
(AGENPARL) – Thu 05 June 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 05/06/2025, ore 12:56
Consiglio
250606 Lavori Consiglio: Riforma abitare, relazioni di minoranza e avvio della discussione generale.
**Presentate dai conss. Rohrer, Repetto, Ploner e Köllensperger. La discussione generale inaugurata da Deeg. **
Nell’ambito della discussione della Riforma abitare contenuta nel disegno di legge provinciale 41/24, sono state presentate 4 relazioni di minoranza.
Con la propria, Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha fatto riferimento, tra il resto, all’indebolimento della tutela del paesaggio in Alto Adige attraverso la sburocratizzazione, l’introduzione di un termine di 60 giorni per la concessione o il rifiuto di un’autorizzazione paesaggistica da parte dell’amministrazione provinciale, scaduto il quale la decisione passa al Comune, lo stralcio del riferimento al piano clima e il “problematico” articolo 15, in base al quale nelle aree naturali e agricole l’attività edilizia aumenterà moltissimo, l’articolo 21 sui fienili: “Tutte queste norme rispondono alle richieste di uno stesso, influente gruppo d’interesse”, ha detto nella relazione. Problematiche sono anche l’assenza di limite sulle aree interrate e la possibilità di nuove volumetrie fuori terra in zone agricole e di costruire del tutto nuovo per gli edifici la cui attuale cubatura non raggiunge i 300 m3. Il disegno di legge offre tante scappatoie e viola dei tabù. In quanto agli alloggi per il personale, va introdotto un tetto massimo. Rohrer ha poi segnalato le eccezioni all’obbligo di convenzionamento al 100% e riferito, in merito alle sanzioni, che si continua a non distinguere fra situazioni che si verificano in un comune con esigenza abitativa, in uno con un’alta percentuale di seconde case o in uno con notevole emigrazione. La riserva del 30% delle abitazioni a prezzo calmierato all’IPES è indebolita dall’assenza di un obbligo di informazione da parte del Comune. In conclusione, l’obiettivo di incentivare abitazioni economicamente accessibili non viene raggiunto.
Anche Sandro Repetto (Partito Democratico) ha presentato una r, con la quale rilevava, tra l’altro, che si era al settimo intervento di modifica della legge urbanistica, con oltre 500 cambiamenti. In queste condizioni è difficile stabilire la garanzia del diritto in una materia estremamente delicata come quella urbanistica, che dovrebbe dare delle certezze. Sarebbe interessante sapere dopo quasi sette anni dalla sua promulgazione quali sono gli obiettivi realizzati dalla legge. La legge 41/25 cerca di individuare un percorso per dare più spazio abitativo ai residenti limitando gli affitti brevi, introducendo l’edilizia abitativa di utilità sociale, un vincolo sociale più lungo, imponendo sulle nuove aree cubature solo per i residenti, agevolando chi affitta con un fondo di garanzia, concedendo contributi sugli interessi sui mutui e individuando un numero di alloggi a canone calmierato; il tutto supportato da semplificazioni e nuove procedure più snelle: si dà atto a un passo nuovo verso la tematica dell’affitto rispetto al passato ma ci sono ancora alcune zone d’ombra, quali il fatto che il convenzionamento al 100% può avere come effetto un ulteriore aumento dei prezzi; la mancanza di un piano decennale di VERO investimento dell’IPES, la necessità di un indice di cubatura più elevato, di un piano fiscale e un fondo di garanzia per agevolare gli affitti, di un organo che eserciti i controlli.
Nella propria, Franz Ploner (Team K) ha evidenziato, tra l’altro, che la casa a prezzi accessibili e la questione abitativa sono diventati la nuova questione sociale in Alto Adige, che colpisce anche il ceto medio, ma il disegno di legge, privo di una forma organica, non è una profonda riforma, perché non introduce il radicale cambiamento di paradigma che sarebbe necessario, e perché non è stata effettuata quell’analisi dei bisogni su cui si sarebbe dovuta basare una riforma di ampio respiro. Il testo di legge non dice come l’edilizia abitativa pubblica e sociale si armonizzi con la legge provinciale “Territorio e paesaggio” riguardo alle “abitazioni a prezzo calmierato”, né prescrive quante abitazioni di edilizia pubblica e sociale dovrebbero essere riservate al ceto medio nei programmi annuali di edilizia abitativa; mancano anche i fondi sufficienti per questi obiettivi. Con alcune eccezioni, come il giro di vite sugli affitti a breve termine, il dlp si limita ad adeguamenti delle misure esistenti; inoltre prevede una forte promozione della proprietà della casa; le misure volte alla promozione degli affitti sono giuste ma non basteranno. Il 100% delle abitazioni riservato a residenti richiede regole chiare e non scappatoie; i finanziamenti per l’edilizia abitativa di utilità sociale non sono sufficienti. La riforma non affronta quasi mai i temi della politica del suolo, delle tasse sensibili sullo sfitto, dei divieti di uso improprio o degli obblighi di pubblica utilità per chi realizza abitazioni. In questo modo non si tocca il problema di fondo del sistema di mercato speculativo.
L’ultima è stata presentata da Paul Köllensperger (Team K), che ha evidenziato, tra l’altro, come l’elemento fondamentale del disegno di legge sia il convenzionamento al 100% delle nuove costruzioni per i residenti: tuttavia, l’unico effetto che produrrà questa misura sarà che le cubature disponibili diventeranno più costose e gli aumenti coinvolgeranno tutto il mercato. Contro l’uso improprio dello spazio abitativo a fini turistici sono previste nuove regole che consentono le locazioni a breve termine solo nel luogo di residenza o presso la sede legale. Vanno apprezzate le semplificazioni e i controlli più severi, ma colpisce per l’ennesima volta il fatto che, con il pretesto della penuria di alloggi, si distribuiscano come regalie ai proprietari di terreni agricoli e aree naturali. Le modifiche proposte sembrano non tenere più conto della tutela dell’ambiente e del paesaggio, per non parlare poi del Piano clima; fortemente da criticare è la possibilità di ampliare gli edifici nel verde agricolo, che viene estesa agli edifici esistenti al 1997. In quanto alle regole per affittacamere, l’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese previsto dalla Provincia autonoma di Bolzano per tutti gli affitti turistici è giuridicamente impugnabile. Le modifiche proposte alla legge provinciale Nr. 9/2018 “Territorio e paesaggio” contribuiranno assai poco al raggiungimento degli obiettivi della Riforma Abitare. Ma soprattutto, questo disegno di legge, nella sua forma attuale, non servirà a ridurre i prezzi degli immobili né gli affitti.
È quindi iniziata la discussione generale.
Waltraud Deeg (SVP) ha rilevato che il tema dell’abitare è in discussione in tutte le agende politiche in Europa. Ha quindi fatto riferimento a una serie di pubblicazioni del Dipartimento che reggeva da asessora, dal significativo titolo “Abitare è vita”, e alla necessità di garantire che i giovani vivano in una società equa e si possano garantire l’acquisto di un alloggio: questo garantisce certezza. Importante è anche che anziani o donne con redditi bassi abbiano un alloggio, e che le famiglie possano crescere in spazi di qualità. Si è visto durante il lockdown, quanto è importante un’abitazione di grandezza adeguata. Si tratta infine di equità sociale, per tutte le generazioni. A Berlino gli spazi abitativi sono in poche mani, in Alto Adige di tante persone che si sono impegnate per finanziare la propria casa. In Consiglio vanno creati i presupposti perché i cittadini abbiano spazio abitativo sostenibile a sufficienza; l’abitare non può essere lasciato solo al mercato libero, che pensa solo al profitto. La domanda di alloggi è molto elevata rispetto all’offerta, per la crescita della popolazione, e le richieste dall’estero contribuiscono a un aumento dei prezzi, che si deve al mercato, non ai contributi. Nell’ultima legislatura è stata introdotta la possibilità di recupero, l’edilizia abitativa di utilitá sociale e quella comunale sono il mezzo migliore per contrastare l’andamento; anche il modello delle cooperative funziona bene. Una regolamentazione rigorosa del canone di locazione è necessaria. Deeg, premettendo che si sarebbe attenuta alle indicazioni di partito, si è detta contraria a uno svuotamento del convenzionamento: l’edilizia convenzionata era utilizzata da chi guadagnava troppo per un contributo ma troppo poco per il libero mercato. Si è detta poi favorevole a norme chiare e trasparenti per i piani di recupero, per respingere la speculazione, e a un sostegno alle cooperative, adeguando i contributi ai prezzi energetici e agli standard aumentati. Abitare non è un investimento ma un diritto fondamentale.
La discussione prosegue nel pomeriggio.
**MC**
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