
Catania, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è intervenuto durante un dibattito animato da esperti del settore
Il ponte come infrastruttura visionaria per connettere l’Europa, crocevia del Mediterraneo e volano di sviluppo per la Sicilia, espressione delle eccellenze dell’ingegneria italiana a livello globale. Se n’è discusso ieri (29 maggio) nel corso dell’incontro promosso dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania, che ha riunito rappresentanti istituzionali, accademici ed esperti di settore per fare il punto sullo stato dell’arte delle infrastrutture stradali nell’Isola, con un focus speciale sul Ponte sullo Stretto di Messina.
A intervenire, in collegamento, è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha confermato l’avanzamento dell’iter: «Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato le 180 pagine di approvazione ambientale per la realizzazione del Ponte – ha dichiarato Salvini – Il documento sarà inviato alla Commissione Europea e, se il cronoprogramma sarà rispettato, il progetto definitivo potrebbe ottenere l’approvazione del CIPES entro giugno, con l’inizio dei lavori previsto per l’estate 2025». Una tabella di marcia che, qualora venisse rispettata, non si ridurrebbe alla sola realizzazione del Ponte: «Il progetto complessivo include infrastrutture ferroviarie (tra cui l’alta velocità), stradali su entrambe le sponde (Sicilia e Calabria), una metropolitana dello Stretto e un’accelerazione dello sviluppo e degli investimenti nel Sud Italia – aggiunge – Una macchina organizzativa che vedrebbe coinvolti centinaia di ingegneri italiani e la creazione di 120.000 posti di lavoro, con migliaia di imprese in prima linea, specialmente al Sud».
Un’opera che rappresenterebbe una svolta storica per l’Italia e dal grande impatto economico, aprendo la strada per ridurre il divario tra Nord e Sud. «Una sfida che l’Italia può vincere, anche sul fronte della legalità – ha precisato il ministro – con un sistema normativo stabile, trasparente e in sinergia con le istituzioni per prevenire infiltrazioni criminali». Per gli addetti ai lavori, «la realizzazione del Ponte sarebbe la consacrazione e l’affermazione dell’ingegneria italiana, da sempre eccellenza riconosciuta a livello internazionale», commenta il presidente della categoria etnea, Mauro Scaccianoce. Dando seguito alle parole del ministro, ha sottolineato l’importanza dell’opera, «simbolo di visione e progresso, volano di sviluppo economico e sociale: un collegamento del Mediterraneo, snodo cruciale nel commercio intercontinentale. Senza il ponte, il Corridoio TEN-T è interrotto. Il ponte è il volano per il rinnovamento delle infrastrutture in Sicilia. Contribuirà inoltre ad abbassare il costo che la Sicilia paga per la sua insularità. A questo si dovrà proseguire nella pianificazione della manutenzione delle infrastrutture con controlli e monitoraggi utilizzando anche l’intelligenza artificiale. Solo così potremo garantire durabilità e sicurezza nelle infrastrutture».
Raffaele Celia ha evidenziato il salto di qualità che Anas Sicilia sta concretizzando, con le risorse per la manutenzione quintuplicate.
A preoccupare sono i numeri: oltre 4.000 km di strade gestite da Anas e CAS e circa 1.800 km in capo alla Città Metropolitana di Catania, spesso soggetti a usura, dissesto o carenze strutturali. Da qui l’urgenza di una standardizzazione degli interventi – come avviene in Svizzera – e l’adozione di sistemi tecnologici avanzati (IA, sensori, digital twin) per il monitoraggio e la manutenzione predittiva, come sottolineato dall’ing.
Angelo Emanuele Cavallaro, esperto in sistemi di IA e monitoraggio infrastrutture, cofondatore di AC2. Soluzioni applicabili anche grazie ai finanziamenti del PNRR, ma ancora prive di standard europei che incentivino la loro installazione e massimizzino le loro potenzialità e il loro utilizzo.
A completare il parterre di voci qualificate, oltre a Scaccianoce, gli interventi di Fabio Corvo (Consulta Ingegneri Sicilia), Alessandro Di Graziano (docente DICAr UniCT), Raffaele Celia (Anas Sicilia), Antonio Ferraro (CAS), Giuseppe Galizia (Città Metropolitana di Catania), Guido Biaggio (Ufficio Federale delle Strade Svizzera – USTRA) e Anna Sidoti (CAS).
L’incontro ha messo in luce quanto sia urgente, oggi più che mai, unire grandi opere e microprogettualità, visione infrastrutturale e cura del territorio. La Sicilia è pronta a giocare un ruolo di primo piano nel sistema dei trasporti euro-mediterranei, ma ha bisogno di un piano organico, duraturo e condiviso.


