
(AGENPARL) – Thu 29 May 2025 CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA
COMUNICATO STAMPA 28 MAGGIO 2025
REATI CONTRO LE IMPRESE – In Sardegna crescono i delitti contro le
attività imprenditoriali: oltre 18mila denunce in 1 anno. Preoccupa il
cybercrime verso le aziende e i cittadini: +34% di segnalazioni in 5
anni. Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): “Nessuna azienda o
cittadino è fuori pericolo. Investire in sistemi di protezione e
consapevolezza”.
Sono 18.276 le imprese sarde che hanno denunciato delitti verso la
propria attività economica come furti, estorsioni, truffe, frodi
informatiche, contraffazione di marchi e prodotti industriali,
violazioni della proprietà intellettuale, ricettazione, riciclaggio,
usura, danneggiamenti e contrabbando. Molte di più sono quelle che
hanno subito attacchi e danni ma che non hanno avuto la forza e il
coraggio di segnalare il reato.
A evidenziarlo è l’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Sardegna, dal titolo “La sicurezza in asset per le imprese in
una congiuntura dominata dall’incertezza”, su fonte Istat e Ministero
dell’Interno tra il 2019 e il 2023, secondo la quale nel corso
dell’anno nell’Isola si sono registrati 15 “delitti” ogni 100 imprese.
L’analisi dice anche come il 43,8% di questi delitti denunciati alle
Forze di Polizia, riguardino reati informatici. Di tale percentuale,
il 91% è rappresentato da truffe e frodi informatiche, come il
phishing o la manipolazione dei sistemi informatici, mentre il
restante 9% riguarda delitti informatici più specifici, come accessi
abusivi, danneggiamenti tramite software o hardware e diffusione
illecita di codici di accesso.
“Purtroppo l’azione delle criminalità contro le imprese è un pericolo
generale – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna – anche se nella nostra Isola questi delitti sono
cresciuti meno rispetto ad altri territori, inquieta la tendenza
costante alla crescita”. “La preoccupazione principale viene dalla
cybercriminalità – analizza Meloni – le minacce digitali non
risparmiano nessuno: anche le piccole realtà artigiane, comprese
botteghe, officine e laboratori digitalizzati della Sardegna sono
sempre più spesso bersagliate”.
Seppur gravi e preoccupanti, i dati pongono la regione sarda in una
situazione mediana (11° posizione) nella classifica aperta dagli oltre
184mila reati registrati in Lombardia (19 reati ogni 100 imprese) e
dai 114 del Lazio (22 ogni 100 realtà), contro un totale nazionale di
935mila (18 ogni 100 attività).
La Sardegna è passata da 16.982 reati nel 2019, ai 15.990 del 2020,
per i 17.376 del 2021, ai 18.240 del 2022 per arrivare ai 18.276 del
2023, registrando negli ultimi 2 anni un incremento dello 0,2%
equivalente alla terz’ultima posizione nazionale, contro il +13,6% del
Molise (primo) e il +11,8% del Piemonte (secondo), contro una media
nazionale del +5,6%.
A livello territoriale 9.258 denunce sono state accolte in provincia
di Cagliari, 5.978 in quella di Sassari-Gallura, 2.124 in quella di
Nuoro e 891 a Oristano.
Oltre ai reati segnalati dalle imprese, in Sardegna ci sono i crimini
informatici subiti dai cittadini che, nel giro di 5 anni, sono
cresciuti del 34,6% passando dalle 5.950 denunce del 2019 alle 8.011
del 2023, con un incremento del 4,3% tra il 2022 e il 2023.
Nella classifica nazionale sulle denunce di natura digitale degli
utenti internet, aperta dalle 61.538 segnalazioni della Lombardia (78
reati ogni 10mila utenti internet), l’Isola occupa il 14esimo posto.
In generale, in Italia nel 2023 sono stati denunciati 332.054 reati
informatici, 74 ogni 10mila utenti, con una crescita del 45,5 negli
ultimi 5 anni e un incremento del 7,8% tra il 2022 e 2023.
Tra le province, 4.010 arrivano dalla vecchia provincia di Cagliari,
2.404 da Sassari-Gallura, 1.091 da Nuoro e 494 da Oristano.
“Le aziende in genere – prosegue il Presidente di Confartigianato
Sardegna – sottovalutano anche i rischi legati a vulnerabilità di
sistemi esposti, che risultano quindi preda facile per attaccanti
remoti.”. “Il cybercrime è un nuovo business che agisce senza
distinzione di dimensioni e che è destinato a crescere, colpendo anche
le imprese più piccole – aggiunge Meloni – attraverso phishing, truffe
via PEC, ransomware e furti di dati. Questo evidenzia la diffusione
della digitalizzazione nelle nostre imprese, ma anche la necessità
della prevenzione”. “I sistemi digitali, infatti, acquisiscono molti
dati, anche personali, che possono essere hackerati – sottolinea – la
parte più vulnerabile di un sistema è sempre la persona. Fa moltissima
differenza, indipendentemente dagli strumenti che ha a disposizione”.
“Serve una cultura della sicurezza informatica – conclude il
Presidente di Confartigianato Sardegna – che parta dalla formazione
degli imprenditori e dei lavoratori fino all’adozione di buone
pratiche e tecnologie adeguate e accompagnare le imprese in percorsi
di consapevolezza, protezione e risposta rapida agli attacchi: la
cybersicurezza non è un costo, ma un investimento strategico per la
sopravvivenza e la competitività delle imprese artigiane”.
Il trend sul territorio nazionale – Considerando le principali sette
regioni, nel 2023 crescono i delitti in esame in Piemonte (+11,8%),
Lazio (+9,8%), Campania (+6,3%), Lombardia (+5,0%), Liguria (+4,5%),
Sicilia (+3,3%), mentre in controtendenza, scendono in Puglia (-1,1%).
Tra le ventitré principali province con un numero di delitti ogni 100
unità locali delle imprese che supera la media nazionale, si osserva
una crescita di delitti superiore alle media nazionale del +5,6% per
Firenze (+16,7%), Lodi (+15,7%), Torino (+14,9%), Trieste (+12,5%),
Latina (+11,6%), Roma (+10,0%), Pavia (+9,7%), Parma (+9,5%), Caserta
(+9,4%), Palermo (+9,2%), Novara (+6,7%), Genova e Siracusa (entrambe
a +6,5%) e Napoli (+5,9%). Seguono Milano (+4,9%), Bologna (+3,8%),
Nuoro (+2,3%), Catania (+0,6%) e Ferrara (+0,5%). Il fenomeno è
stazionario a Foggia mentre si osserva una diminuzione dei delitti a
Livorno (-0,2%), Imperia (-2%), Bari (-4,2%) e Barletta-Andria-Trani
(-12,5%).
Nell’arco di quattro anni (2019-2023) i delitti che colpiscono
l’attività d’impresa sono cresciuti del 10,0%, dinamica sostenuta
dalla crescita del 45,5% dei reati informatici mentre scendono del
3,0% gli altri reati che interessano l’attività di impresa.
In chiave territoriale il totale dei delitti che colpiscono l’attività
d’impresa risultano in crescita tutte le principali regioni: Lazio
(+15,6%), Campania (+12,3%), Piemonte (+11,9%), Sicilia (+10,7%),
Lombardia (+7,2%), Puglia (+4,0%) e Liguria (+1,3%).
Tra il 2019 e il 2023 nelle principali province si rilevano aumenti
dei delitti a doppia cifra e almeno uguali alla media, a Lodi
(+51,3%), Firenze (+26,3%), Palermo (+25,8%), Barletta-Andria-Trani
(+23,1%), Parma (+20,8%), Siracusa (+18,0%), Caserta (+17,8%), Latina
(+17,5%), Livorno (+17,2%), Roma (+14,5%), Torino (+13,6%), Trieste
(+10,1%) e Ferrara (+10,0%). Seguono Napoli (+9,8%), Novara (+7,3%),
Bologna (+6,5%), Pavia (+4,3%), Milano (+3,7%), Imperia (+2,9%), Bari
(+2,7%), Genova (+1,2%) e Catania (+0,4%) mentre si registra una
diminuzione a Foggia (-4,4%).
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