
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 Non basta l’etica per governare l’AI: servono rispetto delle regole e presidio della
legalità
Un sondaggio di Federprivacy rileva che gli addetti ai lavori della protezione dei dati ritengono
opportuno promuovere l’uso etico dell’AI (63%), ma il 73,9% di essi chiede maggior rispetto delle
regole e più attività ispettive dell’Autorità (43,2%). Il 56,9% dei professionisti riconosce che il GDPR
ha effettivamente introdotto regole uguali per tutti, ma lamenta la necessità di agevolare in
concreto le micro, piccole e medie imprese. Non solo criticità dall’AI, ma anche opportunità di
alleggerire il carico fino a 12 ore di lavoro settimanale per gli addetti delle piccole realtà che non
hanno budget per la compliance o non possono assumere un DPO
Arezzo, 3 giugno 2025 – Se molti vedono l’intelligenza artificiale come un’opportunità, d’altra parte gli esperti
temono che possa sfuggire di mano, come il Premio Nobel per la fisica Geoffrey Hinton, che nei giorni scorsi l’ha
descritta in modo sibillino dal palcoscenico del Gitex Europe a Berlino: “L’AI è come una tigre. Da cucciola sembra
innocua, addirittura affascinante. Ma crescerà. E a meno che non siate certi che non vorrà uccidervi, dovreste
preoccuparvi.” E all’intervistatore che gli proponeva l’etica come principale rimedio scaccia incubi, il pioniere del
machine learning ha risposto in modo perentorio: “Le grandi aziende perseguono il profitto, non l’etica”.
Non mancano quindi le preoccupazioni per gli impatti che avrà l’intelligenza artificiale nei prossimi anni, e un nuovo
sondaggio condotto da Federprivacy, rivela l’attuale termometro della comunità dei professionisti che hanno il
compito di tutelare la privacy e la protezione dei dati delle persone.
Il 63% degli addetti ai lavori ritiene che promuovere un uso etico dell’intelligenza artificiale abbia la priorità per
favorire la sostenibilità della società digitale, ma tutto crede fuorché ci si possa affidare solo all’etica. Se in 7 anni
di GDPR le autorità europee hanno inflitto più di 2.500 multe per un ammontare di oltre 6 miliardi di euro senza
intravedere un cambio di rotta significativo, il 73,9% dei professionisti pensa però che non occorra cambiare gli
attuali profili sanzionatori, bensì farli rispettare in modo più efficace. Piuttosto, il 43,2% di essi vorrebbe un numero
maggiore di attività ispettive del Garante e della Guardia di Finanza a presidio della legalità. E a differenza di quello
che possono pensare i cittadini che vedono minacciata la loro privacy come mai prima, il 63,5% dei professionisti
che vede le aziende dall’interno afferma che dal 2018 ad oggi la situazione è comunque migliorata grazie alle
sanzioni più severe che sono state introdotte dal Regolamento UE sulla protezione dei dati.
“Si parla tanto di etica per affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale, ma attualmente essa costituisce un principio
troppo astratto per offrire una guida concreta per lo sviluppo della società digitale – è il commento di Nicola