
Il mondo dell’edilizia privata si trova di fronte a una nuova fase di riflessione a seguito del decreto Salva Casa e della relativa legge regionale di recepimento. In questo contesto s’inserisce la pubblicazione del libro “Edilizia privata in Sicilia dopo il Salva Casa”, redatto dagli ingegneri Gianluca Oreto e Nunzio Santoro, presentato nella sala conferenze di Ance Catania. Un momento di confronto partecipato, che ha visto riuniti costruttori, professionisti e tecnici della pubblica amministrazione: «Il decreto inciderà in modo determinante sul mondo dell’edilizia, per questo abbiamo voluto coinvolgere tutti gli attori chiamati a rivedere il loro approccio lavorativo», ha dichiarato il presidente di Ance Catania Rosario Fresta, che ha portato i saluti del presidente Ance Sicilia Salvo Russo. A fare eco a queste parole è stato il vicepresidente Salvatore Messina, che ha illustrato il punto di vista dei Costruttori. «Il Salva Casa rappresenta un primo passo per riaccendere l’attenzione su questioni strutturali che per troppo tempo sono rimaste irrisolte – ha commentato – è l’occasione per avviare una vera e propria riforma del Testo Unico dell’Edilizia, che affronti con lucidità temi complessi, come coniugare l’esigenza di alloggi con il saldo del consumo di suolo, ma anche come promuovere la rigenerazione urbana con gli strumenti a disposizione, che appaiono vecchi e inadatti». Da qui l’invito ad ampliare la visione: «Le sfide che lo spazio urbano contemporaneo ci pone sono sempre più urgenti – ha evidenziato Messina – per questo, accanto al Salva Casa, serve un vero e proprio “Salva Città”: una visione organica in grado di affrontare le criticità, sostenere lo sviluppo e migliorare la qualità della vita urbana».
Professionisti, tecnici e funzionari pubblici, dunque, allo stesso tavolo, riconoscendo nel Salva Casa «un passo importante in un contesto segnato da norme complesse, stratificate e da prassi amministrative non uniformi – sottolinea il vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Salvatore Maugeri – buona parte del nostro patrimonio immobiliare presenta difformità edilizie, e il principio dello “Stato legittimo” è un riferimento fondamentale per gli interventi, per l’accertamento della conformità edilizia e per il rilascio dei titoli abilitativi. Occorre, dunque, un intervento normativo più ampio e strutturato». Il decreto e la legge di recepimento, infatti, non devono essere letti come una sanatoria, quanto una possibilità per superare alcune difformità che ostacolano gli interventi di manutenzione o la compravendita degli immobili. «Un tema centrale per i liberi professionisti – ha aggiunto la vicepresidente degli Architetti PPC Catania Veronica Leone – per questo il nostro Ordine ha attivato un gruppo di lavoro dedicato e avviato un confronto con i deputati siciliani per proporre modifiche su aspetti critici, tradotti poi, grazie ad una interlocuzione con i deputati nazionali, in impegni formali del Governo. L’edilizia non è solo una questione tecnica: riguarda il diritto alla casa, la rigenerazione urbana, la sfida climatica». Sulla stessa linea anche i Geometri: «Il Decreto giunge dopo l’esperienza del Superbonus 110%, che ha rappresentato un termometro dello stato dei nostri fabbricati e del tessuto urbano – ha commentato il presidente del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Catania Agatino Spoto – non ha la pretesa di risolvere ogni irregolarità esistente, ma rappresenta un primo passo importante verso un processo di semplificazione e regolarizzazione». A entrare nel merito sono stati proprio gli autori del libro, protagonisti di un confronto dinamico, reso ancor più stimolante grazie alla puntuale moderazione dell’urbanista e territorialista Maurizio Erbicella.
Al dibattito ha preso parte anche il direttore della Direzione Urbanistica del Comune di Catania Biagio Bisignani, che ha contribuito con interessanti considerazioni sull’attuazione della normativa nel contesto catanese. Entrambi gli autori concordano su un punto cruciale: nel settore dell’edilizia, l’abuso del ricorso ai decreti legge rischia di generare più complicazioni che soluzioni, soprattutto per i liberi professionisti e i tecnici della PA. Una complessità che, in Sicilia, si acuisce ulteriormente per via della necessità di armonizzare ogni intervento con la normativa regionale vigente, spesso in contrasto o in ritardo rispetto alle disposizioni nazionali. Non sono mancati spunti di riflessione nei confronti di una legge urbanistica datata, che rende oggi difficile operare in un tessuto urbano ed edilizio consolidato. Diversi gli interventi da parte del pubblico, dai quali sono emerse le difficoltà legate alla corretta applicazione del Salva Casa, indicato, ancora una volta in chiusura, come “un punto di partenza verso una normativa chiara, stabile ed uniforme applicabile su tutto il territorio nazionale”.


