
Il governo olandese è ufficialmente crollato dopo l’annuncio del leader dell’estrema destra Geert Wilders di ritirare il suo Partito per la Libertà (PVV) dalla coalizione, a causa di una rottura insanabile sulla gestione dell’asilo. “Nessuna firma per i nostri piani in materia di asilo. Nessuna modifica all’accordo. Il PVV lascia la coalizione”, ha dichiarato Wilders in un post su X, gettando il paese nell’incertezza politica.
Lo scontro sull’asilo
La coalizione di governo, formatasi meno di un anno fa dopo le elezioni del novembre 2023, includeva forze politiche eterogenee: il PVV, il Movimento dei cittadini-contadini (BBB), Nuovo Contratto Sociale (NSC) e il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD). Il nodo del contendere è stata la richiesta di Wilders di adottare immediatamente il “piano in dieci punti” del PVV, volto a imporre una delle politiche d’asilo più restrittive d’Europa, compresa la chiusura delle frontiere ai richiedenti asilo.
Quando gli altri partiti si sono rifiutati di sottoscrivere tali misure, Wilders ha annunciato il ritiro del suo partito dal governo, informando il primo ministro Dick Schoof della decisione di ritirare i ministri del PVV.
“Ho sottoscritto la più severa politica in materia di asilo, non la caduta dei Paesi Bassi”, ha commentato Wilders ai giornalisti.
Reazioni dure dei partner di coalizione
La reazione degli alleati non si è fatta attendere. Caroline van der Plas (BBB) ha definito la mossa “irresponsabile”, accusando Wilders di consegnare il paese alla sinistra. Nicolien van Vroonhoven (NSC) ha parlato di decisione “incomprensibile”, mentre Dilan Yeşilgöz (VVD) ha accusato Wilders di anteporre i propri interessi a quelli nazionali.
“Tutto ciò su cui avevamo già concordato è stato ritardato dai maldestri tentativi del PVV”, ha dichiarato Yeşilgöz.
Secondo Rob Jetten (D66), la caduta del governo era solo una questione di tempo: “Se non fosse successo oggi, sarebbe successo nelle prossime settimane”.
Un governo fragile sin dall’inizio
Il governo guidato da Schoof, funzionario senza esperienza partitica, è stato fin dall’inizio oggetto di tensioni interne, con Wilders che ha spesso criticato le posizioni del primo ministro su Ucraina, Israele e relazioni internazionali. Il crollo arriva in un momento delicato, a poche settimane dal vertice NATO previsto proprio all’Aia, dove si discuterà dell’aumento della spesa militare degli alleati.
Prossimi passi e scenari futuri
Martedì i ministri si riuniranno per decidere come procedere, anche se è quasi certo che Schoof presenterà le dimissioni. Si prospettano nuove elezioni, che potrebbero rimescolare radicalmente le carte nel panorama politico olandese.
I sondaggi attuali indicano che il PVV è ancora il primo partito, sebbene in calo. I partner BBB e NSC, protagonisti della scorsa tornata elettorale, hanno perso fortemente consenso. A guadagnare terreno sono l’alleanza tra Laburisti e Verdi guidata da Frans Timmermans e il VVD, che potrebbero capitalizzare il crollo della destra.