
(AGENPARL) – Thu 29 May 2025 Piante ornamentali italiane in Gran Bretagna: Sottosegretario La Pietra
è il risultato del lavoro congiunto tra Istituzioni, CREA e mondo produttivo
“La riapertura del mercato del Regno Unito alle piante ornamentali italiane è un’ottima notizia, frutto del costante lavoro che abbiamo messo in campo per scongiurare una decisione che avrebbe potuto causare ingenti danni al settore florovivaistico italiano. Non includere la Pochazia Shantungensis tra gli organismi da quarantena per le piante e la riapertura delle importazioni dall’Italia è un segnale importante per tutto il settore. Istituzioni e mondo della ricerca, con un grande impegno del Crea, hanno lavorato insieme a supporto del sistema produttivo per scongiurare il rischio di gravi danni economici per il comparto florovivaistico nazionale, eccellenza italiana e leader delle esportazioni e il risultato odierno premia l’impegno profuso dal Masaf, dal ministro Lollobrigida e da tutto il governo Meloni”.
Così il Sottosegretario MASAF con delega al florovivaismo Patrizio Giacomo La Pietra in merito alla recente posizione ufficiale con cui le autorità britanniche stabiliscono che questo insetto non rappresenta un vero rischio fitosanitario per questo Paese, riaprendo alle piante ornamentali italiane.
La vicenda. Dall’ottobre 2024 partite di piante di interesse ornamentale di grande valore spedite da vivaisti italiani in Gran Bretagna sono state distrutte in seguito al ritrovamento di pochi esemplari della Pochazia shantungensis (Insetto di origine asiatica,) che l’EFSA, nel 2023 – nonostante gli scarni o quasi nulli riferimenti scientifici – consigliava di inserire tra gli Organismi da Quarantena per i quali si adottano provvedimenti drastici, con danni pesanti ai produttori.
Subito dopo il Comitato Fitosanitario Nazionale coordinato dalla DISR 5 del MASAF e il CREA, con il suo Centro CREA Difesa e Certificazione (CREA DC) in qualità di Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante, hanno affrontato tempestivamente il problema, redigendo un accurato dossier nel quale è stata evidenziata la mancanza di informazioni e dati scientifici in merito alla reale pericolosità dell’insetto e sottolineando in particolare come – a distanza di anni dal primo ritrovamento in Europa – in nessun Paese dell’Unione risultassero segnalati danni degni di nota.
Sulla base di questa documentazione il CREA ha supportato il rappresentante italiano nella commissione dell’Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante (EPPO) chiamato ad esprimersi in merito al rischio fitosanitario. Il lavoro svolto dal CREA ha evidenziato la necessità di un serio studio prima di esprimere pareri affrettati su questo organismo, con pesanti ricadute economiche per il nostro Paese. Il nostro comparto florovivaistico, infatti, è terzo in Europa, con oltre 15.000 aziende che generano valore per circa 3,2 miliardi di euro e che destinano all’export fino al 70%della produzione.
La Pochazia. Dopo il primo ritrovamento in Italia nel 2022, altre segnalazioni si sono succedute in Turchia, Russia meridionale, Francia e Paesi Bassi, senza però che in nessuna di queste aree emergessero situazioni tali da suscitare l’attenzione di chi si occupa di protezione delle piante.
Al momento, come riportato nel “Pest Categorization” dell’EFSA, informazioni e dati sulla reale dannosità di questa specie sono estremamente scarse e frammentarie e limitate a contributi pubblicati solo a seguito di pochi e circoscritti studi condotti in Cina e Corea (EFSA, 2023). La carenza di dati ed anche la non chiarezza sulla classificazione della specie, è evidenziata dal fatto che di recente, nel 2024, uno studio svolto in Corea ha segnalato la presenza di una nuova specie che veniva confusa con quella arrivata in Europa.