
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 04/06/2025, ore 13:08
Consiglio
Lavori Consiglio: Segnali di parità, Abitazioni a prezzo calmierato
**Mozioni di Partito Democratico e Gruppo verde. **
Con la Segnali (stradali) di parità, presentata oggi in Consiglio provinciale, Sandro Repetto (Partito Democratico – PD – Demokratische Partei) chiedeva di impegnare la Giunta provinciale 1. a provvedere alla traduzione integrale in lingua italiana della pubblicazione “Frauenbiografien und Straßennamen. Leitfaden zur Benennung von Straßen und Plätzen in Südtirol”, curata dal Kompetenzzentrum für Regionalgeschichte della Libera Università di Bolzano e realizzata dalle storiche Siglinde Clementi e Franziska Cont; 2. a promuovere la diffusione della versione bilingue del compendio presso i Comuni della Provincia autonoma di Bolzano, le scuole, le biblioteche e altri enti culturali, affinché possa essere utilizzato come strumento di riferimento nelle scelte toponomastiche e nei percorsi educativi; 3. a sostenere e incentivare, anche attraverso le linee guida contenute nel progetto di ricerca, bandi o buone pratiche per una maggiore equità di genere nella denominazione di nuove strade, piazze e spazi pubblici su tutto il territorio provinciale; 4. a monitorare periodicamente, in collaborazione con i Comuni e gli uffici competenti, l’andamento della presenza femminile nella toponomastica provinciale, anche al fine di colmare il divario attuale e valorizzare la pluralità dei contributi storici. Secondo il progetto di ricerca citato, ha detto Repetto, a Bolzano solo il 13% delle vie intitolate a persone ricorda figure femminili. Se si escludono le sante, si scende all’11,4%. Nelle altre città e paesi della provincia, la percentuale è spesso ancora più bassa o inesistente. Intitolare strade alle donne significa restituire loro la visibilità negata, ma anche molto di più: significa offrire a bambine e bambini modelli ispirazionali nuovi e plurali, e sapere che una via è intitolata a una scienziata, a una ricercatrice, a una partigiana, a una poetessa, a una pedagoga o a una sportiva ha un potere formativo profondo.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ritenuto la mozione interessante, e importante intitolare più strade alle donne: in provincia ci sono tantissime donne che meriterebbero di essere ricordate in questo modo. Ha aggiunto che ci sono alcune strade che avevano in passato un nome di donna, poi cambiato, come la Via Cassa di Risparmio a Bolzano che era la Via Elisabeth. meno sono le donne intitolate a donne nelle piccole località, ma perché qui le vie intitolate a persone sono meno. bisognerebbe evitare l’intitolazione a criminali di guerra, come accade per la Via Locatelli a Bolzano; bisognerebbe piuttosto pensare alle insegnanti delle Katakombenschulen o alle donne della resistenza, non però dedicando loro una via limitrofa di periferia.
Rosmarie Pamer (SVP), dal banco dei consiglieri, ha ricordato la propria esperienza di sindaca a San martino, dove nessuna strada portava il nome di donna: con la sua Giunta, si era provveduto. è importante che i Comuni facciano ricerca sulle donne del territorio che possono fungere da modello. I nomi delle strade non sono casuali, e questa mozione aiuterà a sensibilizzare i Comuni: lei voterà a favore.
Waltraud Deeg (SVP) ha ringraziato Repetto per la mozione, che avrebbe appoggiato. È importante avere modelli ed esempi femminili positivi: i nomi delle strade invitano a riflettere su quanto hanno fatto quelle donne, spesso non riconosciute in vita. La mozione tuttavia non basta, ci vogliono anche misure concrete come le quote rosa e favorire l’ingresso delle donne negli organi politici: quanto successo sui social media recentemente dimostra come spesso le donne siano oggetto di diffamazioni.
Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) nessuno avrebbe il coraggio di dire che non condivide questo tipo di mozione; ha ricordato che in Comune di Bolzano era stata attivata la Collina dei saggi, e fortunatamente si era evitata la denominazione “dei saggi e delle sagge”: “Quando noi proponemmo l’avvocato Adriana Pasquali, figura luminosa della nostra terra, il partito del proponente aveva votato sentitamente contro, optando per Nella Mascagni e Lidia Menapace, dalla storia partigiana: se questo è il criterio con cui vengono intitolate strade e piazze, respingo questa mozione”.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto la mozione evidenziando il grande squilibrio esistente nella denominazione delle vie, e ribadito che dovrebbero essere sostituiti i nomi fascisti, magari proprio con nomi di donne che abbiano un legame con il territorio.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha rilevato che tra SVP e Fratelli d’Italia c’era dissenso, e annunciato voto a favore. Gli odonimi sono un testo di storia visibile. Rohrer ha ricordato il tentativo fallito, in Comune a Merano, di cambiare il nome alla via Cadorna, e ricordato che in quella città ci sono solo tre vie intitolate a donne. I nomi di donne sui cartelli delle vie incoraggiano le giovani donne.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha parlato di “effetto Matthäus” relativo al fatto che nei lavori scientifici le donne vengono citate molto meno rispetto ai colleghi maschi. Le donne sono meno visibili nello spazio pubblico, e una propria mozione per intitolare loro le vie, redigendo un’apposita lista, era stata approvata: l’UniBz aveva elaborato uno studio con le storie di queste donne, di cui c’era stata una presentazione, in occasione della quale – tra il resto – lei stessa non era stata citata: in quell’occasione era stato citato il caso di Tila Mutz, di Montagna, cui su iniziativa di una donna era stato intitolato il centro sociale, ma di cui ci si era dimenticati.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha annunciato sostegno alla mozione, ribadendo come Pamer che “i nomi delle strade non sono mai casuali”, ma rispecchiano la situazione socio-politica del momento. Vero è che le donne sono sottorappresentate in tutti gli ambiti. da sindaco aveva intitolato una sola strada, e l’aveva intitolata ad Anna Jobst. In quanto agli odonimi che possono essere visti con occhio critico, tutti si devono guardare allo specchio: alcuni nomi italiani sono improponibili, ma ce ne sono anche di ingombranti in campo tedesco – queste piazze e strade potrebbero essere rinominate, farebbe bene a tutti. Sandro Repetto ha ricordato il tentativo con piazza della Pace e la discussione su via Cadorna a Bolzano, nonché una discussione in merito nel 48, di cui all’Archivio storico sono disponibili gli archivi; ha aggiunto che Magnago aveva più volte chiesto la modifica del nome “via Amba Alagi”. Questa mozione, ha concluso, deve dare il via a una riflessione più ampia. La mozione è stata approvata con 32 sì, 1 no e 1 astensione.
Di seguito, Brigitte Foppa ha presentato la Abitazioni a prezzo calmierato – renderne possibile la locazione, con cui chiedeva di incaricare la Giunta provinciale 1. di modificare il regolamento di esecuzione sulle abitazioni a prezzo calmierato in modo che la locazione sia equiparata all’acquisto; 2. di introdurre nel regolamento di esecuzione sulle abitazioni a prezzo calmierato una disposizione che preveda, prima della stipula dell’accordo tra il Comune e il soggetto interessato, una verifica del fabbisogno di alloggi in locazione nel comune, tenendo conto dei criteri di classificazione emanati dalla Giunta provinciale. 3. Il risultato di tale rilevazione deve obbligatoriamente confluire nell’accordo tra il Comune e il soggetto interessato. Gli accordi di sola compravendita possono essere stipulati unicamente nei comuni in cui è stato rilevato un basso fabbisogno di abitazioni in affitto. Secondo Foppa, il nuovo modello “Abitazioni a prezzo calmierato” potrebbe sgravare il mercato immobiliare con un sistema relativamente semplice, ma ha due punti deboli: l’accordo stipulato tra il Comune e il committente/costruttore (“soggetto interessato”) non prevede obbligatoriamente la locazione, e nemmeno la locazione con successivo acquisto; inoltre, l’acquisto ovvero la vendita delle abitazioni ha la precedenza sull’affitto. La disponibilità di alloggi in affitto rispecchia tuttavia meglio una società mobile come quella attuale, riconoscendo anche le esigenze dei giovani, nonché quelle delle famiglie, a fronte del fatto che la percentuale di reddito destinata all’abitare è passata dal 32 al 42%. Va ricordato che una delle cause principali per cui i giovani non rientrano dall’estero dopo gli studi è proprio la difficoltà di trovare un alloggio: c’è bisogno di intervenire, soprattutto nei 21 Comuni con esigenza abitativa.
Paul Köllensperger (Team K) ha condiviso la proposta, sottolineando che in particolare a Bolzano non esiste un mercato dell’affitto. Avrebbe quindi votato a favore. Tuttavia, se la locazione non è lucrativa, non ci sarà l’offerta: chi offre un alloggio deve avere almeno un ammortamento minimo del capitale investito, per un 3% si possono acquistare delle obbligazioni. Prima o poi si arriverà al modello di Vienna, è necessario elaborare un programma di edilizia abitativa agevolata che consideri anche la classe media.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde), cofirmataria, ha evidenziato l’importanza del regolamento d’attuazione, e sottolineato la disposizione al punto 3. relativa all’accordo tra il Comune e il soggetto interessato. Ha invitato l’assessore a impegnarsi affinché tramite gli alloggi a prezzo calmierato siano prodotti maggiori affitti.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che a livello sociale aumenta la flessibilità, il che rende gli affitti più attrattivi, anche per problema di costi. In Tirolo, il mercato punta soprattutto sulle locazioni, e non sull’acquisto. A Innsbruck la Neue Heimat costruisce ogni anno 500 nuovi appartamenti, e lì le locazioni sono basse.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde), cofirmatario, ha evidenziato la necessità di un maggiore equilibrio tra vendita e locazione, il che rende necessario che la politica si concentri su quest’ultima, dando a essa priorità anche nell’ambito della politica degli alloggi a prezzo calmierato.
La discussione prosegue nel pomeriggio.
**MC**
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