
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 04/06/2025, ore 15:55
Nota ai media!
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I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Abitazioni a prezzo calmierato -2, Riduzione della burocrazia e prestazioni sociali
Tre mozioni di Gruppo verde e Team K.**
È ripresa questo pomeriggio, in Consiglio provinciale a Bolzano, la trattazione, avviata, Abitazioni a prezzo calmierato – renderne possibile la locazione, con cui Brigitte Foppa (Gruppo verde) chiedeva di incaricare la Giunta provinciale 1. di modificare il regolamento di esecuzione sulle abitazioni a prezzo calmierato in modo che la locazione sia equiparata all’acquisto; 2. di introdurre nel regolamento di esecuzione sulle abitazioni a prezzo calmierato una disposizione che preveda, prima della stipula dell’accordo tra il Comune e il soggetto interessato, una verifica del fabbisogno di alloggi in locazione nel comune, tenendo conto dei criteri di classificazione emanati dalla Giunta provinciale. 3. Il risultato di tale rilevazione deve obbligatoriamente confluire nell’accordo tra il Comune e il soggetto interessato. Gli accordi di sola compravendita possono essere stipulati unicamente nei comuni in cui è stato rilevato un basso fabbisogno di abitazioni in affitto.
Harald Stauder (SVP) ha rilevato che dalla discussione dle mattino era emerso che tutti sono d’accordo sulla necessità di mettere a disposizione più alloggi in affitto, seppur attraverso strade diverse. L’esigenza riguarda soprattutto i giovani, ma non solo. In Alto Adige si è tradizionalmente puntato sulla proprietà per stabilizzare la società, questo era il positivo intento dei pionieri dell’edilizia abitativa, ma la società è cambiata e domani si tratterá la riforma abitare. Poiché le proposte non sono realistiche, non si sosterrà la mozione.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha evidenziato gli alti canoni d’affitto, che contribuiscono alla decisione di acquistare. È emerso anche che c’è bisogno di più alloggi: solo così si abbasseranno i costi. Nella nuova legge bisogna prevedere anche una stima del fabbisogno da parte dei Comuni, e iniziative per garantire alloggi in affitto, in modo da non lasciare la mano ai privati. La mozione mira proprio a responsabilizzare i Comuni.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che non bisogna costruire in maniera massiccia, perché si tratterebbe di alloggi che non vanno ai sudtirolesi. Bisogna piuttosto responsabilizzare l’economia, che richiama lavoratori i quali poi hanno bisogno di un alloggio.
L’ass. Peter Brunner ha sottolineato il buon funzionamento dell’edilizia agevolata nell’ambito della casa di proprietá, e il divario creatosi negli ultimi anni con l’aumento dei prezzi. Il modello a prezzo calmierato dev’essere un’alternativa alle abitazioni a prezzo agevolato – le aree agevolate non vengono più utilizzate per i costi di costruzione. Il modello a prezzo calmierato cerva di consentire una pianificazione più precisa, con aree a prezzi accessibili e costruzioni di qualità ma con standard edilizi minori. Se i costruttori non riescono a vendere gli alloggi, questi possono essere messi in affitto. L’IPES deve avere un diritto di prelazione del 30% nei Comuni con esigenza abitativa, questo sará previsto nella Riforma abitare. Con l’edilizia abitativa di utilità sociale si intende favorire l’affitto, e anche qui si coinvolgono i Comuni, in modo da riservare il 100% degli alloggi in affitto. Si punta anche a mutui agevolati e risparmio casa, nonché a costruire di più sul costruito. Con il fondo di garanzia si intende riportare sul mercato il patrimonio abitativo. Un costruttore non si lascerebbe costringere ad affittare, piuttosto rinuncerebbe a costruire, pertanto la proposta è da respingere. Brigitte Foppa ha risposto che discutere sul tema prima della riforma abitare è stato utile: quando le persone pensano ad alloggi a prezzo calmierato, pensano all’affitto, ma a quanto pare l’affitto è il “piano C”. Negli ultimi 20 anni il settore della politica abitativa non si è sviluppato in maniera positiva, e questo bisogna ammetterlo, prima di trattare la terza riforma abitare. Messa in votazione per parti separate, la mozione è stata respinta: le premesse con 10 sì, 18 no e 6 astensioni, il punto (1) con 15 sì, 18 no e 1 astensione, il 2 con lo stesso esito, il 3 con 11 sí, 22 no e 1 astensione.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha quindi presentato la Riduzione della burocrazia – giustizia sociale – contributi provinciali più mirati, con la quale chiedeva di impegnare la Giunta provinciale (versione emendata) 1. a commissionare uno studio basato sulla rilevazione di dati sociali e su ricerche sul mercato del lavoro che fornisca dei numeri sulla fruizione di prestazioni e contributi, su quanto questi aiuti siano mirati nonché sul loro eventuale impatto sulle scelte lavorative della popolazione altoatesina; 2. a effettuare, sulla base dello studio, analisi approfondite per verificare e valutare se e in che modo i contributi e le prestazioni influenzano le scelte lavorative della popolazione altoatesina; 3. a verificare, al fine di promuovere la sburocratizzazione, se e quali prestazioni finanziarie è possibile erogare d’ufficio ovvero prorogare sulla base della DURP e dell’ISEE senza necessità di presentare ulteriori domande. Le misure di sostegno economico, in Alto Adige, ha spiegato Rieder, sono numerose molto richieste; esse, si basano sulla cosiddetta “Dichiarazione Unificata di Reddito e Patrimonio”, e molte persone sono costrette a organizzare la propria situazione reddituale in modo da rimanere nella fascia di ammissibilità a determinate prestazioni. Ciò li conduce a decidere sulle proprie finanze in modo mirato sulla base delle linee guida per i vari sostegni. La realtà dimostra però anche che questo sistema va a discapito soprattutto della classe media, e quindi di chi lavora tutto l’anno e paga le tasse su tutti i redditi, delle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori. Inoltre, i contributi, come per esempio il contributo alla locazione, a volte contribuiscono ad alzare il canone d’affitto o altri costi. Uno studio in merito sarebbe opportuno. Bisognerebbe inoltre intervenire sugli ostacoli burocratici, e creare incentivi affinché le persone non siano costrette a organizzare la loro situazione reddituale in modo tale da accedere agli aiuti, anche a fronte del fatto che sempre meno persone contribuiranno al sistema, mentre molte dipendono dalle prestazioni sociali. La mozione è stata discussa congiuntamente con la Mancato accesso alle prestazioni sociali: quando lavorare di più non conviene, con la quale Madeleine Rohrer (Gruppo verde) chiedeva di incarica la Giunta provinciale, 1. di analizzare il mancato accesso alle prestazioni sociali per chi guadagna leggermente di più: è necessario analizzare in che modo un aumento dello stipendio si ripercuote sull’accesso alle prestazioni sociali e quali prestazioni riguarda; 2. di valutare i limiti di reddito: va verificato l’attuale limite di reddito al di sopra del quale non si ha più accesso o si ha accesso in misura minore alle prestazioni sociali, in modo da evitare oneri poco equi; 3. di avviare uno studio scientifico: lo scopo è quello di analizzare gli effetti del mancato accesso alle prestazioni sociali e di sviluppare delle proposte di riforma concrete per incentivare l’occupazione; 4. di elaborare delle raccomandazioni per una riforma: l’obiettivo è quello di migliorare l’equilibrio tra sostegno sociale e responsabilità individuale e di sgravare il ceto medio. “È paradossale che lavorare di più porti degli svantaggi”, ha detto Rohrer, “mentre con l’impegno personale e il lavoro si dovrebbe invece essere in grado di migliorare la propria condizione economica”. Questo è frustrante per molti cittadini, e influisce sul fatto che si possa migliorare la propria condizione sociale. Molti programmi di finanziamento e numerose misure di sostegno sono rivolti in primis alle famiglie con un reddito basso; allo stesso tempo, è il ceto medio a pagare la maggior parte delle imposte e delle tasse: questo doppio onere spesso penalizza proprio il ceto medio.
Waltraud Deeg (SVP) ha sottolineato che il sistema sociale altoateisno ha dimostrato, negli ultimi anni di crisi, di funzionare molto bene. IN Alto Adige si spende solo il 10% del bilancio per il sistema sociale: Se uno ha un buon lavoro e un buono stipendio, non ha bisogno di richiedere prestazioni sociali. La realtà è che gli stipendi sono troppo bassi, mentre andrebbero adeguati al costo della vita.
Uno studio come quello proposto sarebbe molto utile, ha detto Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion), rilevando una connessione tra contributo casa e aumento dei costi. È giusto analizzare se i contributi sono appropriati o meno; alcune misure adottate andrebbero riviste, perché i tempi cambiano.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde), cofirmatario, ha rilevato che quando gli stipendi saranno adeguati all’inflazione, come si attende da anni, andranno adeguati anche gli scaglioni, altrimenti si tratterà di drenaggio fiscale. Riuscire a vivere con il proprio stipendio in alto Adige è il tema centrale del futuro. Quando ci sarà il BBT, forse molte persone decideranno di vivere a Innsbruck e lavorare a Bolzano. Fondamentale è anche la sburocratizzazione.
Paul Köllensperger (Team K) ha chiarito anche in Alto Adige la condizione di gran parte del ceto medio è peggiorata. Chi lavora ed è diligente, invece, andrebbe premiato, quindi ci vuole una spending review in ambito sociale. Bisognerebbe lasciar stare la DURP: “Questo doppio binario con l’ISEE non va bene”.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha detto che la Giunta aveva dimenticato di adeguare alle soglie di reddito, i contributi, quando il primo viene all’inflazione, Se 1.800 persone in meno ricevono il contributo provinciale per i figli, allora è necessario aumentare la soglia di reddito, ma anche l’importo dei contributi.
L’ass. Magdalena Amhof ha respinto le mozioni perché lo studio richiesto sarebbe un onere enorme, rispetto al risultato. È possibile già ricorrere a studi già fatti nell’area tedesca, ma anche in Italia, che già rilevano come il lavoro diminuisce a fronte delle prestazioni. Uno studio della banca d’italia del 2020 conferma che le prestazioni sociali influenzano le decisioni lavorative.
L’ass. Rosmarie Pamer ha detto che nell’ultimo anno la Giunta ha approvato l’adeguamento del valore soglia per il contributo per i figli, e che alla DURP si sta lavorando, come previsto dall’accordo di coalizione: si va in direzione ISEE, se ne sta occupando un gruppo di lavoro. Ci sono molti parametri da adeguare per non lasciare escluso il ceto medio. nelle prossime settimane, anche con Luisa Gnecchi, si definiranno le prestazioni rilevanti per la famiglia, per poi chiedere a roma che non rientrino nel reddito imponibile. Un gruppo interdisciplinare si occupa dei temi delle mozioni, anche valutando quanto avviene all’estero, con l’obiettivo di adeguare l’intero sistema al fabbisogno. Non si possono approvare le mozioni, in quanto si sta lavorando a questo scopo da mesi. Rieder ha replicato che il tema è evidentemente molto sentito, e ritenuto che Pamer non avesse dato tempistiche concrete sullo snellimento della DURP, mentre per le persone conta avere dei soldi in tasca. Ha ribadito l’eccessiva burocrazia per ottenere una prestazione. Chi lavora in Alto Adige non dovrebbe dipendere da prestazioni sociali. Amhof ha detto che gli studi sono già disponibili, allora che conseguenze politiche ne trae? Rohrer ha sottolineato la collaborazione bipartisan con il Team K, che dovrebbe indurre la Giunta a guardare favorevolmente le proposte. Questo al fine di ridurre le disuguaglianze sociali, obiettivo che appare condiviso da tutti. La mozione 272 è stata respinta con 18 no e 16 sì; respinta anche la mozione 236 con 18 no e 14 sì.
(In osservazione delle disposizioni sulla par condicio (articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28) in vigore in vista dei prossimi referenda popolari abrogativi (8-9 giugno), nei comunicati stampa vengono evitati riferimenti ai temi dei referenda abrogativi)
**MC**
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