
(AGENPARL) – Wed 28 May 2025 OSSERVATORIO CONSUMI CONFIMPRESE-JAKALA
aprile 2025 vs aprile 2024
gennaio-aprile 2025 vs gennaio-aprile 2024
CONSUMI, CONTINUA L’ANDAMENTO NEGATIVO CON UN PESANTE -4,1%
L’Osservatorio Confimprese-Jakala segnala un avvio negativo del mese di aprile a
-4,1% a valore su aprile 2024, nonostante la differente calendarizzazione della Pasqua.
Continua la flessione dei consumi già segnalata nel I trimestre 2025 che aveva registrato un
-4,2%. Aumentano le incertezze sul futuro, i consumatori stringono il cordone della borsa e si orientano su tempo libero e svaghi a discapito dell’acquisto dei beni durevoli.
Nei settori merceologici in territorio positivo, sia pure modesto, solo la ristorazione a +1,1%. Ma è allarme per abbigliamento-accessori che chiude a -9,3%. Altro retail a -2,4%.
I canali di vendita segnalano le medesime flessioni. Male centri commerciali a -6,0% e high street a -4,2%, segno di un sostanziale cambiamento delle abitudini di consumo degli italiani. I negozi di prossimità confermano gli andamenti negativi dei mesi precedenti a -3,8%.
Nelle aree geografiche si segnala il trend fortemente negativo del Sud, l’area maggiormente interessata dalla frenata dei consumi, a -6,1%. In peggioramento Nord-ovest a -4,3% e Nord-est a -2,7%. Chiude il Centro a -2,4%.
Nelle regioni Toscana è l’unica in parità a 0,0%, Puglia la peggiore a -8,7%.
Quanto alle province si segnala Pistoia a 0,0%, Catanzaro fanalino di coda a -11,7%.
Regione-Provincia Variazione %
TOSCANA 0,0%
MOLISE -1,0%
TRENTINO ALTO ADIGE -1,0%
SARDEGNA -2,1%
UMBRIA -2,5%
LOMBARDIA -3,5%
EMILIA-ROMAGNA -3,6%
VENETO -3,9%
LIGURIA -4,2%
CAMPANIA -4,7%
LAZIO -4,7%
SICILIA -6,4%
PIEMONTE -6,4%
VALLE D’AOSTA -7,0%
PUGLIA -8,7%
Milano, 28 maggio 2025 – Continua la flessione dei consumi con un mese di aprile a -4,1% a valore rispetto ad aprile 2024. Lo certifica l’Osservatorio consumi Confimprese-Jakala, che evidenzia la frenata del totale mercato nonostante la diversa calendarizzazione della Pasqua e i numerosi ponti. Il peggioramento dell’andamento consumi si protrae dall’ultimo bimestre 2024 e mostra un calo della fiducia di famiglie e imprese che lascia ipotizzare un secondo trimestre altrettanto complicato. Il possibile aggravamento dell’incertezza, indotta dalle guerre ai confini dell’Unione europea e dall’avvicinarsi delle scadenze rispetto alla sospensione dei dazi, rischia di rendere ancora più altalenante l’andamento dei consumi e di accentuare gli squilibri macroeconomici nelle principali aree.
Quanto al raffronto gennaio-aprile 2025 rispetto allo stesso periodo 2024. Nei primi 4 mesi dell’anno i consumi rimangono fermi al -3.0% con abbigliamento-accessori al -3,1%, la ristorazione al -1,5%% e altro retail al -5,7%.
«I consumi non sono mai andati così male – avverte Mario Resca, presidente Confimprese – se non nel post Covid e questo ci deve fare riflettere sulle conseguenze che la frenata dei consumi può avere sull’intero comparto retail. L’aumento dell’incertezza ha provocato rinvio di investimenti, riflessione sui consumi, perdita di valore del dollaro e aumento dei tassi dei bond Usa. Il peggio deve ancora arrivare: l’aumento dell’inflazione in America, causato dagli effetti diretti e indiretti dei dazi. Walmart ha appena annunciato un diffuso aumento dei listini. Tutto ciò si si riflette sulla catena del valore e sui consumatori italiani i cui stipendi sono fermi da almeno 20 anni, mentre in Francia nello stesso periodo sono cresciuti del 25% e in Germania del 20%. Rispetto alla crisi economica del 2008, poi, gli stipendi in Italia sono oggi persino più bassi dell’8,7% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione: significa che le persone possono fare o comprare meno cose con i soldi che guadagnano».
Nel mese di aprile nei settori merceologici, abbigliamento-accessori precipita a -9,3% e mostra una chiara tendenza del consumatore che continua a privilegiare le spese legate alla fruizione del tempo libero, alla cultura e ai viaggi, a scapito dell’acquisto dei beni durevoli e maggiormente velleitari. Un sentiment confermato anche da altro retail che chiude il mese a -2,4%. La ristorazione risulta in campo leggermente positivo a +1,1%, segno di acquisti mordi e fuggi e della perdita di potere d’acquisto delle famiglie con una sempre più attenta gestione del portafoglio.
Nei canali di vendita il quadro è negativo. A cominciare dai centri commerciali a -6,0% e dalle high street che perdono terreno e chiudono il trimestre a -4,2%. Anche in questo caso si assiste a un progressivo deterioramento del tasso di crescita. La prossimità conferma il quadro negativo e registra un -3,8%.
«Disattese le aspettative sull’effetto Pasqua per il mese di aprile – commenta Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese –, che ha chiuso con un pesante -4,1% nonostante nel 2024 la Pasqua fosse caduta in marzo. A livello totale mercato la debolezza dei consumi è senz’altro da imputarsi al ridotto potere di spesa delle famiglie e alla mancanza di prospettive per una ripresa dell’economia in relazione all’incertezza che grava sul quadro geopolitico internazionale. Le mutevoli condizioni meteorologiche e il lungo ponte di aprile non bastano a giustificare la brusca frenata registrata in particolare dal settore abbigliamento. Il mese di maggio, scevro da effetti calendario, ci dirà quali prospettive reali per l’anno in corso, ma il trend attuale non fa presagire nulla di incoraggiante, le aziende dovranno agire sulla leva della convenienza per sostenere quanto più possibile la top line e al tempo stesso attivare importanti azioni di controllo dei costi».
Nelle aree geografiche il Sud a -6,1% mostra gli andamenti peggiori. Continua la debolezza del Nord-ovest a -4,3%, il Nord-est a -2,7%. Chiude il Centro a -2,5%.
Nelle regioni Toscana è l’unica in parità a 0,0%, Puglia la peggiore a -8,7%. Quanto alle province si segnala l’unica parità di Pistoia a 0,0%, Catanzaro fanalino di coda a -11,7%.
«Il rallentamento è molto forte nel mercato abbigliamento-accessori – chiarisce Raffaele Cerchiaro, senior partner&managing director Jakala –, che chiude a -9,3%, calo più contenuto nei mercati altro retail a-2,4%. Unico mercato in contro tendenza è la ristorazione, in lieve crescita a +1,1%. Non emergono significative differenze per tipologia di location o aree geografiche. I numeri tendono a consolidare il trend complessivo di prudenza e cambiamenti nelle priorità di spesa dei consumatori italiani, fenomeni su cui le aziende saranno chiamate a focalizzare l’attenzione e definire interventi operativi nei prossimi mesi».
Settori merceologici Aprile25 vs Aprile24
Abbigliamento/Accessori -9,3%
Ristorazione +1,1%
Altro Retail -2,4%
Totale Mercato -4,1%
Canali di vendita Aprile25 vs Aprile24
Centri Commerciali -2,8%
High Street -4,4%
Prossimità -2,6%
Totale Mercato -4,1%
Aree geografiche Aprile25 vs Aprile24
Area 1 – Nord-Ovest -4,3%
Area 2 – Nord-Est -2,7%
Area 3 – Centro -2,5%
Area 4 – Sud -6,1%
Totale Mercato -4,1%
Osservatorio Consumi Confimprese-JakalaL’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento-accessori e retail non food è elaborato a partire da dati consolidati e anonimizzati di fatturati delle aziende aderenti al progetto e dati Jakala, quali per esempio dati territoriali, dati socio-demografici, dati sui flussi anonimi di frequentazione dei luoghi.
Ufficio Stampa Confimprese