
(AGENPARL) – Tue 27 May 2025 ECCO CHI ERA IL GRUPPO CHE CONTROLLAVA FERRARA
Gli Arobaga Vikings, ufficialmente noti come Supreme Vikings Confraternity, sono un sodalizio criminale di matrice mafiosa, originario della Nigeria. Nato nei campus universitari nigeriani negli anni ’50 come confraternita studentesca, il gruppo si è nel tempo trasformato in un’organizzazione criminale transnazionale, presente in Europa, e in particolare in Italia.
A Ferrara il gruppo è stato attivo tra il 2014 e il 2019, imponendosi come organizzazione dominante nel traffico di eroina e cocaina, importata principalmente dall’Olanda tramite corrieri interni al gruppo.
COME AGIVANO A FERRARA
1. Struttura mafiosa e gerarchica
Gli Arobaga Vikings operavano con una struttura interna fortemente gerarchica e organizzata. Al vertice vi era una figura denominata Chairman, che gestiva le attività locali e manteneva un collegamento diretto con il National, il capo assoluto con sede in Nigeria. Ogni membro dell’organizzazione aveva compiti precisi, obblighi da rispettare e responsabilità operative. L’ingresso nel gruppo avveniva attraverso veri e propri rituali di affiliazione violenti, finalizzati a testare la fedeltà e l’obbedienza. Chi non rispettava le regole interne veniva punito fisicamente da un soggetto incaricato, noto come il “Doffman”, responsabile della disciplina all’interno del sodalizio.
2. Controllo territoriale
Il dominio del gruppo si estendeva in modo particolare nella zona GAD e lungo Via Modena, considerate veri e propri feudi degli Arobaga. Lì si esercitava il potere attraverso violenza e intimidazione, con episodi ricorrenti di risse, minacce e aggressioni. Tra i fatti più gravi ricordati anche nelle sentenze precedenti, spicca il blocco stradale del 16 febbraio 2019, una vera e propria sommossa messa in atto da decine di affiliati per vendicare un compagno. Ma l’apice della violenza fu raggiunto il 30 luglio 2018, quando un membro di una banda rivale, gli Eiye, venne massacrato a colpi di machete in pieno centro, in una sanguinosa disputa per una partita di droga.
3. Simboli e linguaggio
Il gruppo faceva largo uso di simboli identificativi per rafforzare il senso di appartenenza e incutere timore. Il colore distintivo era il rosso, indossato sotto forma di copricapi, abiti o accessori (mentre il gruppo concorrente era simboleggiato dal colore blu). Anche i simboli erano ricorrenti: tatuaggi e ciondoli raffiguranti navi vichinghe, asce e ancore, chiari richiami all’immaginario “marziale” del gruppo. Era in uso inoltre anche un linguaggio in codice interno: “Salutamos” era il saluto tra affiliati, “Belle” il termine per identificare le donne del gruppo, mentre “Thirty six” indicava le riunioni periodiche dell’organizzazione.
IL DOMINIO A FERRARA
Il controllo del territorio da parte degli Arobaga Vikings si esercitava non solo con la violenza, ma anche attraverso una rete logistica ben strutturata. Il Grattacielo era il cuore pulsante del sodalizio: da lì partivano le comunicazioni, si organizzavano le attività e si esercitava il monitoraggio costante del quartiere. Ferrara non era solo un punto di vendita: diventò un vero e proprio centro decisionale per il traffico di droga, in diretto contatto con i fornitori in Olanda. Per mantenere il potere, l’organizzazione faceva uso sistematico della forza, dell’intimidazione e di armi bianche, come i machete. Un elemento particolarmente insidioso era la mimetizzazione sociale: il capo del gruppo, Boogye, era noto in città come DJ e partecipava ad eventi culturali, attività sportive e feste della comunità nigeriana.
LE CONDANNE
Il processo si è concluso con la condanna definitiva di 15 affiliati all’organizzazione. Le pene inflitte vanno dai 4 ai 13 anni di reclusione. Il capo del gruppo, Okenwa Emmanuel, conosciuto con il soprannome Boogye, è stato riconosciuto come promotore e organizzatore del sodalizio in Italia, ed è stato condannato a più di 13 anni di carcere.