
(AGENPARL) – Sat 24 May 2025 *Comunicato Stampa *
*La denuncia della Filcams Cgil Padova: licenziato perché si era lamentato
degli eccessivi carichi di lavoro. Il caso alla Engaldini Srl di Rubano*
*Filcams Cgil Padova: “Dal nostro punto di vista, un abuso di potere
permesso dalla normativa attuale: ecco perché i referendum dell’8 e 9
giugno sono fondamentali per evitare altri casi simili”*
La Filcams Cgil di Padova denuncia l’inaccettabile licenziamento in tronco
di un lavoratore con mansioni di magazziniere presso la Engaldini S.r.l.,
azienda con sede a Rubano che opera nel settore del Commercio all’ingrosso
di articoli tecnici per l’industria. Un caso emblematico che solleva gravi
interrogativi sulle condizioni di lavoro e sulla tutela dei diritti in un
contesto aziendale che pare ignorare le normative vigenti e le esigenze dei
propri dipendenti.
“Verso la fine di marzo di quest’anno – racconta Luca Rainato, il
funzionario della Filcams Cgil di Padova che fin dall’inizio ha seguito la
vicenda – entriamo in contatto con questo lavoratore che in precedenza, a
fine gennaio e metà febbraio, aveva già ricevuto due contestazioni
disciplinari per presunti errori nello svolgimento delle sue mansioni di
magazziniere. Già allora, il lavoratore aveva segnalato alla direzione
aziendale ritmi e carichi di lavoro eccessivi, in particolare il mancato
rispetto della normativa sull’alzata di pesi, fattore determinante per la
sua salute e sicurezza”.
“A fine aprile – prosegue il funzionario della Filcams Cgil – gli arriva
una nuova contestazione disciplinare dovuta ad un errore che il dipendente
avrebbe commesso durante il suo lavoro. A quel punto chiediamo all’azienda
di assistere il lavoratore nel successivo incontro, durante il quale egli
spiega che all’origine dell’errore compiuto, un fatto spiacevole ma che può
accadere, vi è una situazione di stress dovuta agli eccessivi carichi di
lavoro ma anche ad una mancanza di ‘organizzazione aziendale’ che lo mette
in difficoltà. Ci era sembrato un incontro chiarificatore se non che, come
un fulmine a ciel sereno, qualche giorno dopo al lavoratore arriva la
notifica del licenziamento in tronco, accompagnato addirittura da una
richiesta di risarcimento e dall’accusa di violazione dolosa dei doveri a
lui affidati. Siamo rimasti basiti”.
“È evidente – attacca il sindacalista – che ci troviamo di fronte ad un
abuso di potere che non possiamo tollerare. A nostro parere, siamo di
fronte ad un licenziamento adottato come atto ritorsivo nei confronti di un
lavoratore colpevole di aver espresso una legittima lamentela per le
condizioni in cui era costretto a lavorare. Una sanzione pesantissima
contro cui il lavoratore, con il nostro pieno supporto, ricorrerà
legalmente in Tribunale. Purtroppo non si tratta di un caso isolato e
questo dimostra ancora una volta l’urgenza di una revisione normativa che
tuteli maggiormente i lavoratori da licenziamenti ingiustificati”.
“Perché quel che è successo alla Engaldini S.r.l. di Rubano – conclude Luca
Rainato – è un esempio lampante della necessità di intervenire sulla
legislazione in materia di licenziamenti. Per questo motivo, invitiamo
tutte e tutti a partecipare al referendum dell’8 e 9 giugno. Due dei
quesiti referendari, infatti, riguardano proprio la reintroduzione della
piena tutela in caso di licenziamento senza giusta causa e, per le aziende
con meno di 16 dipendenti (come la Engaldini S.r.l.), la cancellazione del
limite massimo di 6 mensilità di indennizzo in caso di licenziamenti
ingiustificati. Se al referendum vincesse il sì, compiremmo un passo
fondamentale per il ripristino dell’equilibrio e della giustizia nel mondo
del lavoro. È tempo di dire basta ai licenziamenti facili e di garantire
dignità e sicurezza a ogni lavoratore”.