
(AGENPARL) – Thu 05 June 2025 Comando Provinciale Carabinieri Palermo
COMUNICATO STAMPA
Palermo, 05 giugno 2025
CASE FAMILIARI USATE PER LO STOCCAGGIO DELLA DROGA:
I CARABINIERI ESEGUONO TRE MISURE CAUTELARI A SANTA CRISTINA GELA
L’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei piccoli centri dell’entroterra palermitano ha
portato a un nuovo, significativo risultato. I Carabinieri della Stazione di Santa Cristina Gela hanno infatti
dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale nei confronti di tre persone, ritenute
responsabili, in concorso tra loro, del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della
Repubblica, ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza e la permanenza in casa in orario notturno
per i tre indagati: un 32enne e una 29enne di San Cipirello e un 28enne di San Giuseppe Jato.
Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Santa Cristina Gela con il supporto dei colleghi di Piana
degli Albanesi tra settembre e novembre 2024, hanno preso il via dalla segnalazione della madre di un
assuntore abituale di hashish la quale, preoccupata per il figlio, aveva deciso di rivolgersi ai Carabinieri di
Santa Cristina Gela per chiedere il loro aiuto.
I militari, raccolte le preliminari informazioni, hanno subito avviato le indagini che hanno in breve tempo fatto
emergere il ruolo dei tre indagati nello spaccio di hashish nei comuni di Santa Cristina Gela e Piana degli
Albanesi.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il 32enne e la 29enne, compagni nella vita, si erano divisi i
compiti: la donna si sarebbe occupata del confezionamento dello stupefacente, mentre l’uomo avrebbe
provveduto allo spaccio, principalmente nella zona di Piana degli Albanesi; il terzo indagato, il 28enne di San
Giuseppe Jato, avrebbe invece confezionato e smerciato la droga in autonomia nella propria area di residenza.
I due uomini, entrambi già noti alle forze dell’ordine, in base agli esiti delle indagini si sarebbero recati insieme
a Palermo per reperire lo stupefacente, adottando alcune precise cautele per tentare di allontanare eventuali
sospetti sul loro conto: in particolare, per eludere le eventuali verifiche delle forze dell’ordine, dopo aver fatto
rifornimento, i due erano soliti rientrare a San Giuseppe Jato dove il 28enne, all’insaputa dei suoi genitori,
avrebbe utilizzato la loro abitazione come nascondiglio della droga, evitando così di custodirla presso il suo
appartamento o quello dell’amico, già oggetto in passato di perquisizioni antidroga.
Analogamente, la 29enne, per evitare sospetti su di sé e sul compagno, avrebbe provveduto al
confezionamento delle dosi presso l’abitazione della propria zia 70enne di Piana degli Albanesi naturalmente,
ignara del ruolo che la propria casa stava avendo in quell’attività illecita.
Il 32enne, inoltre, avrebbe adottato un metodo ben strutturato per le consegne, incontrando i clienti in un
parcheggio cittadino e raccogliendo gli ordini in base a quali poi la compagna preparava le dosi. La donna,
dopo aver confezionato lo stupefacente nell’abitazione della zia, scendeva in strada per consegnarlo al
compagno, il quale tornava al parcheggio per concludere la cessione.
A riscontro dell’indagine, i militari della Stazione di Santa Cristina Gela hanno eseguito una perquisizione
domiciliare presso un’abitazione in uso al 28enne di San Giuseppe Jato, trovandolo in possesso di sostanza
stupefacente e di altro materiale utile alle investigazioni. In tale circostanza, l’uomo è stato tratto in arresto in
flagranza di reato.
Nel corso delle indagini, sono stati segnalati amministrativamente alla Prefettura di Palermo, cinque persone
quali assuntrici di sostanze stupefacenti. L’azione dell’Arma continua senza sosta tanto nel contrasto allo
spaccio di stupefacenti, quanto alla prevenzione, con particolare riguardo alla tutela delle fasce più giovani e
vulnerabili della popolazione.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente,
e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita
solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai
principi costituzionali di presunzione di innocenza.