
(AGENPARL) – Mon 02 June 2025 https://www.aduc.it/articolo/festa+della+repubblica+anche+quella+dell+art+della_39302.php
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Festa della Repubblica. Anche quella dell’art.7 della Costituzione?
2 Giugno, è bene ricordare e celebrare. Piuttosto che leggere e ascoltare frasi e discorsi roboanti delle nostre autorità, chi non l’ha ancora visto cerchi il film della Cortellesi “C’è ancora domani” incentrato sulla prima volta che le donne italiane esercitarono il diritto di voto nel 1946 per Repubblica o Monarchia e l’Assemblea Costituente. Quello era lo spirito costituente di una nuova Italia che nasceva dopo il disastro del Fascismo e della Seconda Guerra Mondiale. Oggi lo spirito è un po’ diverso.
La Costituzione fu un grande compromesso con tutte le anime politiche che supportarono gli Alleati che ci liberarono. Un compromesso che portò lo Stato del Vaticano, complice col silenzio del regime fascista e della guerra, a continuare ad avere un suo specifico spazio nella Costituzione della nuova Italia. Bisognava assecondare le istanze diffuse in molti dei padri costituenti: non paghi della religione come propria intimità, col tradizionale delirio di onnipotenza predominante che ogni religione ha nei confronti del resto del mondo, diedero corpo alla temporalità del potere vaticano inserendo i Patti Lateranensi (frutto di accordi tra Mussolini e l’Oltretevere nel 1929) nell’art.7 della Costituzione della Repubblica Italiana. Si pensi che solo nel 1984, con la revisione del Concordato, si stabilì una separazione tra Stato e Chiesa cattolica, cancellando la religione di questa chiesa come confessione di Stato…. e che ancora oggi, per non far studiare ai nostri figli la
religione cattolica a scuola, bisogna fare domanda di esenzione…. esenzione… ché altrimenti di default i ragazzi la devono studiare.
L’art.7 della Costituzione è comunque sempre lì, insieme al Concordato, che disciplina i principi e gli accordi in esso indicati.
Per venire ai giorni nostri, solo alcune settimane fa, per la morte del capo dello Stato del Vaticano, le nostre autorità cosiddette laiche hanno proclamato cinque giorni di lutto nazionale (mai fatto, neanche quando muoiono i nostri ex-presidenti) e hanno inviato alla “sobrietà” per gli eventi pubblici e un minuto di silenzio in scuole e uffici (per cui abbiamo depositato una denuncia alla Procura contro il ministero dell’Istruzione – 1). Disposizioni che, essendo in corso i festeggiamenti del 25 Aprile per la LIberazione, hanno provocato di tutto e di più, soprattutto gli sfoghi censori fascistoidi di alcune amministrazioni che – l’occasione fa sempre l’uomo ladro – hanno così potuto limitare/vietare alcuni incontri pubblici (2).
E’ legittimo, di conseguenza, che la festa del 2 giugno, commemorando l’evento in sé, non può fare a meno di commemorare la sua Carta fondamentale, quella che all’art.7 ha quei Patti Lateranensi che legittimano tutto quello che il Vaticano fa e dispone per i propri fasti e ricorrenze e funerali e “incoronazioni” sul nostro territorio (sì, certo, il Vaticano ha il suo fazzoletto nelle strade di Roma, ma insomma…) e con le nostre finanze.
Ricordiamocelo e, soprattutto, facciamo che ci sia consapevolezza di tutti. Certamente uno Stato e una Repubblica possono anche essere clericali, ma ciò che irrita – e che per questo crediamo ci faccia danno – è l’essere e non essere, il dire e non dire, il fare e non fare (che poi è il metodo del credo cattolico). Già abbiamo l’anomalia – a nostro avviso – di una repubblica fondata sul lavoro piuttosto che sulla libertà, ma perché non dobbiamo/possiamo decidere (referendum?) se continuare ad essere proto-clericali o laici?
1 – https://www.aduc.it/articolo/morte+papa+obbligo+minuto+silenzio+depositata_39168.php
2 – https://blog.uaar.it/2025/04/28/la-clericalata-della-settimana-17-il-governo-meloni-proclama-cinque-giorni-di-lutto-nazionale-per-la-morte-di-papa-francesco/
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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