
(AGENPARL) – Tue 03 June 2025 ** L’ACQUA E IL MARE PROTAGONISTI DELLA “VENICE CLIMATE WEEK”
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Domani anche Marevivo sarà presente al panel “Planet Aqua” con Jeremy Rifkin
La biodiversità marina è a rischio: ne conosciamo solo il 10% e le minacce aumentano.
Il rapporto tra ricerca spaziale e studi sui mari è di 10 a 1
Venezia, 03 giugno 2025 – La Terra dovrebbe chiamarsi “Pianeta Acqua”. Se un famoso economista come Jeremy Rifkin la pensa così, forse dovremmo tutti comprendere quanto determinante sia il ruolo del mare per il futuro del nostro Pianeta. Il volume oceanico copre il 71% della Terra, rappresenta più del 90% dello spazio abitato dalla vita e influenza anche le possibilità di sopravvivenza per chi abita le terre emerse.
Attraverso il ciclo dell’acqua, gli oceani fanno funzionare il mondo: svolgono un’azione termoregolatrice del clima grazie alla grande massa e alla loro capacità termica, producono più del 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono circa un terzo dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo. Eppure, il mare continua a subire attacchi sia su scala globale che nazionale, con il rischio di perdere per sempre un patrimonio su cui, al contrario, sono necessari investimenti in ricerca e conoscenza, mentre il rapporto tra spese per la ricerca spaziale e ricerca sugli oceani e atmosfera è di circa 10 a 1.
Di questo e di molto altro si discuterà durante la “Venice Climate Week”, in corso a Venezia dal 3 all’8 giugno, un’iniziativa ideata dal giornalista de “Il Corriere della Sera”, Riccardo Luna, in collaborazione con il Future Food Institute, per affrontare il tema della crisi climatica.
Durante la settimana e nel panel previsto all’Ocean Space, realizzato in collaborazione con Fondazione Marevivo, si proverà a riflettere sull’importanza di mettere l’acqua al centro del dibattito pubblico e dell’agenda politica ed economica come il bene comune più prezioso. Tra gli ospiti interverranno l’economista visionario Jeremy Rifkin, la Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, il Direttore Scientifico del CMCC Giulio Boccaletti, il Vicepresidente di Marevivo il Prof. Ferdinando Boero, il ricercatore del CNR Valerio Rossi Albertini e il Dott. Antonio Ragusa, membro del Comitato Scientifico di Marevivo.
Ai problemi legati a cambiamenti climatici, acidificazione, surriscaldamento degli oceani, sovrappesca, si aggiungono anche le nuove minacce lanciate dall’amministrazione Trump di esplorazione dei fondali marini per estrarre le terre rare (Deep sea mining). Operazioni che rischiano di danneggiare in modo irreversibile un mondo ricco di biodiversità da cui sicuramente dipendiamo e che ancora non conosciamo: oltre l’80% dei fondali marini e il 98% di quelli abissali sono inesplorati e non esiste una catalogazione della biodiversità. Ma continuiamo a sfruttarlo.
Recenti test condotti nel Pacifico stimano che servano oltre 30-40 anni per ripristinare un fondale abissale sfruttato e non è detto che si recuperi del tutto e che il danneggiamento dei sedimenti causi il 31% di perdita della catena trofica, oltre che una massiccia scomparsa di grandi organismi.
“Senza una trasformazione culturale che affonda le radici nella conoscenza, non è possibile realizzare la transizione ecologica indispensabile al nostro Pianeta – dichiara Rosalba Giugni, Presidente Marevivo. – È una sfida complessa che richiede di coniugare sviluppo economico e tutela ambientale, una sfida urgente a cui tutti siamo chiamati a partecipare per cercare di ripristinare l’equilibrio ambientale, messo a dura prova dalle attività antropiche e dall’inquinamento che stanno distruggendo l’intero Pianeta”.
Scheda – Interventi Panel
“Il riscaldamento globale, con lo scioglimento dei ghiacci marini ai poli, sta alterando i sistemi di correnti che connettono le varie parti dell’oceano globale, con ricadute negative anche sul clima atmosferico. L’oceano fa funzionare il mondo e non c’è vita senza oceano – sottolinea il Vicepresidente della Fondazione Marevivo, Ferdinando Boero. – La conoscenza è premessa irrinunciabile per vivere responsabilmente nel pianeta che ci ospita”.
“La dimissione di anidride carbonica in atmosfera è la causa principale dei cambiamenti climatici – evidenzia Valerio Rossi Albertini, ricercatore CNR. – Ma ha anche un effetto collaterale meno visibile come l’inacidimento dei mari, poiché quando l’anidride carbonica si scioglie in acqua produce un acido. Nella dimostrazione che farò durante il panel di domani, mostrerò la dinamica alla base dell’inacidimento e l’effetto deleterio che ha sulle creature marine”.
“Qualche anno fa, abbiamo scoperto che le microplastiche erano finite nella placenta umana – spiega il Dott. Antonio Ragusa, ginecologo e membro del Comitato Scientifico di Marevivo. – Dopo questa terrificante scoperta ne abbiamo fatta un’altra altrettanto preoccupante: le microplastiche erano finite anche nel latte con cui le nostre madri ci nutrono appena nati. Attraverso altre ricerche, siamo arrivati alla conclusione che le micro e nanoplastiche sono in grado di entrare all’interno del citoplasma della cellula e distruggere la morfologia e la funzione degli organuli che la compongono, soprattutto i mitocondri e il reticolo endoplasmatico. Tutto ciò si traduce in un’alterazione della vita intrauterina che conduce a drammatiche conseguenze patologiche durante la gestazione, nella vita neonatale e anche nella vita futura dell’individuo adulto”.
Ufficio Stampa Marevivo ETS
Lorena Crisafulli
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