
“La libertà non si eredita: si esercita. I commenti di diversi parlamentari, anche di centrodestra, sulla sentenza della Corte costituzionale, mi offrono l’occasione per riflettere, ancora una volta, su quanto la nostra società stia cambiando e su quanto spesso la politica sembri voler ignorare questo cambiamento. Mentre il mondo evolve, e l’Europa riconosce progressivamente le nuove forme di famiglia che già esistono nei fatti, l’Italia sembra voler chiudere gli occhi. Con una miopia che rischia di isolarci e renderci impreparati. Anziché prendere atto della realtà, ci si ostina a difendere un modello unico, come se i diritti fossero concessi solo a certe organizzazioni sociali e non, com’è giusto che sia, ai singoli individui”.
Lo scrive Francesca Pascale in una nota.
“I diritti – continua Pascale – appartengono alle persone, non ai modelli. E la famiglia è fatta di persone. Che si amino, si rispettino, crescano figli con dedizione e responsabilità: è questo ciò che conta. Non possiamo pensare che ignorare, censurare o sminuire queste realtà serva a difendere qualcosa: serve solo a creare ingiustizie e a mettere l’Italia in rotta di collisione con i principi fondamentali dell’Unione Europea. Non si tratta di cancellare il padre, la madre o la tradizione. Si tratta di riconoscere che accanto a quel modello, oggi esistono famiglie con due mamme, due papà, genitori single, nuclei allargati. Esistono già. Chiudere loro la porta in faccia non ferma la storia: la rende solo più ingiusta. Chi ha una visione liberale non ha paura della libertà. Ha rispetto per le differenze. E sa che l’unico vero pericolo per la famiglia è l’arroganza di chi pretende di definirla per legge, ignorando la vita. La libertà appartiene a tutti – conclude Pascale – e la politica ha il dovere di rispettare tutti senza il contagio delle ideologie”.