
(AGENPARL) – Tue 03 June 2025 *Marcia per la Pace in Terra Santa. Due Popoli – Due Stati***
/Tutti i comuni del Valdarno aretino presenti al corteo insieme ai
sindacati, alle associazioni e agli studenti/ /per chiedere la fine del
conflitto in Medio Oriente. E tanti cittadini con la bandiera per la
pace e striscioni contro la guerra/
Tante persone in corteo a San Giovanni Valdarno per chiedere la fine del
conflitto in Medio Oriente. Un messaggio corale di pace, solidarietà e
giustizia partito dal cuore del Valdarno aretino.
Un fiume colorato di bandiere della pace ha attraversato le strade di
San Giovanni Valdarno nel pomeriggio di oggi, martedì 3 giugno, per la
“Marcia per la Pace in Terra Santa. Due Popoli – Due Stati”, promossa
dalla Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno aretino. Una
manifestazione partecipata e intensa, nata dalla volontà condivisa dei
Comuni del territorio di lanciare un messaggio forte e unanime contro la
guerra, per il dialogo, la coesistenza e il rispetto dei diritti umani.
Punto di ritrovo piazza Casprini, davanti agli istituti scolastici
superiori della città, scelta simbolicamente per affidare ai giovani il
testimone della costruzione della pace.
Alle 18 è partito il corteo che, dopo aver attraversato via Bolzano, via
Peruzzi e Corso Italia, è giunto in piazza Cavour dove, proprio davanti
a Palazzo d’Arnolfo, edificio simbolo della città del Marzocco, era
stato allestito il palco.
A guidare la marcia il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi
con, alle spalle, il gonfalone del Comune insieme al consigliere
regionale Vincenzo Ceccarelli. A seguire Elena Spadaccio per la
Provincia di Arezzo, il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o
Sanni, il sindaco di Bucine Paolo Nannini, l’assessore di Montevarchi
Lorenzo Allegrucci, il sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni,
il vice sindaco di Castelfranco Piandiscò Claudio Calcinai, il sindaco
del comune di Laterina Pergine Valdarno Jacopo Tassini e il sindaco del
comune di Loro Ciuffenna Andrea Rossi. Tutti in veste istituzionale con
la fascia tricolore, accompagnati dai rispettivi gonfaloni. Hanno
partecipato con convinzione anche gli studenti e le studentesse dei
Licei Giovanni da San Giovanni, dell’Isis Valdarno, dell’istituto
comprensivo Marconi, dell’istituto comprensivo Masaccio, della scuola
Suore agostiniane, dell’Iis Varchi e dell’Isis Vasari.
Non hanno fatto mancare la loro presenza e il loro supporto le
associazioni del territorio- Libera Valdarno, Coordinamento per la pace,
Legambiente, Scout Sgv, Oratorio Don Bosco, Circolo Laudato sì – i
sindacati Cgil Cisl e Uil e i sindacati pensionati di Cgil Cisl e Uil,
l’Anpi, la sezione soci Coop, la Consulta Pari opportunità e la consulta
Giovani del comune di San Giovanni Valdarno.
“Prendo la parola io, sindaco del Comune di San Giovanni Valdarno – ha
dichiarato dal palco Valentina Vadi, presidente della Conferenza dei
sindaci del Valdarno aretino – a nome di tutti gli otto Comuni del
Valdarno aretino per dire, con una sola voce, in maniera ferma, ‘no’ a
questa guerra di oppressione, ‘no’ alle bombe che distruggono paesi e
città, ‘no’ alla morte tragica e violenta della popolazione civile,
inerme ed indifesa, uomini, donne e soprattutto bambini, sia di parte
palestinese che di parte israeliana, ‘no’ alle atrocità che si consumano
da mesi nella striscia di Gaza nel silenzio assordante della Comunità
internazionale. Noi, tutti insieme, diciamo ‘basta’. Stiamo vivendo mesi
e settimane di grande sconcerto, di dolore e di paura. Il conflitto che
sta insanguinando di nuovo la Terra Santa da due anni e che ha nella
città di Gaza, ormai da mesi, il suo centro drammatico sta conoscendo
esiti mai visti prima per inaudita crudeltà ed efferatezza bestiale. Una
città bombardata quotidianamente dall’esercito israeliano, distrutta,
affamata, in cui a fare le spese è, prima di tutto, la popolazione
civile, e tra questa, i bambini. Le immagini che vediamo ogni giorno
sono una negazione assoluta del principio di umanità che è alla base
della storia e della civiltà dell’uomo. Padre Ibrahim Faltas – vicario
della Custodia di Terrasanta – durante l’iniziativa di venerdì scorso
nella Pieve di San Giovanni Battista, ha detto, con la voce rotta dalla
emozione: ‘Gaza, oggi, è un cimitero a cielo aperto e Betlemme una
prigione a cielo aperto. Non ho mai vissuto, in 30 di presenza in
Terrasanta, una situazione così disumana. In Terra Santa dominano solo
vendetta, odio, violenza e guerra. I bambini stanno soffrendo
moltissimo. Noi aspettiamo un accordo’. E non c’è altra strada
all’accordo, alla trattativa, al lavoro delle diplomazie internazionali
per un rapido ‘cessate il fuoco’, per far smettere le armi e le
ritorsioni prepotenti sulla popolazione civile. In questa prospettiva,
anche l’Europa e i singoli stati nazionali europei – troppo, troppo
silenti – devono riacquisire un ruolo politico proattivo, smettendo
anche di rifornire di armi il governo israeliano. Perché non è coerente
essere contro la guerra ed il conflitto in Palestina e continuare a
vendere armi al governo di Netanyahu. Da questa piazza, centro simbolico
del Valdarno unito – un territorio che storicamente è pacifico e
solidale – noi vogliamo dire ‘basta!’ “,//ha concluso il sindaco
Valentina Vadi.
Sul palco sono poi saliti Lorenzo Rampi, studente dei Licei Giovanni da
San Giovanni e rappresentante della Consulta studenti provinciale e
regionale, Samira Borgogni, rappresentante degli studenti dell’Isis
Valdarno di San Giovanni Valdarno, Giulio Benvenuti vice presidente
comitato studentesco Iis Varchi, Maria Bernardoni rappresentante
dell’Iis Varchi,Alice Vieri, in rappresentanza del Comitato per la Pace
del Valdarno e Filippo Pelagatti, medico anestesista, che ha prestato
servizio come volontario a Gaza. Le conclusioni sono state affidate al
consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli.
La manifestazione si è aperta con “Imagine” di John Lennon e si è chiusa
con le struggenti note di “Redemption Song” di Bob Marley, inni
universali alla pace, alla libertà e alla speranza.
La Conferenza dei Sindaci del Valdarno Aretino ha lanciato un messaggio
chiaro: anche le piccole comunità hanno il dovere di farsi portatrici di
pace. Per questo, dalla piazza di San Giovanni Valdarno è partito un
appello che chiede con forza la fine delle ostilità, il rispetto dei
diritti umani e la costruzione di un futuro condiviso.