel 1953 e nel 1959, alla Mostra Internazionale del Film Documentario di Venezia. I due film documentario descrivono le condizioni di vita nei paesi nei quali l’UNLA era impegnata con le sue attività. Nel 1950 nasce la Cassa per il Mezzogiorno come organismo straordinario per la creazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo economico del Sud. Solo a partire dal 1963, dopo tormentate vicende, la Cassa iniziò j finanziamenti a favore delle attività promosse dall’UNLA, attraverso i suoi Centri di Cultura Popolare, prima in misura parziale e poi in misura totale in virtù della Legge di Rilancio della Cassa per il Mezzogiorno, perchè il Centro di Cultura Popolare, per la sua tradizione e l’azione svolta, costituiva il filone di un Meridionalismo nuovo fatto di azione alla base, nella convinzione che la componente culturale era essenziale allo sviluppo economico. Al dibattito mondiale sulla crisi dell’Educazione dal quale è emerso il concetto di Educazione Permanente in una società in continuo mutamento hanno dato un contributo importante anche la Chiesa e la Radio Televisione, mezzi dei quali aveva affermato il ruolo, di estrema importanza, il convegno mondiale di Tokyo, quali mezzi insostituibili per diffondere l’istruzione ad ogni livello. Chi non ricorda la dura denuncia nei confronti di una scuola fortemente classista e fortemente selettiva, a danno dei soggetti socialmente più svantaggiati, rappresentata dal libro “ Lettera a una professoressa” dei ragazzi della Scuola di Barbiana di Don Milani. La trasmissione “Non è mai troppo tardi”, iniziata regolarmente nel 1960 con tre lezioni settimanali tenute dal maestro Alberto Manzi contribui’ ad abbassare il numero degli analfabeti. I corsi di “ Telescuola”, nati alla fine degli anni ‘50, un esperimento Pilota nell’applicazione dei mezzi audiovisivi all’insegnamento scolastico, ha rappresentato un’azione didattica ad ampio raggio che per la prima volta è riuscita a raggiungere zone e strati della popolazione rimasti fuori per secoli dai benefici dell’istruzione. La rubrica “Il tuo domani” venne incontro ad un bisogno avvertito dai giovani: l’ orientamento sulla scelta professionale, un problema fino ad allora sostanzialmente trascurato. A conclusione del primo ciclo triennale di corsi scolastici televisivi la Direzione dei Centri di Telescuola ha rilasciato al prof Carnevale, direttore del Centro di Tor di Quinto, un attestato per l’efficace opera prestata a favore dei Telealunni del posto di ascolto n. 1 di Roma ( apr,1962 )
Nel Centro di Tor di Quinto, oltre alle attività libere e al servizio di biblioteca, funzionavano corsi per il conseguimento della licenza elementare e media (corsi Cracis ), corsi professionali per segretaria steno-dattilografa, corrispondenti commerciali, addetti alla Agenzie turistche, telescriventisti, operatori di museo.
Attraverso la straordinaria documentazione fotografica è possibile conoscere, dal punto di vista urbanistico, sociale, culturale la trasformazione del Quartiere Tor di Quinto da quartiere poverissimo, isolato socialmente e culturalmente, appena uscito dalle vicende drammatiche della guerra perduta, a quartiere residenziale, Collina Fleming. A partire dalla fine degli anni ‘50 la speculazione edilizia espulse dal Quartiere gli originari abitanti che andarono a popolare le nuove borgate di Roma Nord: Tomba di Nerone, Giustiniana, Ottavia, La Storta, Labaro, Prima Porta etc. Molti dei corsi del Centro continuarono nelle sezioni staccate che furono istituite nelle nuove borgate, a sostegno dei vecchi allievi, Sezioni staccate furono istituite anche presso gli Ospedali Forlanini e Santa Maria della Pietà, nei quali si realizzarono corsi di riqualificazione professionale, di scuola popolare, corsi Cracis per il conseguimento della licenza di scuola media. Tutto questo fu possibile perché in detti ospedali le degenze erano generalmente molto lunghe.
La cospicua quantità di materiale a stampa, anche periodica, testimonia la presenza di una biblioteca d’archivio, ricca di pubblicazioni in varie lingue straniere su materie dell’attività istituzionale dell’UNLA e sui suoi rapporti con gli Organismi Internazionali e gli esperti dei progetti internazionali allora in atto nella maggior parte dei paesi del mondo.
La preziosa memoria documentaria, una ricchezza di potenzialità educative, pedagogiche, didattiche costituisce per docenti e studenti una risorsa e opportunità, unica nel suo genere, di studio, di ricerca, di collaborazioni, di progetti integrati, al fine di utilizzare, anche in ambito scolastico, sussidi didattici di carattere archivistico, in linea con quanto avviene in molti paesi europei, a partire dalla scuola primaria. Frequentando personalmente gli Archivi, gli studenti possono acquisire una conoscenza diretta del passato e della documentazione che esso ha lasciato, possono gettare uno sguardo sul mondo della ricerca storica e rendersi conto dell’assoluta necessità di studiare criticamente le fonti, ragionare sulla quantità indefinita di conoscenze storiche, dense di contenuto e significato, normalmente non riportate nei manuali di storia in uso nelle nostre scuole, ma che comunque hanno contrbuito allo sviluppo dell’identità culturale collettiva radicata nella storia del nostro popolo, riflettere storicamente sui processi che hanno determinato il mondo attuale e, attraverso l’ampia documentazione a disposizione, ricostruire le grandi trasformazioni che, nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, riguardano la storia delle idee, delle mentalità, dei saperi, del vivere quotidiano, delle arti nell’accezione più ampia. E’ evidente che l’ L’Archivio costituisce un organico strumento di consultazione e di aggiornamento per educatori, studenti, studiosi, ricercatori. Vorrei sottolineare che il Centro di cultura popolare d Tor di Quinto è stato più di una istituzione educativa perché è stato il Centro di animazione morale e culturale della vita collettiva di un quartiere nella fase iniziale del suo sviluppo.
In questi ultimi anni gli interessi nei confronti dell’UNLA si sono notevolmente intensificati alimentando un interessante dibattito sulla sua eredità. Nonostante il crescente numero di ricerche dedicate, la storia di questa organizzazione sembra riservare spazio ad approfondimenti utili ad allargare gli orizzonti interpretativi e a restituire un quadro di riferimento culturale e politico ancora più complesso. Un approfondimento a parte merita la stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel solco dell’operato di organizzazioni non governative, sostenute da fondazioni private impegnate in progetti di carattere umanitario e di assistenza sociale. Basta ricordare il rapporto di collaborazione tra l’ UNLA e l’American Friends, Service Committee (Afsc). organizzazione quacchera americana tra le più conosciute ed apprezzate a livello internazionale alla quale , nel 1947 ,viene attribuito il ’Nobel della Pace. l’ aiuto economico dell’Afsc all’attività dell’ UNLA e al suo programma di alfabetizzazione avviato a gennaio 1949 durerà fino all’inizio del 1962,anno in cui la delegazione Afsc, considera conclusa la propria missione in Italia.
L’Archivio dell’UNLA costituisce un bene comune, un’eredità di conoscenza e di memoria, un prezioso patrimonio finora rimasto pressochè sconosciuto che attiene ad anni della nostra storia densi di contenuto e significato testimonianza dei valori e della ricchezza della nostra cultura, dalla quale ancora oggi è possibile trarre alimento, radici, identità. Gli Archivi sono strumenti per progettare il futuro e servono a conservare la memoria di chi siamo stati e come ci siamo arrivati, servono a tramandare e rendere disponibile la memoria alle generazioni future. Attraverso l’ausilio di sussidi di carattere archivistico è possibile attivare una riflessione critica sugli avvenimenti del passato e fare proprio il messaggio contenuto nel preambolo dell’Atto Costitutivo dell’ UNESCO, adottato a Londra il 16 novembre 1945 : “ poichè le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”, una pace non fondata su soli accodi politici, ma in via prioritaria sulla diffusione della cultura e dell’Educazione: la pace è un processo, non un avvenimento.
Professoressa Alba Pugliese, Referente Archivio Storico U.N.L.A di via Antonio Serra, 93/b.
