
(AGENPARL) – Wed 28 May 2025 *Università – Ricerca. Piccolotti (Avs), Manzi (Pd), Caso (M5S): La
maggioranza schiaffeggia i giovani ricercatori. Pericoloso ritorno al
precariato e a contratti con meno tutele*
La maggioranza sta dando l’ennesimo schiaffo al mondo della ricerca
italiano. Sta ignorando con sfacciataggine l’appello di 1600 docenti che
chiedono di riconoscere un normale contratto di lavoro dipendente ai
giovani ricercatori italiani e, dopo anni di retorica sulla ‘fuga dei
cervelli’, ha fatto inserire al Senato nel Decreto PNRR sulla scuola, con
un blitz, un emendamento a prima firma Occhiuto, che reintroduce due
tipologie di contratti precari, privi di tutele e malpagati, che nella
scorsa legislatura erano stati cancellati con un consenso trasversale in
Parlamento.
Lo affermano in un comunicato congiunto Elisabetta Piccolotti (Capogruppo
AVS in Commissione Istruzione e Cultura alla Camera), Irene Manzi
(Capogruppo Pd in Commissione Istruzione e Cultura alla Camera) e Antonio
Caso (Capogruppo M5S in Commissione Istruzione e Cultura alla Camera).
Di fatto si fanno ben due passi indietro, con l’unico obiettivo –
proseguono i deputati – di gestire la riduzione delle risorse da investire
nella ricerca scaricandola sull’ultimo anello della catena. Quello che sta
accadendo in Commissione Istruzione e Cultura alla Camera da ieri sera è
molto grave: i lavori proseguono a rilento in un clima di profondo
imbarazzo perché la maggioranza sta bocciando tutti gli emendamenti unitari
delle opposizioni che, con assoluta ragionevolezza, risolverebbero il
problema dei contratti delle poche decine di ricercatori vincitori di Marie
Curie che necessitano di una deroga, senza nuocere ai circa 35.000
ricercatori precari che hanno diritto ad un contratto dignitoso e tutelato.
La verità sta venendo a galla dopo settimane in cui si è tentato di
nasconderla: ormai la maggioranza teorizza, anche in commissione, che per
risparmiare risorse economiche sia necessario utilizzare contratti meno
onerosi e quindi meno tutelanti.
Stanno di fatto autorizzando le università a dividere le risorse che
servirebbero ad assumere un ricercatore per siglare 2 o 3 contratti meno
onerosi. E si ha persino la faccia tosta di affermare che questa precarietà
serva a salvare 6000 ricercatori. Al contrario si dovrebbe autorizzare un
aumento dei fondi per le università in misura sufficiente a coprire gli
oneri contributivi per i contratti di ricerca e si dovrebbe varare un piano
straordinario di assunzioni di ricercatori in tenure track.
Questa destra sta facendo un gigantesco danno al paese – continuano
Piccolotti, Manzi e Caso – alle sue prospettive di sviluppo economico e
sociale solo per recuperare qualche centinaio di milioni di euro che
sarebbero disponibili, come dimostra l’aumento delle entrate tributarie per
43 miliardi nel 2024 rispetto alle previsioni varate nel 2023 dallo stesso
Governo.
Spingono migliaia e migliaia di persone iper qualificate a cercare impiego
fuori dall’Italia, mettendo in chiaro – concludono – che il nostro paese
non intende garantire, a chi lavora nel mondo della ricerca, un normale
contratto di lavoro dipendente e pari condizioni rispetto agli altri paesi
europei.
Elisabetta Piccolotti – Capogruppo AVS in Commissione Istruzione e Cultura
alla Camera
Irene Manzi – Capogruppo Pd in Commissione Istruzione e Cultura alla Camera
Antonio Caso – Capogruppo M5S in Commissione Istruzione e Cultura alla
Camera
Lo rende noto l’ufficio stampa – Roma, 28 maggio 2025
Federica Mameli
Ufficio Stampa
Sinistra Italiana – Direzione Nazionale
Corso Rinascimento, 69 – 00186 Roma